Taranto affida il nuovo Piano urbanistico a Francesco Karrer
Domani, 13 dicembre è in programma una seduta ad hoc del consiglio comunale. L’architetto – già presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici – aveva già operato nella città pugliese. L’obiettivo è rigenerare e riqualificare la città, superando la sola visione industriale contenuta dei precedenti documenti e armonizzando gli aspetti infrastrutturali e ambientali
di Domenico Palmiotti
I punti chiave
3' di lettura
Dopo l’incarico, portato a termine nel 2019, del Documento programmatico preliminare, arriva la chiamata del Comune per firmare il nuovo Piano urbanistico generale di Taranto (Pug) a circa 40 anni di distanza dall'ultimo. Francesco Karrer, docente universitario e urbanista, già presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, si rimette al lavoro per Taranto. Lo start è fissato il 13 dicembre «con una seduta del Consiglio comunale – spiega Karrer al Sole 24 Ore – in cui si darà l’incipit politico a questo lavoro raccogliendo le prime indicazioni».
«Si parte – prosegue Karrer, che ha avuto una serie di confronti col sindaco Rinaldo Melucci – dalla rivisitazione degli obiettivi del Dpp del 2019 che fu un momento importante in quanto il Documento venne approvato all’unanimità, cosa che accade di rado. La rivisitazione avverrà partendo dalle vicende nuove che nel frattempo hanno interessato Taranto: Giochi del Mediterraneo nel 2026, costruzione di un nuovo stadio che avrà accanto una struttura alberghiera, stato di alcuni comparti edificatori molto avversati, nuovo sistema di trasporto pubblico con le linee elettriche Brt, fermata di alta capacità-velocità nella stazione di Nasisi, parco regionale del Mar Piccolo istituito dalla Regione Puglia. In rapporto alla situazione e alle nuove osservazioni, si stabilirà il grado di rivisitazione del Dpp».
I limiti del Piano attuale
«L’attuale Piano di Taranto – rileva Karrer con un riferimento alle vicende industriali della città – è sicuramente datato ma è soprattutto “figlio” della logica di 40 anni fa, quando si pensò che sulla spinta di grandi attività produttive e dell’indotto che ne sarebbe conseguito, sarebbe cresciuta la base operaia, quindi le famiglie, che allora erano numerose, e le residenze». Inoltre, rileva Karrer, rispetto ai “vecchi” Prg «non c’è stato interesse a fare varianti continue perchè, fatto il Piano, si assegnano anche diritti edificatori. E dunque il Piano stesso diventa anche una “banca dei diritti”. Solo che prima dell’introduzione dell’Imu, il taglio delle cubature era quasi senza costo. Poi con la proprietà immobiliare assoggettata all’Imu, la storia cambia. Basta l’adozione del Piano, non l’approvazione, per far aumentare il valore di quell’area, di quel metro cubo, anche se il valore si crea dopo. E dove le previsioni urbanistiche sono state generose – aggiunge Karrer – i proprietari stanno cercando di fare retromarcia e chiedono riduzioni per non pagare l’Imu su terreni che non saranno mai edificati».
Il nuovo Pug
La linea che ispirerà il nuovo Pug di Taranto sarà, sostiene Karrer, «la valorizzazione dell’impronta urbana. Che significa lavorare su quello che è la citta, la proiezione spaziale della città sociale, quindi spazi interclusi, zone a bassa densità, zone da ripianificare, chiusura di maglie, recupero di centro storico, la parte antica, e centro urbano. Sulla città vecchia, per esempio, dobbiamo anche immaginare qualcosa di coraggioso. Penso alla sicurezza, a vie di fuga. Andrebbe visto seriamente un piano di prevenzione, che è importante, e lo chiederò all'amministrazione comunale. Per la città vecchia va anche migliorato l’interscambio con le altre aree della città e sarà un bell’esperimento l’anno prossimo quando, per lavori, Taranto dovrà fare temporaneamente a meno del ponte girevole».
Per il centro urbano, invece, strutturato a maglia rettangolare, il focus dovrà spostarsi «dall’urbanistica di tipo predittivo sugli spazi a quella sulle forme d’uso, anche delle attività che riqualificano e servono a rilanciare il tessuto fisico che ha tutte le potenzialità». Altro aspetto da affrontare, per Karrer, è la valorizzazione dell’ampio waterfront di Taranto, per il quale ci sono già delle iniziative di Autorità portuale e Comune.
«Tempi del Pug? Non è mai un problema tecnico o dei progettisti che sono interessati a chiudere presto – osserva Karrer –. Dipende dalle condizioni politiche, dal grado d’impegno dell’amministrazione, dalla volontà di fare e da quello che il piano consentirà di fare anche in relazione alla cattura delle risorse. Il Pug – conclude – non è solo disciplina dell’uso del suolo, ma anche uno strumento per competere sulle risorse».
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