ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùFinito l’incontro a Palazzo Chigi

Superbonus, il governo apre alle compensazioni con gli F24. Si valuta anche intervento Cdp

Il settore chiede la possibilità per le banche di utilizzare i versamenti F24 dei clienti per compensare i crediti ora incagliati. Fonti di governo: «Nessuna modifica al decreto ma pronti all’ascolto»

Dl crediti fiscali, la posizione del mondo dell’edilizia

4' di lettura

La volontà del governo è quella di sciogliere il nodo dei crediti incagliati dei bonus immobiliari, coinvolgendo tutti i soggetti interessati. Le ipotesi sul tappeto - la cartolarizzazione o le compensazioni tramite i modelli F24 presentati in banca - sono al momento solo richieste avanzate dalle diverse parti. Su cui tuttavia sembrerebbe aprirsi qualche spazio. A Palazzo Chigi si è tenuto il confronto tra il governo e l’associazione delle banche Abi, Cdp e Sace. Ascoltate le esigenze dei diversi attori in campo le scelte guarderanno ai costi e alle eventuali decisioni di Eurostat sui conti pubblici. Con modifiche possibili solo in fase du confronto parlamentare sul decreto.

Impegno governo a trovare soluzioni adeguate

«Al termine degli incontri svolti oggi a Palazzo Chigi, sentito il presidente Giorgia Meloni, il ministro Giancarlo Giorgetti conferma, unitamente al sottosegretario Alfredo Mantovano, al ministro Gilberto Pichetto Fratin e agli altri esponenti di Governo presenti, la ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi. Partendo dal decreto approvato il 16 febbraio, il Governo ribadisce il suo impegno a trovare le soluzioni più adeguate per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito correttamente nel rispetto delle norme». Così in una nota di Palazzo Chigi nella quale si ribadisce, come già illustrato al termine del Consiglio dei ministri, «la permanenza dei bonus per l’edilizia nella forma delle consuete detrazioni d’imposta dalla dichiarazione dei redditi»

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La strada delle compensazioni tramite gli F24

La strada indicata dal governo per lo sblocco dei crediti incagliati è l’utilizzo degli F24. Lo riferiscono le associazioni di categoria al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sul decreto sui crediti legati al superbonus. Il ministro dell’economia Giorgetti, riferiscono i partecipanti al tavolo, ha indicato la disponibilità ad intervenire attraverso le banche con il meccanismo della compensazione con gli F24.

Ance: soddisfatti, governo ha aperto sui crediti

«Siamo soddisfatti, abbiamo trovato apertura e grande consapevolezza da parte del governo che vanno sbloccati i crediti pregressi, quindi un’apertura all’F24 che era una proposta nostra e di Abi, e un tavolo immediato per il futuro. Il Governo è consapevole che le misure vanno prese rapidamente» ha detto la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, al termine dell’incontro con il governo. E ha aggiunto: «Si è ragionato sulla possibilità di consentire eventualmente lo sconto in fattura per alcune fasce di reddito e per gli incapienti». Si è anche fatto «giusto un accenno all’eventuale disponibilità di Cdp». Ance ha anche chiesto «un’apertura da parte delle partecipate a comprare i crediti pregressi».

Allo studio intervento di Cdp

Parlando a margine di un convegno il viceministro al Mit Edoardo Rixi ha spiegato che «un intervento di Cdp è una delle ipotesi allo studio. È evidente che chi si occupa della finanza pubblica in un Paese la prima cosa che deve fare è riavocare a sé tutti i crediti per capire quanti sono da pagare - ha continuato -. Dopodiché l’intenzione del governo è far fronte al pagamento nei confronti delle imprese, cosa che ad oggi era bloccata comunque, perché le banche non intendevano più pagare i crediti temendo per i loro bilanci».

Giorgetti: far sgonfiare bolla di 19 miliardi crediti

«La soluzione che noi cerchiamo è sull’intero ammontare dei crediti, 110 miliardi di euro. L’urgenza ora è sullo stock dei crediti che in base alle rilevazioni dell’agenzia delle Entrate fanno riferimento alle imprese del settore edilizio, che hanno l’esistenza ad oggi di 19 miliardi circa di crediti “incagliati”. Lo sforzo che noi facciamo oggi e nei prossimi giorni con i tavoli tecnici è come far sgonfiare questa bolla», ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante il tavolo.

Tutti i soggetti coinvolti

Il calcio d’inizio sulle possibili modifiche è arrivato dunque dai primi incontri a Palazzo Chigi con le categorie imprenditoriali interessate, a cominciare da quella dei costruttori. Ma prima si siedono nella Sala Verde i soggetti finanziari coinvolti: l’Abi, in rappresentanza del sistema bancario; Cdp, come braccio operativo economico ma anche per il suo ruolo di controllo di Poste; Sace, che ha già svolto un importante ruolo di “garanzia” sui prestiti erogati per dare ossigeno alle imprese durante la fase dei lockdown. La linea di demarcazione dell’intervento l’ha già tracciata il decreto: lo stop alla cessione dei crediti futuri serve proprio a facilitare lo smaltimento di quelli passati. Ma questo non sembra bastare a imprese e banche. Ecco allora che scende in campo Sace che potrebbe rafforzare le garanzie pubbliche.

Due proposte sul tavolo

Due le proposte sul tavolo. La prima, la cartolarizzazione, è uno strumento di mercato. La seconda, con le compensazioni tra crediti e debiti fiscali, è uno strumento di finanza pubblica. La cartolarizzazione dei crediti è un meccanismo che prevede l’individuazione delle risorse incagliate, la costruzione di “pacchetti” di crediti da cedere poi sul mercato con società veicolo specializzate. Il problema, in questo caso, è quello dei tempi. L’ipotesi F24, invece, è quella avanzata congiuntamente dall’Abi e dai costruttori dell’Ance, che hanno anche chiesto al governo anche di sollecitare l’acquisto di crediti da società pubbliche controllate dallo Stato.

Cosa prevede l’ipotesi F24

In pratica le banche, che non possono più acquistare nuovi crediti perché hanno esaurito lo spazio di “smaltimento” fiscale nei prossimi anni, potrebbero scaricare i debiti compensandoli con gli importi dei pagamenti fiscali fatti dai clienti con i modelli F24 ai propri sportelli. Ovviamente questo avrebbe un costo immediato per lo Stato: peserà per questo il confronto aperto con Eurostat su come contabilizzare le spese relative al Superbonus e agli altri bonus immobiliari. L’ufficialità arriverà ad inizio marzo, ma se l’ammontare in gioco fino ad oggi (il governo ha parlato di 105 miliardi) si scarica sul deficit del 2021 e 2022, per l’anno in corso si potrebbe aprire uno spazio finanziario senza penalizzare altri interventi pubblici che pesano sul deficit. Dal 2023 l’ufficio di statistica europeo potrebbe infatti chiedere di contabilizzare gli importi direttamente sul debito pubblico. In questo caso i 15 miliardi di crediti incagliati avrebbero un impatto meno traumatico visto che la montagna del debito pubblico italiano tocca già i 2.700 miliardi.

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