Taranto, tre denunciati e feriti per il falò abusivo di San Giuseppe. Spesi 15mila euro per ripulire
Nel quartiere Tamburi sette persone finiscono al pronto soccorso
di Domenico Palmiotti
3' di lettura
Tre persone, tra cui un minore, denunciati per incendio doloso. Sette feriti refertati per lesioni dal personale del pronto soccorso dell'ospedale di Taranto, nessuno dei quali in gravi condizioni. La prognosi maggiore ha riguardato un giovane per 15 giorni. Molti danni alle auto in sosta e agli edifici vicini con i vetri in frantumi. Spesi 15mila euro dall'Amiu, l'azienda comunale dell'igiene urbana, per bonificare e mettere in sicurezza le zone cittadine interessate.
È il bilancio finale di quanto avvenuto nella serata del 19 marzo a Taranto con l'esplosione di un falò abusivo acceso nel quartiere Tamburi per la festa di San Giuseppe. Un grave episodio che poteva trasformarsi in tragedia. E un altro grave episodio si è verificato in un altro rione a poca distanza dai Tamburi, Paolo VI, dove i fuochi di artificio accesi insieme al faló hanno raggiunto la folla con la loro traiettoria.
Per l'episodio nel quartiere Tamburi, la Polizia ha ricostruito il tutto visionando le immagini circolate subito sui social. Un uomo 57enne, utilizzando una scala, avrebbe versato del liquido infiammabile sulla catasta di legna già a forma di piramide. Dopo alcuni minuti, un giovane, munito di un bastone alla cui estremità era fissata una stoppa, anch'essa imbevuta di liquido infiammabile, avrebbe chiesto ad un'altra persona vicina al falò, di dar fuoco allo straccio. Quest'ultimo, appena posato sul cumulo di legna, ha provocato una forte deflagrazione, seguita da tanto fumo e dal volo di schegge dei materiali bruciati che hanno colpito molti dei presenti. Nel Pronto Soccorso dell'ospedale Santissima Annunziata di Taranto, dove nel frattempo si erano riversati numerosi feriti, la Polizia ha individuato l'uomo che, dalla comparazione con le immagini, si ritiene sia quello che ha versato la benzina sulla catasta. Al Pronto Soccorso era presente anche il figlio minorenne. Sarebbe colui che impugna il bastone per l'accensione del falò. Ed è stato individuato anche l'uomo che ha dato fuoco alla stoppa imbevuta di liquido infiammabile.
Per il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, “quel che è accaduto nei quartieri Tamburi e Paolo VI non è da sottovalutare, anche alla luce delle continue segnalazioni che ci giungono da quelle aree, per esempio rispetto all'ostilità mostrata nei confronti dei tanti cantieri di rigenerazione urbana che abbiamo avviato”. “La sensazione - ha detto il sindaco di Taranto - è che vi sia una sorta di netta opposizione al cambiamento, un rifiuto delle regole che noi, invece, dobbiamo contrastare”. Secondo il sindaco, “a fronte di pochi elementi che discreditano questa città e mettono a repentaglio una vita serena della comunità, c’è una stragrande maggioranza di cittadini onesti, responsabili, laboriosi, che merita che nessuno si arrenda”.
Il presidente dell'azienda di igiene urbana del Comune, Kyma Ambiente, Giampiero Mancarelli, ha ricordato come nei giorni precedenti la festa di San Giuseppe e sino al mattino del 19 marzo, più di 50 tonnellate di materiali accatastati per i faló abusivi, erano state portate via con squadre e mezzi meccanici al lavoro. La stessa area dei Tamburi dove si e verificata l'esplosione, al mattino si presentava pulita. C'è stata anche qualche giorno fa una sassaiola ai danni degli operatori ambientali e degli agenti di Polizia locale. Per Mancarelli, “episodi come quelli che si sono verificati non sono legati alla tradizione. Parliamo di pura inciviltà”.
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