Legge di bilancio

Taglio del reddito di cittadinanza dal primo rifiuto di un’offerta di lavoro

In arrivo correttivi alla bozza di manovra, si conferma la revoca del sussidio dal secondo “no” da parte del beneficiario occupabile

di Giorgio Pogliotti

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2' di lettura

Introduzione di un meccanismo di decalage che tagli mensilmente l’importo del reddito di cittadinanza già a partire dal primo “no” ad un’offerta congrua da parte del beneficiario. Con una normativa specifica che servirà per certificare il rifiuto di un lavoro da parte del percettore del sussidio. Sono due delle integrazioni apportate alla bozza legge di Bilancio, come è emerso ieri nella riunione di Palazzo Chigi, convocata dal premier Mario Draghi, e i ministri Andrea Orlando (Lavoro) e Stefano Patuanelli (Agricoltura) proprio per fare il punto sul reddito di cittadinanza, rifinanziato con 1 miliardo dalla manovra attesa in Senato.

Una norma per certificare il rifiuto di un lavoro

Il riferimento è alla bozza della legge di Bilancio entrata in consiglio dei ministri lo scorso 28 ottobre, che introduceva il principio della revoca del reddito di cittadinanza al secondo rifiuto (e non più al terzo) di un’offerta di lavoro congrua, prevedendo un taglio mensile di 5 euro a partire dal sesto mese. Questa seconda misura, dunque, è stata corretta con l’introduzione appunto di un decalage che scatta al primo rifiuto di un’offerta congrua. Quanto poi alla certificazione di questo rifiuto, si sta perfezionando una misura ad hoc, come anticipato dal ministro Orlando: «Sulla verifica delle offerte di lavoro ricevute e rifiutare ci sarà una normativa di dettaglio che espliciterà le modalità in cui questa effettiva comunicazione si realizzerà».

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Verifica su copertura ammortizzatori e non autosufficienza

Oggetto di verifica nel pacchetto di misure sul lavoro in manovra sono anche le coperture destinate all’estensione degli ammortizzatori sociali alle micro, piccole e medie imprese dei servizi: oggetto di valutazione è la copertura assicurata dalla dote (4,5 miliardi di saldo netto e 3 miliardi di indebitamento nel 2022), su cui i tecnici del governo stanno facendo simulazioni. Altro tema “caldo”, la copertura per l’istituzione del Fondi per la non autosufficienza da 100 milioni (2022), 200 milioni (nel 2023 e 2024) e 300 milioni a regime (dal 2025).

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