Taglio parlamentari, il caso Basilicata e Umbria che perdono oltre metà dei senatori
Ogni regione perde circa un terzo dei deputati. La variazione percentuale del taglio degli eletti è simile ma non uguale per tutte le regioni e naturalmente non ha toccato la piccolissima Val D'Aosta che avendo già oggi un solo parlamentare non potrebbe scendere a zero
di Andrea Gagliardi
2' di lettura
La riforma che taglia di un terzo i parlamentari avrà ripercussioni che potrebbero essere oggetto di critiche da parte delle regioni medio piccole (Trentino Alto Adige, Friuli, Liguria, Marche, Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sardegna) che, specie al Senato, non eleggeranno parlamentari di tutte le opposizioni, visto il nostro sistema tripolare. La variazione percentuale del taglio degli eletti è simile ma non uguale per tutte le regioni e naturalmente non ha toccato la piccolissima Val D'Aosta che avendo già oggi un solo parlamentare non potrebbe scendere a zero. L'altra regione piccola, il Molise, perderà invece un deputato in meno sui tre che eleggeva prima, ma manterrà intatto il numero di senatori (due).
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Il caso Basilicata e Umbria al Senato
Alla Camera (che passa da 630 a 400 deputati) e al Senato (da 315 a 200 parlamentari) tutte le circoscrizioni vedranno una riduzione drastica, con una media del 36,5%. Sopra la media alla Camera le circoscrizioni Sicilia 1 (da 25 a 15 deputati) e Lazio 2 (da 20 a 12). Da segnalare al Senato il caso dell’Umbria e della Basilicata. Sono le due regioni che subiscono in percentuale l’emorragia maggiore. Qui i senatori sono più che dimezzati (-57%). In entrambe le regioni infatti si passa da 7 a soli 3 eletti.
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Il nodo legge elettorale
Ieri i capigruppo della maggioranza hanno reso pubblico il documento sulle riforme di garanzia per compensare il taglio del numero dei parlamentari. Taglio che impatta in primis sul sistema di voto: i collegi dell'attuale Rosatellum diventeranno enormi, soprattutto al Senato (da 800mila a un milione di abitanti in alcuni casi), con l'effetto che nelle regioni più piccole sarebbero eletti solo senatori del primo partito. Entro l’anno andrà dunque trovato un accordo sulla riforma elettorale.
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Le riforme di garanzia
A blindare il voto sul taglio dei parlamentari c'è anche l'accordo sulle riforme raggiunto nella coalizione di governo. Entro ottobre andranno presentate 3 mini-riforme costituzionali: voto ai dociottenni anche in Senato, elezione del Senato su base pluriregionale e non solo regionale, diminuzione dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica in proporzione al ridotto numero dei parlamentari. Occorrerà inoltre intervenire sui regolamenti parlamentari per permettere alle minoranze di poter costituire gruppi e partecipare al lavoro delle commissioni.
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