Budget Ue 2021-2027

Cresce (di poco) il contributo italiano al bilancio Ue, tagli a coesione e Pac

Il buco lasciato da Brexit costringerà i 27 a versare di più e a ridimensionare le poste di bilancio destinate ad alcuni settori, come agricoltura e coesione

di Beda Romano

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3' di lettura

BRUXELLES (Dal nostro corrispondente) - È una partita ancora incertissima quella relativa al prossimo bilancio comunitario 2021-2027. Il negoziato tra i governi è iniziato, ma è verosimile che entrerà nel vivo con l’entrata in funzione della prossima Commissione europea. Intanto Bruxelles ha deciso di pubblicare i dettagli della proposta di bilancio presentata nel maggio scorso. Complice anche la prossima uscita dell’Unione europea del Regno Unito, t utti i Paesi sarebbero chiamati a un aumento del proprio contributo, anche l’Italia.

I numeri della proposta
Parlando durante una conferenza stampa qui a Bruxelles, il direttore generale responsabile del bilancio della Commissione europea Gert-Jan Koopman ha voluto chiarire la posta in gioco. La proposta comunitaria prevede spese per il prossimo settennato pari all’1,11% del reddito nazionale lordo (Rnl), in calo rispetto al bilancio che si chiuderà nel 2020 (1,16% del reddito nazionale lordo). La media dei contributi nazionali passerà dallo 0,81 del Rnl nel 2020 a 28 allo 0,91% del Rnl nel 2027 a 27.

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Effetto Brexit
Nei fatti, la Commissione europea è stata chiamata ad affrontare il buco di bilancio britannico; a rivedere nuove priorità di spese ed investimenti; ad abolire gradualmente gli sconti di bilancio (i cosiddetti rebates), in un contesto generale di maggiore controllo della spesa richiesto dai Paesi più ricchi, ossia i contributori netti nel bilancio comunitario. A fare le spese dei tagli sono l’agricoltura e la coesione, a favore delle nuove priorità (migrazione, sicurezza, ricerca, innovazione).

«Abbiamo proposto ai governi di compensare il buco britannico con tagli alla spesa e un incremento dei contributi nazionali, tenuto conto della necessità di aumentare la spesa nelle nuove priorità», ha riassunto il direttore generale Coopman. Vi è una chiara modifica della struttura del bilancio: la quota dedicata all’agricoltura dovrebbe scendere dal 46% al 29%, quella dedicata alla coesione dovrebbe diminuire dal 33% al 29%; in entrambi i casi rispetto al 2000-2006. In forte aumento i programmi dedicati alle nuove priorità.

L’aumento dei contributi nazionali
I dati pubblicati dalla Commissione europea mostrano che la proposta prevede un aumento dei contributi nazionali per tutti i Paesi membri. Il contributo italiano (paese pagatore netto) aumenterebbe in media dallo 0,85% nel 2014-2020, allo 0,87% del reddito nazionale lordo nel 2021-2027. In assoluto, il contributo annuale in base ai prezzi 2018 passerebbe in media da 14,91 miliardi di euro a 15,27 miliardi di euro. La differenza - ancora provvisoria, tutta legata tra le altre cose al consuntivo del periodo settennale ancora in corso - potrebbe rivelarsi minore.

L’esecutivo comunitario ha deciso di uscire allo scoperto per via di una serie di articoli pubblicati dalla stampa tedesca che ha ritenuto fuorvianti. Peraltro, nel negoziato diplomatico di queste ultime settimane i Paesi che ancora oggi godono di uno sconto (Germania, Austria, Danimarca, Svezia e Olanda) vorrebbero goderne anche nel prossimo bilancio settennale. Invece «il nostro obiettivo è di portare tutti i 27 paesi membri a livelli comparabili», ha detto ieri Gert-Jan Coopman.

La trattativa giunge in una fase politica delicata. Non c’è governo che non debba fare i conti con le pressioni nazionalistiche a casa propria, in un contesto economico difficile. Ancora ieri Bruxelles ha ricordato che il contributo al bilancio è compensato dagli enormi vantaggi ottenuti dalla partecipazione al mercato unico. Secondo la Commissione, a fronte di contributi nel 2021-2027 pari allo 0,90% del Rnl in media annua, i benefici tratti dal mercato unico aumenteranno il reddito del 5,92%. L’Italia sarà con la Grecia il Paese che meno beneficierà del mercato europeo, con un incremento del reddito sempre in media annua del 4,33%.

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