emergenza covid

Tamponi e quarantena, il manuale per il rientro sicuro dalle vacanze

In alcuni casi il tampone è obbligatorio (per chi rientra da Malta, Spagna, Croazia e Grecia), in altri consigliato (per chi ha soggiornato in Sardegna). Poi ci sono due Paesi per i quali è previsto obbligo di quarantena in caso di transito (Romania e Bulgaria)

di Andrea Gagliardi

Al via tamponi a Linate: test a tutti senza prenotazione

3' di lettura

Nell'estate della pandemia di Covid-19 non è sempre facile districarsi tra le misure adottate da governo e regioni per i rientri dalle vacanze. Le regole vengono aggiornate di continuo a seconda dell'andamento dell'epidemia, le regioni spesso si muovono in ordine sparso. E in molti hanno deciso di rinunciare a viaggiare per non rischiare l'isolamento al ritorno. Cerchiamo di ricapitolare cosa va fatto e quando va fatto rientrando dalle vacanze. In alcuni casi il tampone è obbligatorio (per chi rientra da Malta, Spagna, Croazia e Grecia), in altri consigliato (per chi ha soggiornato in Sardegna). Poi ci sono due Paesi per i quali è previsto obbligo di quarantena in caso di transito (Romania e Bulgaria). Per il resto non sono previste misure particolari per i vacanzieri.

Tamponi obbligatori per i rientri da Croazia, Spagna, Grecia e Malta

Chi nei 14 giorni precedenti all'arrivo in Italia ha soggiornato in Croazia, Grecia, Malta e Spagna, deve presentare alle autorità una certificazione attestante che, nelle 72 ore antecedenti all'ingresso nel territorio nazionale abbia effettuato un tampone con esito negativo. Oppure, entro 48 ore dal rientro deve fare un tampone all’aeroporto, al porto di sbarco o contattando l'azienda sanitaria locale di riferimento. In attesa di effettuare il test si deve osservare l'isolamento fiduciario presso la propria abitazione. Mentre la maggior parte degli aeroporti italiani si è attrezzata con postazioni per fare tamponi rapidi (risultato in 30 minuti), sono ancora pochi invece i porti che hanno preso provvedimenti. Ad Ancona, dove arrivano la maggior parte dei traghetti dalla Croazia e parte di quelli dalla Grecia, ad esempio, non è stato fatto neanche un tampone. Non solo. Mentre in regioni come il Lazio l’obbligo di isolamento domiciliare sussiste fino al risultato negativo del tampone fatto al drive in, in altre come la Lombardia in attesa dell'esito del tampone post vacanza è solo fortemente consigliato di ridurre la vita sociale e usare la mascherina anche all'aperto e con i conviventi nella propria abitazione. Da ricordare poi il caso isolato della Campania. Qui una nuova ordinanza del governatore Vincenzo De Luca impone il tampone a tutti i residenti della regione di rientro dalle vacanze da qualsiasi Paese estero.

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Quarantena per chi proviene da Romania e Bulgaria

Alle persone che intendono fare ingresso nel territorio nazionale e che nei quattordici giorni antecedenti hanno soggiornato o transitato in Bulgaria o in Romania, si applica l'obbligo di
sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario per due settimane

Tamponi possibili per chi rientra dalla Sardegna

Di fronte al moltiplicarsi di focolai in Sardegna, molte regioni hanno previsto la possibilità di effettuare un tampone a chi rientra dopo aver soggiornato sull’isola. Un accordo ancora non c'è, ma al tavolo del ministero della Salute, regioni e governo si incontreranno a breve per stabilire come gestire i test per chi riparte e per chi arriva. Intanto la Regione Lazio ha indicato 20 drive-in nella Capitale, o direttamente agli aeroporti - Fiumicino e Ciampino - e al porto di Civitavecchia dove sono disponibili i test con risposta in 30 minuti. Test disponibili anche negli aeroporti lombardi di Malpensa e Milano Linate, e nello scalo bolognese. A Napoli chi rientra si mette in fila all'Ospedale Cotugno; in Liguria, nonostante l'aumento dei contagiati di rientro dalla Sardegna nel porto di Genova, il governatore si è opposto all'obbligo di tampone. A Torino si fa la fila all'Ospedale Amedeo di Savoia.

Arrivi da Paesi non europei

L'ingresso in Italia da tutti gli Stati che non fanno parte dell'Ue o dell'accordo di Schengen è consentito solo per «comprovate esigenze lavorative di assoluta urgenza, motivi di salute, comprovate ragioni di studio, rientro presso il proprio domicilio».

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