ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl Festival dell’Economia di Trento

Tajani: sì a un’alleanza tra popolari, conservatori e liberali in Europa

Il ministro degli Esteri (Fi) nonché vicepremier sulla ratifica del Mes: «Favorevole ma qualche riserva su regolamento c’è»

di Emilia Patta

Tajani: Spese per l'emergenza fuori dal Patto di stabilità

2' di lettura

«Dopo le elezioni europee del 2024 penso a un’alleanza tra popolari, conservatori e liberali». È il ministro azzurro degli Esteri nonché vicepremier Antonio Tajani a esplicitare, per la prima volta in modo netto, il progetto di “ribaltone” delle alleanze in Europa in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo del 2024. Un progetto a cui la premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sta lavorando da mesi come leader dei conservatori europei.

Un cambio ai vertici Ue che Tajani - dal palco del Teatro sociale di Trento nell’ambito del Festival dell’Economia, dove è collegato in video - auspica anche per invertire la rotta di una politica ecologica giudicata «fondamentalista» e «ideologica».

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Clima, Tajani: servono obiettivi raggiungibili e non ideologia

Il tema è quello della dead line del 2035 per la messa al bando delle automobili a benzina, ma riguarda molti fronti della nostra industria e della nostra agricoltura. «La nostra posizione è molto chiara: siamo impegnati fortemente contro il cambiamento climatico, puntando sulla green economy che è foriera di grande opportunità - dice Tajani -. Ma ciò che importante è avere una visione pragmatica e non ideologica per dare ai settori produttivi il tempo di convertirsi. Pensiamo all’agricoltura, all’automotive e all’imballaggio. Non sono un negazionista, ma la transizione deve consentire alle imprese di restare competitive e di non perdere posti di lavoro. Solo nel settore dell’automotive si rischiano 70mila posti di lavoro». E ancora: «Non condivido molte delle posizioni del vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, che mi sembrano legate più a vicende politiche che al merito visto che mi pare che Timmermans vuole essere il candidato presidente della Commissione dei socialisti. Dobbiamo sempre ricordare che l’ambiente è parte della natura ma al centro della natura c’è l’uomo».

Pnrr: l’Italia ha le carte in regola

Quanto al tema del Pnrr al centro delle polemiche di questi giorni, Tajani ribadisce la linea ribadita da Meloni proprio a Trento: «La linea del governo è quella di utilizzare tutti i fondi del Pnrr. Credo che l’Italia abbia le carte in regola. Sono convinto che è questione di poco per quanto riguarda la terza tranche».

Inflazione: alzare tassi in maniera eccessiva è un danno

Né poteva mancare la critica alla Bce per la decisione di alzare i tassi in risposta all’inflazione: l’inflazione che c’è in Italia e in Europa - argomenta Tajani - non è provocata da fattori interni come negli Usa ma è dovuta alla guerra e al caro energia. «E visto che noi siamo una realtà industriale dobbiamo facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese. Se alziamo i tassi in maniera eccessiva facciamo un danno e rischiamo di spingere il Paese verso la recessione come sta succedendo in Germania».

Favorevole sul Mes, ma qualche riserva su regolamento c’è

Un distinguo rispetto alla premier e agli alleati però Tajani se lo concede. E lo fa sul Mes nei giorni in cui il pressing di Bruxelles per la ratifica si fa sentire più forte. «Personalmente non sarei contrario al Mes. Ma tra i partiti della maggioranza ci sono sensibilità diverse sul nuovo regolamento».

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