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Suzuki Gsx-8S, come va la nuova naked di Hamamatsu

La nuova “nuda” di Suzuki sfoggia un bicilindrico frontemarcia come detta il trend attuale, ma introduce numerose innovazioni che rendono il modello una vera e propria fun bike

di Gianluigi Guiotto

3' di lettura

È stata una delle novità di Suzuki presentate allo scorso Eicma di Milano: la nuova Gsx-8S (9mila euro, blu, bianca o nera) introduce il marchio nipponico in un segmento quanto mai effervescente come quello delle naked, cui Honda ha dato un bello scossone lo scorso anno con la nuova versione della Hornet. In comune con la rivale, la Gsx-8S ha la geometria del motore, un bicilindrico frontemarcia (addio all'amato motore a V) condiviso con l'enduro V-Strom 800De, “gemella diversa” anch'essa lanciata a Eicma: 776 cc, 83 cv di potenza e 78 Nm di coppia sono le sue cifre. Per il motore, imbrigliato in un bel telaio in acciaio a traliccio cui è fissato un forcellone in alluminio, Suzuki ha scelto un albero motore con manovellismo a 270° e doppio contralbero, il primo (brevettato) su una moto di serie, che posiziona i due contralberi a 90° rispetto all’albero motore. L'obiettivo è il puro divertimento di guida. È stato raggiunto? Per capirlo abbiamo deciso di provarla su strada.

Suzuki Gsx-8S

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Com'è. La linea è spigolosa, con il frontale fortemente caratterizzato dalla coppia di fari a led esagonali a disposizione verticale: sicuramente qualcosa di nuovo, destinato a dividere il pubblico. Dietro i fari si trova la strumentazione composta da uno schermo tft lcd a colori da 5 pollici: fornisce informazioni chiare e disposte in modo da essere facilmente leggibili a colpo d'occhio; non è però possibile connettere lo smartphone. La ciclistica è tradizionale e degna di una moto sotto i 10 mila euro: forcella Kyb a steli rovesciati non regolabile, mono ammortizzatore regolabile nel precarico, impianto frenante Nissin, con un anteriore potente composto da due dischi da 310 mm.

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Come va. La sella, non molto imbottita e posta a 810 mm da terra, si stringe molto vicino al serbatoio in modo da permettere a tutti di toccare terra e di avere un ottimo controllo della moto. Il bello è che anche i più alti trovano comoda la triangolazione sella-pedane-manubrio, grazie all'interasse di 1.465 mm che è più lungo di quello della sorella maggiore Gsx-S 1000. La posizione è comoda, non caricata sui polsi, ma con una netta sensazione di controllo dell'anteriore che si avverte comunque molto “vicino”. Avviato il bicilindrico, si apprezza il sound che si discosta dalla normalità dei bicilindrici attuali soffocati dall'Euro 5: rauco e dal tono cattivo, è musica per le orecchie degli appassionati. Dentro la prima (senza rumori molesti), partiamo, buttandoci nel traffico cittadino: la naked Suzuki si divincola bene tra le auto in coda, digerisce bene le buche e si guida senza fatica. Ma è quando cominciano le curve che inizia il divertimento: il motore, controllato dall'elettronica che offre tre mappature (Active, Basic e Comfort, in ordine decrescente di “briosità”) è sempre pronto, privo di effetto on-off anche nella mappatura più sportiva (A). Basta aprire il gas per ottenere una spinta poderosa che prosegue ai medi regimi e si attenua in alto (qualcuno potrebbe desiderare un allungo maggiore), dove però la patente è fortemente a rischio d “coriandolizzazione”. Insomma, la guida che offre la Gsx8-S è da vera sportiva: rigorosa nelle traiettorie impostate, non sorprende mai con reazioni inaspettate ma è sempre precisa, specie all'anteriore. Anche sul dritto, a velocità autostradale, a parte il vento dal quale non si ha alcun riparo, la Gsx-8S sorprende per la sua stabilità. La forcella, infatti, pur filtrando bene le buche, è solida nel reggere le staccate più aggressive e non fa mai scomporre la moto. Con 202 kg in ordine di marcia, la Suzuki non è la più leggera tra le naked di questa cilindrata, ma in movimento i kg in più si dimenticano grazie al baricentro basso cui contribuisce lo scarico 2 in 1 posizionato in basso. Nonostante il doppio contralbero, però, le vibrazioni si fanno sentire leggermente intorno ai 5mila giri, ma nulla di fastidioso. Degno di lode, infine, il cambio elettronico che consente di snocciolare le marce – in su e in giù – con notevole spensieratezza.

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