Calcio

Superlega, fischio finale: Inter e Milan si sfilano. Agnelli s’arrende, la Juve crolla in Borsa

Tramonta nella notte il progetto del nuovo torneo. Il presidente della Juve apre alle proposte di Fifa e Uefa. Londra pensa a un’authority sul calcio

Superlega, tutte le sei squadre inglesi si sfilano dal progetto

5' di lettura

È cominciato in una notte, quella tra domenica e lunedì 19 aprile, il sogno della Superlega europea di calcio. E, ironia della sorte, tramonta in una notte, quella tra martedì e mercoledì 21 aprile: i sei club inglesi avviano le procedure per uscire dalla costituenda Super League, mentre sul fronte italiano Inter e Milan fanno sapere di non essere più interessate a prendere parte al progetto e su quello spagnolo esce l’Atletico Madrid. Intanto il numero uno della Juventus e presidente dimissionario di Eca, Andrea Agnelli, apre a Fifa e Uefa. Ed è costretto ad ammettere: la Superlega non esiste più. Parole dopo le quali il titolo della Juve fa segnare un -12,7% in Borsa.

La Juve ammette: ridotte possibilità

«Pur rimanendo convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali», la Juventus ritiene che il progetto Superlega «presenti allo stato attuale ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito». Lo precisa il club. «La Juventus rimane impegnata - aggiunge la nota - nella ricerca di costruzione di valore a lungo termine per la Società e per l'intero movimento calcistico».

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Super League: «Noi nel giusto, progetto da riconsiderare»

Siamo anni luce distanti dai venti di guerra che hanno soffiato negli ultimi due giorni. «La situazione attuale nel calcio europeo necessita di un cambiamento. Una nuova competizione serve perchè il sistema non funziona, la nostra proposta è pienamente conforme alle leggi. Ma alla luce delle circostanze attuali valuteremo i passi opportuni per rimodellare il progetto». Questa è la posizione ufficiale della Super League. Decisivo il passo indietro delle «sei sorelle» inglesi, ossia Liverpool, Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea e Tottenham sulla scia delle critiche arrivate dai tifosi, dagli stessi calciatori e dal mondo politico, con il premier Boris Johnson a guidare il fronte dei contrari.

Proprio il capo del governo britannico, in un tweet, nella serata di martedì ha fatto pressioni sui club inglesi affinché seguissero la scelta di Chelsea e City, rinunciando alla nuova competizione. A distanza di qualche ora, Johnson è tornato sull’argomento, sempre sul suo profilo Twitter: «Accolgo con favore l’annuncio di ieri notte. Questo è il risultato giusto per i tifosi, i club e le comunità di tutto il paese. Dobbiamo continuare a proteggere il nostro amato gioco nazionale».

Anche dall’Unione europea cantano vittoria. «Una vittoria del buonsenso. Il calcio europeo non è per pochi privilegiat», scrive su Twitter il vice presidente della Commissione Ue Margaritis Schinas commentando il naufragio del progetto.

Liverpool, uno striscione di protesta ad Anfield (Afp)

Londra pensa a un’authority per il controllo del calcio

La vicenda, in Inghilterra, in un certo senso ha fatto scuola. Downing Street infatti pensa a un’autorità indipendente di sorveglianza e regolazione sul calcio, sul modello delle agenzie del farmaco o di tanti altri organismi settoriali analogh. Lo ha detto stamane in un’intervista radiofonica il ministro della Cultura e dello Sport, Oliver Dowden, precisando che a pronunciarsi al riguardo sarà il comitato d’inchiesta da lui stesso istituito due giorni fa, nel pieno della polemica sulla Superlega, affidato alla presidenza della deputata Tory ed ex viceministra Tracy Crouch e improntato a una forte presenza al suo interno di rappresentanti del tifo organizzato inglese. La revisione della commissione Crouch «guidata dai tifosi approfondirà anche questo tema», ha detto il ministro, evocando inoltre il modello tedesco come un possibile esempio per rispondere ai problemi finanziari del club. Non senza sottolineare come le maggiori società della Bundesliga «non abbiamo partecipato alla Superlega» fin dall'inizio. «Gli investimenti internazionali nel calcio - ha poi sottolineato Dowden - sono stati una cosa buona, hanno accresciuto la qualità del gioco, dei calciatori, di tutto. Non dico quindi che non dobbiamo averli, ma penso sia giusto studiare come i tifosi possano avere una quota» nel controllo del movimento calcistico.

Il dietrofront delle inglesi: l’Arsenal si scusa

Una inversione a «u» inattesa è arrivata in blocco, costringendo i 12 club fondatori a un incontro straordinario nella notte. Il primo a defilarsi è stato il Manchester City che ha «formalmente avviato le procedure per il ritiro», posizione seguita a ruota da Tottenham, Chelsea, Liverpool e Manchester United, che ha annunciato anche le dimissioni (da fine 2021) di Ed Woodward, uno dei principali promotori del progetto. C’è poi chi è arrivato a chiedere scusa, come l’Arsenal. «Abbiamo commesso un errore e ce ne scusiamo», l’ammissione dei Gunners in un tweet.

Le scuse del patron del Liverpool

Anche il patron americano del Liverpool si cosparge il capo di cenere: «Voglio scusarmi con tutti i tifosi e i sostenitori del Liverpool Football Club per i disagi causati nelle ultime 24 ore», dichiara John W. Henry in un messaggio video. Il numero uno dei Reds ammette che l’iniziativa non era destinata ad avere «il sostegno dei tifosi. In queste 48 ore vi abbiamo ascoltati, vi ho ascoltati», prosegue, estendendo le scuse all’allenatore Jürgen Klopp (pubblicamente contrario alla Superlega), a Billy Hogan, ai calciatori della squadra. Ma soprattutto ai tifosi che - ammette - sono stati «quelli trattati più ingiustamente».

Andrea Agnelli (Ap)

L’Inter si sfila, Agnelli apre a Fifa e Uefa

Qui da noi è l’Inter la prima a prendere le distanze dall’iniziativa: «Il progetto della Superlega allo stato attuale non è più ritenuto di interesse dall’Inter», comunicano fonti nerazzurre. Intanto Agnelli, tra i principali promotori dell’iniziativa assieme al presidente del Real Madrid Florentino Perez, apre al dialogo con Fifa e Uefa: «Se ci fanno una proposta, valuteremo. Fra i nostri club c’è un patto di sangue, il progetto della Superleague ha il 100 per cento di possibilità di successo. Vogliamo creare la competizione più bella al mondo, capace di portare benefici all’intera piramide del calcio, aumentando la distribuzione delle risorse agli altri club e rimanendo aperta con cinque posti disponibili ogni anno per gli altri, da definire attraverso il dialogo con le istituzioni del calcio. C’è piena volontà di continuare a partecipare a campionato e coppe nazionali», spiega Agnelli.

La Superlega non esiste più

Andrea Agnelli

«Noi rimaniamo nelle competizioni domestiche, andremo a giocare in ogni stadio d’Italia, di Spagna e d’Inghilterra. Il nostro lavoro resterà intrinsecamente legato alle competizioni domestiche. Ogni settimana daremo ai tifosi le partite dei campionati nazionali e di una nuova competizione, capace di avvicinare le generazioni più giovani che si stanno allontanando dal calcio». A distanza di qualche ora, il presidente della Juventus è costretto ad ammettere: «La Superlega non esiste più». Quindi, una nota ufficiale del club torinese: «Pur rimanendo convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali», la Juventus ritiene che il progetto Superlega «presenti allo stato attuale ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito. La Juventus rimane impegnata - aggiunge la nota - nella ricerca di costruzione di valore a lungo termine per la Società e per l’intero movimento calcistico».

Il passo indietro del Milan: «Sensibili alla voce dei tifosi»

Il Milan esce di scena nella tarda mattinata di mercoledì. «La voce e le preoccupazioni dei tifosi in tutto il mondo rispetto al progetto di Super League sono state forti e chiare, e il nostro Club deve rimanere sensibile e attento all’opinione di chi ama questo meraviglioso sport», scrive la società rossonera in un comunicato. Il Milan spiega di aver «accettato l’invito con genuina intenzione» per creare migliore competizione possibile e «tutelare gli interessi del club. Il cambiamento non è facile - si legge nella nota - ma l’evoluzione è necessaria per progredire». Tra le spagnole, l’Atletico Madrid affida a un comunicato stampa il proprio passo indietro.

Il presidente Uefa Aleksander Ceferin (Epa)

Uefa, Ceferin: «Ammirevole riconoscere di aver sbagliato»

Mano tesa da parte del presidente Uefa Aleksander Ceferin: «Ieri ho detto che è ammirabile ammettere di aver sbagliato e questi club hanno fatto un grande errore», scrive in una nota ufficiale. «Ma adesso sono tornati in gruppo e so che hanno tanto da offrire, non solo alle nostre competizioni, ma all’intero calcio europeo. La cosa importante adesso è andare avanti insieme e ricostruire l’unità di cui godeva prima questo sport».

Lo striscione di protesta dei tifosi juventini

La protesta dei tifosi juventini

Anche nella tifoseria juventina, nel frattempo, si apre il fronte del dissenso: «La nostra storia non va infangata, barattata e commercializzata», si legge su uno striscione del Viking, gruppo ultrà bianconero, comparso sui cancelli dell’Allianz Stadium di Torino nella notte. «Noi siamo la Juventus Fc. No alla Superlega...Vergognati!», si legge ancora sullo striscione che in queste ore sta facendo il giro dei social e che sembra riferito proprio al presidente del club Agnelli.

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