COSTI DELLA POLITICA

Taglio dei parlamentari: ecco le condizioni del Pd per il via libera

Per il Pd (che in Parlamento ha sempre votato contro la riforma) se ne può parlare ad una condizione: che la riforma sia accompagnata dalla revisione della legge elettorale in senso proporzionale

di An.Ga.

Salvini: per me ok taglio parlamentari e poi al voto

2' di lettura

Il taglio del numero dei parlamentari, imprescindibile per il M5s, resta il primo grande scoglio da superare sulla strada dell’accordo programmatico per un governo giallo-rosso. Il leader M5s Luigi Di Maio ha messo la questione al primo punto del suo decalogo, «tra le priorità» del calendario d'aula. Per il Pd (che in Parlamento ha sempre votato contro la riforma) se ne può parlare ad una condizione: che la riforma sia accompagnata dalla revisione della legge elettorale in senso proporzionale. La soluzione, accettata dal M5S nei colloqui informali degli ultimi giorni, è dunque quella di proporzionalizzare il sistema elettorale togliendo i collegi e introducendo una soglia congrua (5%).

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Questa modifica, inoltre, dovrebbe essere accompagnata, per il Pd, almeno dall'introduzione in Costituzione della sfiducia costruttiva sul modello tedesco per non aumentare ulteriormente il rischio di ingovernabilità nonché da una modifica dei regolamenti parlamentari. Un “pacchetto” complessivo che impedisce l’approvazione immediata del taglio dei parlamenari targato M5s. E che ha pertanto l’orizzonte della legislatura.

Il provvedimento del taglio era in calendario il 22 agosto alla Camera, per l’ultimo passaggio. Ma le dimissioni di Conte hanno imposto lo stop. L'11 luglio era stato superato il terzo dei quattro round per la sforbiciata. Con 180 sì e 50 no il Senato ha approvato il testo blindato della riforma costituzionale che riduce il numero degli “onorevoli” a quota 600 (contrari Pd, gruppo Misto e Autonomie; Forza Italia non ha partecipato al voto): ossia 345 poltrone in meno (ridotto da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori).

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Quella del taglio dei parlamentari è una bandiera del Movimento, che stima risparmi di «100 milioni di euro all'anno, 300 mila euro al giorno». Con le dimissioni di Conte il lavoro delle Camere si è bloccato. Eppure il lavoro fatto non andrà perso se la legislatura prosegue. In presenza di un accordo politico tra forze capaci di comporre un nuovo governo si ripartirebbe dal punto in cui si è interrotto il lavoro. Ossia dalla terza lettura del Senato.

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