Superbonus, verso proroga al 30 settembre per le villette
Si delinea uno slittamento al 29 marzo dell’approdo del dl in Aula
I punti chiave
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Potrebbe spingersi fino al 30 settembre la proroga del termine per le unifamiliari, che entro il 30 settembre scorso avevano effettuato almeno il 30% dei lavori, per concludere la spesa e portarla in detrazione beneficiando del 110%. La proroga fino al 30 giugno è contenuta in un emendamento al decreto superbonus (dl 11/2023) che ha il parere favorevole ma il governo. Ma l’esecutivo valuta in queste ore un passo ulteriore: si è riservato infatti di valutare una serie di altri emendamenti che fanno slittare la proroga fino al 30 settembre. Proposte di modifica che non è escluso possano avere un via libera quando la commissione Finanze della Camera tornerà a riunirsi. Tra le modifiche in arrivo, sconto e cessione garantiti per Iacp, onlus, barriere architettoniche e sisma; una soluzione per risolvere il nodo dei lavori relativi a caldaie e infissi.
Verso slittamento al 29 dell’approdo del dl in Aula
Si va verso uno slittamento a mercoledì 29 marzo dell’approdo in Aula del decreto sulla cessione dei crediti del superbonus. Secondo quanto si apprende da fonti di maggioranza, infatti, all’ufficio di presidenza della commissione Finanze, dove è in discussione il provvedimento, verrà proposta una nuova tabella di marcia in base alla quale giovedì 23 marzo si terranno le votazioni degli emendamenti riguardanti le parti del provvedimento sulle quali è stata raggiunta un’intesa e che sono stati oggetto di riformulazioni del governo. Nel frattempo si lavorerà a un accordo sul nodo dei 19 miliardi di crediti incagliati che verrebbe votato lunedì 27.
Al via in Commissione la partita sulle modifiche
Inizia così in commissione Finanze alla Camera il voto sugli emendamenti e su questi temi si sarebbe già trovata una convergenza. E mentre si va verso una soluzione per le spese del 2022, resta invece ancora irrisolto il tema dei crediti incagliati, con l’ipotesi di usare gli F24, proposta da banche e costruttori, che continua a non convincere il ministero dell’Economia.
I “salvati”
Vengono salvati dallo stop alle cessioni e allo sconto in fattura scattato il 16 febbraio le Onlus, le case popolari (Iacp), gli interventi con il sismabonus ma solo nelle aree del cratere e anche i lavori per le barriere architettoniche.
Deroga per chi ha già presentato la Cila
Viene infine corretta la deroga per chi aveva già presentato la Cila: per trovare una soluzione al fatto che l’edilizia libera (come caldaie, infissi o fotovoltaico) non richiede alcun titolo abilitativo, verrà previsto che per attestare la data di inizio dei lavori bastino il versamento di un acconto con bonifico parlante o due autocertificazioni (una del venditore e una dell’acquirente) relativamente all’esistenza di un contratto.
Si va verso una soluzione anche per sbloccare il nodo del termine del 31 marzo per comunicare all’Agenzia delle Entrate le opzioni di cessione o sconto in fattura relative alle spese edilizie del 2022. La soluzione potrebbe arrivare nelle prossime ore e parte dalla riformulazione di un emendamento del relatore per consentire di comunicare l’opzione anche prima della conclusione dell’accordo di cessione. E per rendere la modifica operativa da subito potrebbe arrivare già in queste ore un comunicato legge del Mef. Inoltre, si interverrebbe anche sulle regole della remissione in bonis, consentendo il completamento della procedura oltre il termine con il versamento di 250 euro all’Agenzia delle Entrate.
Continua la trattativa sui crediti incagliati
Si tratta ancora invece su nodo dei circa 20 miliardi di crediti incagliati. Sull’ipotesi di usare gli F24 in compensazione ci sarebbe una forte opposizione della Ragioneria dello Stato. Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti già nei giorni scorsi si era detto “freddo”, dal momento che, stando ai dati, molte banche e assicurazioni sono «ben lontane dall’aver già» esaurito i propri spazi.
Meloni contro Superbonus, è servito solo a far lucrare banche
Intanto la premier Giorgia Meloni è tornata ad attaccare il superbonus rispondendo, in sede di replica nell’Aula della Camera in occasione dell’intervento in vista del Consiglio Ue, a chi, come i deputati del M5S puntavano il dito contro il governo anche sulla direttiva europea per le “case green”. «Dite che noi siamo “il governo dell’austerità” anche se io sono molto distante dall’austerità - ha detto Meloni alzando il tono della voce - ma se questo significa mettere delle pezze a un provvedimento che ha creato un buco da 40 miliardi per non efficientare davvero gli edifici e ristrutturare per lo più seconde case, creando un debito di 2000 euro a persona anche a chi non ha una casa solo per aiutare le banche a lucrarci sopra, allora sì, io sono a favore dell’austerità», ha concluso tra gli applausi della maggioranza.
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