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Taglio parlamentari, nuovo colpo di scena: raggiunte le firme con il soccorso di Lega e parte di Fi

Dopo la rinuncia di 7 senatori a sottoscrivere la richiesta di referendum , sono state 11 le new entry che hanno deciso di aderire consentendo così di depositare il quesito in Cassazione. Hanno aggiunto le loro firme: 5 senatori di Fi, 6 della Lega e 1 di Leu

di Emilia Patta

Arriva referendum, Parlamento light torna in discussione

2' di lettura

Nuovo colpo di scena nella vicenda del referendum sul Ddl costituzionale per il taglio dei parlamentari. I tre promotori del referendum sul
taglio dei parlamentari, Andrea Cangini (Fi), Tommaso Nannincini
Pd) e Nazario Pagano (Fi) sono entrati in Cassazione alle 15 per depositare le 71 firme necessarie per la richiesta. Ben 7 in più del numero minimo richiesta di 64.

La marcia indietro
Il nuovo colpo di scena è avvenuto dopo che quattro senatori di Forza Italia, capeggiati da Massimo Mallegni, avevano deciso di ritirare la loro firma dall’iniziativa. I numeri in realtà sono stato a lungo ballerini, perché nel Pd è partita una corsa a ritirare le firme. Lo hanno fatto nelle ultime ore i senatori del Pd Francesco Verducci e Vincenzo D'Arienzo. A ritirare stamattina la firma sul referendum confermativo sul taglio dei parlamentari è stato anche il senatore M5s, Mario Michele Giarrusso.

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Dopo defezioni, hanno firmato 11 new entry
Dopo la rinuncia di 7 senatori a sottoscrivere la richiesta di referendum per il taglio del parlamentari, sono state 11 le new entry che hanno deciso di aderire consentendo così la possibilità di depositare il quesito in
Cassazione. Hanno aggiunto le loro firme: 5 senatori di Fi, 6 della Lega e 1 di Leu. La Cassazione avrà 30 giorni di tempo per verificarle. Poi, se tutto filerà liscio, toccherà al Governo fissare la data tra maggio e giugno.

Il pressing di Salvini
Che il leader leghista Matteo Salvini si stesse spendendo per arrivare al traguardo del referendum era chiaro già da ieri. Lo faceva presagire in particolare la dichiarazione in cui Salvini osannava il ricorso ai referendum: «Io ritengo che quando i cittadini si possono esprimere è sempre meglio, io farei referendum su tutto, come in Svizzera ogni mese». Poi si erano diffuse le voci secondo cui il leader del Carroccio era al lavoro per convincere l’area “salviniana” di Forza Italia a rimpiazzare i senatori azzurri vicini a Mara Carfagna che sono tornati sui loro passi. Poi, per blindare i numeri, Salvini avrebbe convinto anche alcuni dei suoi a firmare. In questo modo dalle 62 firme rimaste si sarebbe passati a 71. Alla domanda se il referendum sul numero dei parlamentari possa accelerare la data delle elezioni, ha risposto: «Sì. Abbiamo dato un contributo per avvicinare la data delle elezioni, perchè prima va a casa questo Governo di incapaci e meglio è, non per Salvini ma per l'Italia».

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