Taiwan schiera la contraerea dopo il blitz cinese nella zona di difesa
Lo sconfinamento di 26 aerei da guerra cinesi nell’area taiwanese mette in allerta l’isola: Pechino non ha gradito il supporto strategico di G7 e NATO
di Rita Fatiguso
I punti chiave
2' di lettura
La linea dura del G7 e della NATO sulla Cina e il contemporaneo supporto dell’Alleanza atlantica nei confronti di Taiwan, la “provincia ribelle” che Pechino vorrebbe riportare all’ovile, aggravano le tensioni sullo Stretto. Taipei ha schierato la contraerea dopo lo sconfinamento denunciato dal ministro della Difesa martedì scorso, quando ben 26 aerei da guerra cinesi sono entrati nella Air Defence Identification Zone (ADIZ) di Taiwan, la peggiore incursione registrata dallo scorso mese di aprile.
La reazione di Pechino alle mosse di G7 e NATO
G7 e NATO avevano appena sottolineato «l’importanza della pace e della stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan» incoraggiando «la risoluzione pacifica delle questioni attraverso lo Stretto» facendo riferimento, per la prima volta, alla questione Taiwan, che Pechino il 15 giugno ha reagito con forza.
Taiwan è uno snodo cruciale nello scacchiere politico globale, e non è la prima volta che suscita reazioni uguali e contrarie tra i due blocchi Usa-Cina.
Ma l’ultima incursione, con effetto combinato mare-terra - non solo caccia J-16 e J-11 ma anche pattugliamenti navali con testate nucleari - è stata la più pesante sullo spazio aereo dell’isola. Nei mari del Sud della Cina, nel frattempo, la portaerei USS Ronald Reagan è operativa, una presenza che potrebbe complicare le cose in un’area ad alto rischio.
L’importanza strategica di Taiwan
Sia Pechino, sia Washington, a parole hanno finora dichiarato di voler evitare ogni futuro conflitto su Taiwan, ma nel frattempo è in atto sull’isola un duello strategico che tocca soprattutto la capacità tecnologica e industriale.
Un settore importante è quello dei semiconduttori, ma in genere c’è l’industria avanzata da difendere.
Dal 1979 con il Taiwan Relations Act, gli Stati Uniti hanno deliberatamente evitato di prendere posizione, ma le cose sono cambiate a partire dall’arrivo sulla scena politica di Donald Trump, e ora di Joe Biden, che hanno imboccato una strada molto più assertiva.
Proprio martedì scorso Daniel Kritenbrink, nominato ambasciatore per tutta l’area del Sud Est asiatico ha detto che Washington dovrebbe incrementare il supporto nei confronti di Taiwan, a tutto campo. Le dichiarazioni di Carbis Bay e della NATO hanno fatto il resto.
Pechino ha deciso di reagire in maniera ferma, e l’incursione aerea ne è un chiaro segnale.
La diplomazia del vaccino tra Pechino e Taiwan
In questo frangente, Taiwan è alle prese con un nuovo attacco di Covid-19 , solo il 3% della popolazione è stato vaccinato, il 6% dei suoi 23,5 milioni di abitanti ha ricevuto un vaccino.
Taiwan ha anche rifiutato l’offerta di vaccini Pfizer dalla cinese Fosun, considerandola una sorta di manovra politica da parte di Pechino. Però ha autorizzato Terry Gou, il miliardario taiwanese che ha creato Foxconn e TSMC, la sua azienda leader nei semiconduttori, a negoziare a nome del Governo per ottenere vaccini.
L e infezioni rimangono relativamente basse, ma Taipei sa che deve procedere nelle vaccinazioni di massa se vuole uscire definitivamente dall’incubo pandemia.
E fintanto che non ci sarà un patto commerciale con gli Usa, che pure è stato di recente ventilato, questi approvvigionamenti saranno sempre complicati.
Giappone e Australia, alleati degli Usa, restano a guardare. Non hanno espresso finora alcuna posizione autonoma.
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