Taranto, dopo il parco eolico offshore è scontro sul fotovoltaico in mare
Un privato propone un nuovo investimento. Conflitto su chi deve rilasciare l'autorizzazione. Sentenza del Tar: tocca al ministero
di Domenico Palmiotti
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Sulle fonti rinnovabili con impianti in mare, a Taranto rischia di accendersi un nuovo conflitto. La città pugliese è stata la prima a vedere in funzione il primo parco eolico offshore del Mediterraneo. È quello di Renexia, 30 MW di potenza installata, 10 turbine posizionate al largo del molo polisettoriale, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 60.000 persone. Impianto inaugurato ad aprile 2022, che ha cominciato a produrre energia dall'estate, rifinanziato a dicembre con 83,9 milioni di euro, ma ci sono voluti 14 anni di attesa segnati da varie vicissitudini (societarie, giudiziarie, burocratiche, progettuali) prima di partire con i lavori, durati circa 12 mesi. Ora Taranto può anche essere la prima città per un parco fotovoltaico in mare (ne sono stati progettati in bacini chiusi come, per esempio, la laguna di La Loggia nell’area di Torino) ma su questo progetto è sorto un conflitto tra l'Autorità di sistema portuale del Mar Ionio e il privato che si é fatto avanti, la società Nicetechnology.
La nuova iniziativa: 50-52 milioni di investimento, 48 MW
Il conflitto verte su chi debba autorizzare il parco fotovoltaico, investimento da 50-52 milioni di euro, “in capo a soggetti italiani” si precisa, 48 MW di energia da fonte solare, 48 ettari di superficie affianco a Punta Rondinella nell'area del porto, copertura del fabbisogno di 80mila utenti. Il Tar di Lecce, al quale Nicetechnology si é rivolta non essendo stato possibile trovare un'intesa con l'Authority, sull'autorizzazione si é espresso nelle ultime ore con una sentenza della prima sezione. Che dice: unico soggetto competente al rilascio dell'Autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili è il Mase, il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il Mims, ministero delle Infrastrutture, mentre il rilascio della concessione demaniale marittima è rimasto in capo all'Autorità portuale ma «si configura, piuttosto, come un sub-procedimento all’interno dell'iter principale». «Per tali ragioni - rileva il Tar - l’avviso impugnato esula dalle prerogative dell'Asp, essendo la competenza di quest'ultima limitata al rilascio della sola concessione demaniale nell'ambito del sub-procedimento volto al rilascio dell'Autorizzazione unica di competenza del Mase di concerto con il Mims».
L’avviso esplorativo dell'Autorità portuale
L'avviso impugnato cui si riferisce il Tar è quello esplorativo lanciato dall'Autorità portuale lo scorso marzo per verificare la possibilità di costruire, in tema di energia rinnovabile, un partenariato pubblico-privato. Avviso che scadeva inizialmente il 16 giugno ma che poi il 6 giugno è stato prorogato sino al 14 luglio. In questa procedura il privato non si é inserito e, rivendicando la titolarità delle competenze del ministero, già ad agosto scorso ha presentato il progetto al dicastero dell'Ambiente che attualmente lo ha in esame. Il privato sostiene che tra qualche mese potrebbe arrivare l'autorizzazione alla costruzione. Se il timing sarà davvero questo, via al cantiere il prossimo anno per finire i lavori nel giro di un anno.
L’investitore: ora ci sia collaborazione. Il pubblico: andiamo al Consiglio di Stato
Intanto, sulla sentenza del Tar é battaglia. Dice Luigi Severini di Nicetechnology (Severini ha anche progettato il parco eolico offshore di Renexia ed é in corsa per altri parchi eolici tra Sicilia e Sardegna): “È una sentenza importante. Ma non parliamo di scontro tra noi e l'Autorità portuale. Andava invece chiarita una situazione legislativa che si sovrapponeva e che dava adito a interpretazioni sbagliate. La sentenza del Tar di Lecce fa luce su cosa siano le norme di primaria importanza rispetto ad altre che devono seguire. La scala gerarchica delle norme, insomma”. “Mi auguro, adesso, che possa cominciare un percorso di collaborazione con l'Authority” aggiunge Severini. Replica a stretto giro Sergio Prete, presidente dell'Autorità portuale: “La sentenza é sbagliata e la impugneremo subito al Consiglio di Stato. Ma in ogni caso, al di lá dell'esito, per noi la sentenza é favorevole perché, di fatto, riconosce la competenza dell'Autorità di sistema portuale per il rilascio della concessione”. “Noi - aggiunge Prete - ci esprimeremo sulla concessione all'interno del procedimento del ministero dell'Ambiente. Ma la parte finale della sentenza parte da un altro presupposto, come se volessimo rilasciare noi l'autorizzazione unica. Invece non é così. Nell'avviso pubblico esplorativo dell'Authority c'é scritto che è una fase preliminare e vale solo per l'individuazione del proponente. Che poi deve procedere con la domanda al ministero”. “L'avviso non é finalizzato all'autorizzazione del parco fotovoltaico - aggiunge Prete -. Noi vogliamo scegliere la tipologia di soluzione fra quelle proposte perché deve essere coerente con la nostra programmazione. Chi dovesse farsi avanti, impresa o consorzio che sia, sempre al ministero dell'Ambiente deve andare. Dove noi ci saremmo pronunciati formalmente sulla concessione”. Il privato prova a lanciare segnali di collaborazione e propone all'Authority una suddivisione di ruoli. “Noi siamo in grado di fare un progettazione rapida - dichiara Severini - e metterla a disposizione dell'Authority. Se loro si focalizzano sullo storage, sullo stoccaggio, e noi invece facciamo l'energia, la combinazione funziona bene”. Ma l'Authority respinge al mittente l'offerta: “Assolutamente no - ribatte Prete -. Noi siamo partiti con l'avviso e il mercato lo abbiamo sondato e lo stiamo sondando. Il nostro é un percorso di assoluta trasparenza. Vogliamo ascoltare tutti. Seguiremo quella strada perché vogliamo che sia la tecnologia, se non gli operatori, a suggerirci la soluzione migliore per soddisfare l'interesse pubblico. Qui, purtroppo, ci troviamo davanti ad un interesse privato che vuole realizzare qualcosa all'interno di un ente pubblico rispetto ad un'iniziativa pubblica che questa finalità persegue”. “Manifestazioni di interesse verso il partenariato pubblico-privato sull'energia non ce ne sono ancora state, ma stavano per essere formalizzate - conclude Prete -. C'é stato molto interesse e in questi giorni si sarebbero dovute formalizzare le domande”.
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