Tabacchi, con il Covid i criminali puntano allo shop illecito on line
La pandemia cambia i canali di spaccio: si espande il commercio illegale delle sigarette elettroniche e degli stick per i prodotti a tabacco riscaldato
di Marco Ludovico
I punti chiave
3' di lettura
Il contrabbando di sigarette si adatta alla pandemia. Ci sono meno vendite di sigarette illecite per strada o tra i punti di vendita “fisici”. Sale invece sempre di più l’illegalità on line. Meno facile da controllare, più accessibile agli acquirenti imprudenti e ai venditori senza scrupoli. I due generi di prodotto più ricercati sulla rete, liquidi per le sigarette elettroniche e sigarette per i dispositivi a tabacco riscaldato, fanno gola. La mappa aggiornata della nuova illegalità è nel report 2021 “Il commercio illecito di prodotti del tabacco e sigarette elettroniche in Italia” di Intellegit-università di Trento con il contributo di Bat-British American Tobacco Italia, presentato oggi al Senato.
E-cig, quattro su dieci acquistate su canali illegali.
Nel report, curato da Andrea Di Nicola e Giuseppe Espa, un focus sui prodotti di nuova generazione on line spiega come dal 2018 il consumo di sigarette tradizionali nel mercato legale sia in calo (-8,4%). In grande crescita, invece, quello dei prodotti del tabacco riscaldato (+250%) e dei liquidi da inalazione per le sigarette elettroniche (+200%), compreso l’aumento della domanda e offerta illegale. Circa quattro utilizzatori di sigarette elettroniche su dieci hanno acquistato i liquidi da inalazione per sigarette elettroniche da uno o più canali non autorizzati, come siti Internet stranieri o che comunque spediscono in Italia i propri prodotti da Paesi stranieri (28%).
Inganni e sotterfugi in rete
Le motivazioni dell’acquisto «risiedono nel risparmio (53%), la possibilità di comprare prodotti in grande quantità (28%) e/o di acquistare liquidi con additivi non disponibili nei rivenditori leciti (27%)». Due consumatori di liquidi da inalazione su dieci non sanno che tali prodotti possono essere venduti soltanto tramite canali autorizzati. E il 35% ha dichiarato di non sapere che esistono rivenditori illeciti di eLiquids, spiega il report di Intellegit. Con un’osservazione allarmante: «Sei persone su dieci hanno dichiarato che continueranno ad acquistare i prodotti con le stesse modalità anche in futuro. Confermando la reale possibilità che il mercato illecito di liquidi da inalazione crescerà nei prossimi anni». Le macro aree dei rivenditori stranieri sono negli Stati Uniti, Spagna, Regno Unito, Germania e Russia.
Tracce di cannabis nei liquidi per sigarette
Giovanni Russo (Direzione nazionale Antimafia) sottolinea le preoccupazioni «sulla salute dei cittadini. Nel mercato illecito dei liquidi per le sigarette elettroniche abbiamo trovato sostanze nocive e in alcuni casi anche il principio attivo della cannabis». Osserva Roberta Palazzetti, numero uno di Bat Italia e Area Director Sud Europa: «Il report stimola una sinergia positiva tra istituzioni, eccellenze accademiche, aziende e forze dell’ordine, siamo orgogliosi di continuare a fare la nostra parte. Con la nuova frontiera del contrabbando, il commercio illecito dei liquidi per le sigarette elettroniche e degli stick per i prodotti a tabacco riscaldato - sottolinea Palazzetti - è indispensabile che industria e istituzioni cooperino». Aggiunge Gilberto Pichetto Fratin, viceministro dello Sviluppo Economico: «Servono provvedimenti a tutela degli operatori e dei produttori del settore. Il commercio illecito provoca pesanti perdite annuali al bilancio dello Stato in termini di dazi doganali e tasse perse». La stima è di almeno 800 milioni non introitati dall’Erario. Palazzetti ha espresso anche il plauso per la «politica fiscale equilibrata che, mantenendo prezzi accessibili ai consumatori sul mercato legale, consente di arginarlo, a differenza di altri Paesi in cui prezzi molto elevati portano il mercato illecito a crescere e prosperare».
Un allarme ormai generalizzato
«Occorre una revisione dell’intero comparto che riconduca a unità la disciplina nazionale in tema di tracciabilità e rete di vendita autorizzata» rileva nel report Marcello Minenna, numero uno delle Dogane. Mette in evidenza nel documento il generale Giuseppe Arbore, capo del reparto Operazioni della Guardia di Finanza: «Il contrabbando rappresenta un importante business per le organizzazioni criminali, anche di stampo mafioso». E la Finanza svolge da tempo «una costante attività di monitoraggio e carotaggio della rete internet. Con la crisi pandemica - osserva il generale Arbore - le associazioni criminali hanno ampliato la loro rete di distribuzione e vendita dei tabacchi lavorati esteri al minuto, anche tramite e-commerce, con la consegna dei prodotti di contrabbando direttamente presso il domicilio dell’acquirente». Solo nel 2019 la Gdf ha fatto 2.863 operazioni di contrasto al contrabbando.
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