Taranto, dai fondi Ue del Jtf la scommessa per il rilancio
La commissaria Ue Ferreira: «Lavoriamo al passaggio a un’industria pulita e sana». Quattro i progetti in campo per 250 milioni e conclusione degli investimenti al 2029
di Domenico Palmiotti
I punti chiave
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«Stiamo aspettando di ricevere il piano completo dall’Italia che poi dobbiamo analizzare», ma a Taranto «sono molto lieta di vedere che le prospettive ci sono. Sono tantissime».
Così Elisa Ferreira, commissaria Ue per la coesione e le riforme, sul Just Transition Fund (Jtf), il fondo per la transizione giusta che, su un plafond di 17,5 miliardi di euro, ne mette a disposizione dell’Italia 1,2 di cui 795,6 milioni di euro a Taranto e 367,2 al Sulcis Iglesiente, aree le cui economie sono molto legate alle fonti fossili. «Stiamo parlando di aiuti straordinari – inquadra Ferreira – per tutte quelle Regioni in cui l’occupazione è fortemente dipendente da industrie in transizione. Ne abbiamo identificate un centinaio di queste Regioni in tutta Europa e si tratta di un sostegno che viene ad aggiungersi, quindi complementare e supplementare, ai normali fondi di coesione».
I progetti: cintura verde, Mar Piccolo e ricerca
C’è «un ottimo dialogo in corso con le autorità locali» spiega Ferreira, che ieri a Taranto ha incontrato il sindaco Rinaldo Melucci, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, e una pluralità di soggetti che vanno da Confindustria ai sindacati, da Confcommercio all’associazionismo. «Ci sono molti progetti in fase avanzata di preparazione» afferma Ferreira su Taranto e il Jtf. E tra questi, quelli relativi al Comune: una cintura verde attorno alla città, il Mar Piccolo e le attività legate al mare, un progetto finanziato da Horizon (ricerca in Europa) «che riguarda l’applicazione di tecnologie mediche e scientifiche con l’analisi dell’impatto dell’ambiente sulla salute umana». In particolare, il Comune di Taranto ha candidato quattro progetti, stimati in 250 milioni complessivi, che riguardano la Green Belt, la Biennale del Mediterraneo, il Campus della ricerca e Sea Hub. Fine degli investimenti prevista nel 2029, posti complessivi a regime circa 14mila tra mantenuti e nuovi, diretti e indotto.
«C’è una dinamica locale – afferma Ferreira – che sta lavorando e che sui progetti è veramente attiva. Questo mi ha fatto capire come, a livello locale, tutti i soggetti portatori di interesse siano motivati». Attenzione però a scegliere, raccomanda Ferreira. Perché, chiarisce, «a Bruxelles non si decide quale progetto, quante persone o quale azienda. Non funziona così. Bruxelles eroga i fondi e poi sta a livello locale scegliere e decidere i progetti giusti, in base alle conoscenze ed esigenze locali, e fare quello che è necessario. Da Bruxelles arrivano i fondi, ma non le decisioni di merito. Sta alle autorità locali prenderle».
Riqualificare il territorio senza eliminare l’industria
Quale è la direzione di marcia del Jtf? A chi pone il problema dell’impatto sull’ambiente e sulla salute dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, Ferreira risponde affermando che la strategia Ue, che «ha assunto una leadership mondiale nella riqualificazione delle industrie, non significa eliminazione o sparizione dell’industria, ma riqualificazione. Il passaggio a un’industria che sia veramente pulita, ambientale e sana. Questo è il forte impegno dell’Unione Europea e noi stiamo seguendo molto da vicino la situazione a livello locale». «Non posso entrare nel merito di questioni di politica nazionale o locale – aggiunge Ferreira – ma posso dire che le alternative ci sono e su queste si sta lavorando per trovare una soluzione anche a livello industriale, che sia compatibile con queste esigenze fondamentali».
Finanziamenti europei per l’Italia al massimo storico
La commissaria mette insieme fondo di sviluppo di sviluppo regionale, il fondo sociale, Pnrr («qualcosa di completamente nuovo») e Jtf («a sostegno della creazione di occupazione e in particolare aiutando i lavoratori a riqualificarsi o ad acquisire nuove competenze») e sottolinea: «Grazie al combinato disposto di questi finanziamenti, l’Italia gode adesso di un potenziale che è un massimo storico di finanziamenti. Questo può permetterci di avere fiducia nel fatto che il tutto vada a grande vantaggio soprattutto del Mezzogiorno d’Italia che può fare molto con tutti questi fondi, sviluppando una nuova prospettiva, creando nuova occupazione, sviluppo sostenibile, soprattutto con l’obiettivo di tenere occupati qui i giovani».
I timori di Emiliano per la centralizzazione del governo
I timori di Emiliano per le mosse del governo
«Dal confronto con la commissaria ricaviamo la sensazione di aver svolto bene il nostro lavoro» commenta il sindaco Melucci. Mentre il presidente Emiliano richiama a Ferreira «i rischi che stiamo correndo con riferimento all’utilizzo dei fondi per il superamento della questione meridionale (europei, sviluppo e coesione, aree interne e Zes, ndr) a seguito dell’accentramento di poteri in capo alla presidenza del Consiglio, che esautora le regioni del Mezzogiorno sulle politiche di loro maggiore interesse». Lo stesso timore era stato sollevato dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha incontrato la commissaria Ferreira mercoledì 4 ottobre.
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