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Supply Chain sostenibile: alcuni esempi virtuosi da seguire

Le grandi imprese possono accompagnare le piccole nei processi di cambiamento grazie a piani di sviluppo e supporto in diversi ambiti

di Paolo Mondo *

(ANSA)

4' di lettura

Il coinvolgimento e la cooperazione con i fornitori negli obiettivi di sostenibilità implica, da un lato, un processo di selezione e valutazione dei parametri ESG in fase di qualifica e in fase di esecuzione di un contratto nella logica di un miglioramento continuo. Dall’altro, richiede di supportare i fornitori nell’identificare e risolvere criticità, prevedendo piani di sviluppo e supporto in vari ambiti: programmi di sensibilizzazione e formazione sulla sostenibilità, piani di sviluppo di competenze manageriali, stimoli alla innovazione, supporto finanziario ed alla internazionalizzazione.

L’accompagnamento da parte delle grandi imprese nel percorso di sostenibilità delle più piccole - attraverso workshop, questionari, gruppi di lavoro anche con il supporto di terze parti - si inquadra in un’ottica win-win: le grandi imprese possono contare su fornitori già avanzati, più strutturati, affidabili e quindi più competitivi, mentre le piccole e medie possono beneficiare di risorse economico-finanziarie e di apprendimento customizzate.

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Cosa si sta facendo in Italia? Oltre ad una generalizzata adesione ai principi del Global Compact delle Nazioni Unite ed alle indicazioni comunitarie nei Bilanci di Sostenibilità dei grandi Gruppi, sono molte le iniziative di coinvolgimento e sostegno del proprio indotto industriale prese da importanti player nell’industria italiana all’interno dei propri programmi per la Sostenibilità. Ne riportiamo alcune significative.

1) Leonardo ha, da anni, implementato un programma di sviluppo sostenibile dei fornitori chiave chiamato LEAP (Leonardo Empowering Advanced Partnerships), che mira a valorizzare capacità ed eccellenza tecnologica dei partner, promuovendo la crescita della piccola e media impresa nazionale. Ad oggi, sono circa 200 i fornitori coinvolti e per oltre 120 sono già stati attivati progetti di miglioramento e sviluppo inclusa formazione manageriale e tecnico-specialistica, sviluppo di competenze per la trasformazione digitale, accordi di partnership commerciale di lungo periodo. A partire dal 2020, inoltre, Leonardo ha introdotto il nuovo modello, LEADS (Leonardo Assessment and Development for Sustainability), per la valutazione dei parametri di sostenibilità e di sviluppo dei fornitori chiave, misurabili nel tempo.

2) We Build vanta, da almeno 5 anni, un coinvolgimento di lavoratori e forniture locali - nei vari territori su cui opera - costantemente superiore al 90% (da un 75% nel 2015), con oltre 15,000 fornitori da 70 Paesi, 84% della propria forza lavoro, di oltre 100 nazionalità, assunta localmente. Questo si traduce in un importante effetto moltiplicatore sui territori: 7 volte per il numero dei lavoratori locali rispetto ai dipendenti, 3,5 volte in termini di remunerazione per ogni € di stipendio pagato, 3,6 volte il Gross Domestic Product generato per ogni € di valore aggiunto. In ambito sicurezza sui cantieri in Italia, le attività condotte sulla filiera di fornitura, nel periodo 2021-2022, includono 138 sessioni di skill training e 322 di safety training.

3) Barilla ha incrementato costantemente negli anni la fornitura delle proprie materie prime da fonti sostenibili coinvolgendo oltre 10,000 aziende agricole in progetti di agricoltura sostenibile, sulla base di due specifiche per il grano tenero legate a proprie linee di produzione e marchi: il Mulino Charter and e l’Harry’s Charter. Pomodori e basilico per i sughi sono quanto più possibile coltivati in prossimità degli stabilimenti produttivi, per ridurre tempi e distanze dal raccolto al processo di trasformazione. L’agricoltura locale è promossa anche per il grano duro, materia prima della pasta, in cui Barilla è leader mondiale: 90% del grano duro è acquistata localmente e per il 42% con contratti diretti con gli agricoltori.

4) Maire Tecnimont nel 2020 ha sottoscritto un accordo con Cassa Depositi e Prestiti e ha lanciato il suo Programma UP destinato al rafforzamento del proprio indotto industriale in Italia finalizzata ad aumentare la competitività e la capacità di innovare delle imprese dell’impiantistica italiana. A poche settimane dalla firma dell'accordo, viene lanciato il Growth Program, destinato ai propri partner italiani selezionati, che si articola in tre aree di intervento: sviluppo industriale, volto alla crescita, alla digitalizzazione, alla innovazione, al co-engineering; supporto finanziario, ovvero studio di soluzioni finanziarie a medio lungo termine e di strumenti di gestione del capitale circolante, attraverso i servizi messi a disposizione da CDP; Knowledge sharing, ossia acquisizione di competenze tramite la condivisione delle conoscenze maturate dal Gruppo.

5) Fincantieri già nel Maggio 2020, nel contesto della crisi pandemica in Italia, firmava un accordo con UBI Banca destinato a sostenere finanziariamente le aziende del comparto della meccanica e della componentistica. L’accordo - che ha coinvolto alcune categorie della filiera meccanica e della componentistica come fornitori di materie prime, semilavorati, componenti; impiantisti, fornitori di arredamenti, montatori di cantiere - ha reso disponibile liquidità attraverso soluzioni agevolate come il factoring e la cessione del credito.

6) Snam, nel 2021, ha avviato un progetto all’interno della strategia Net Zero Carbon per definire obiettivi di riduzione delle emissioni Scope 3 al 2030, andando oltre a quelli già definiti nel proprio perimetro aziendale relativi a Scope 1 e 2. Le emissioni Scope 3 di Snam corrispondono al 41% del totale e includono quelle derivanti dalle società partecipate, dalla filiera di fornitura, da attività di estrazione dei combustibili, dalla produzione e trasporto dell’energia elettrica, da viaggi di lavoro. Sono stati definiti due obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 rispetto ai valori 2019. I target sono in linea con l’obiettivo di contenimento del riscaldamento globale entro 1,5°C stabilito nell’Accordo di Parigi e rendono Snam la prima azienda di infrastrutture energetiche all’interno dell'Unione europea a stabilire tali target anche verso i propri fornitori.

* Senior Executive Advisor - NTTData

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