Taranto, scuole a confronto con le polveri Ilva
di Domenico Palmiotti
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A novembre 2016 era stata ultimata la spesa di circa nove milioni di euro per mettere a norma cinque scuole del quartiere Tamburi. Vicine allo stabilimento ex Ilva, oggi Arcelor Mittal Italia, quelle scuole negli anni hanno sofferto tutti i danni di un pesante inquinamento. Ma la messa a norma (tra cui l'efficientamento energetico) non è bastata. In questi ultimi due anni, infatti, quelle scuole hanno continuato a soffrire ogni qualvolta che soffiava il vento dall'area industriale. Vento che trasportava le polveri minerali Ilva (le giornate di “Wind Day” segnalate dall'Arpa Puglia) e rendeva impossibile aprire le finestre di aule e corridoi per il normale ricambio dell'aria. Sono nate così le ordinanze del sindaco di Taranto che prima hanno vietato le lezioni nei giorni di “Wind Day” e poi hanno modulato la frequenza scolastica in base ad orari e necessità. Ma adesso tutto questo per le scuole dei Tamburi “Giusti”, “Vico”, “Gabelli”, “Deledda” e “De Carolis” - scuole dell'infanzia, primaria e media inferiore - dovrebbe quantomeno essere mitigato. Il commissario di Governo per la bonifica di Taranto, Vera Corbelli, ha infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale la gara per la ventilazione meccanica controllata degli edifici, valore circa tre milioni e mezzo di euro. La conclusione dei lavori è prevista in 90 giorni dall'affidamento.
In questo modo, spiega il commissario Corbelli, verrà assicurata una adeguata ventilazione con ricambi d'aria negli ambienti scolastici. «Per gli edifici - dichiara -sono previsti l'installazione di impianti di ventilazione artificiale e filtrazione d'aria, con il conseguente miglioramento della vivibilità e della qualità dell'aria, garantendo la tutela della salute degli studenti, dei docenti e del personale in servizio presso gli istituti del quartiere Tamburi». Gli uffici del commissario hanno realizzato la progettazione dell'intervento di “Ventilazione meccanica controllata” che prevede l'installazione di apparecchiature dotate di sistemi di filtrazione in grado di trattenere le polveri sottili (PM 10 e PM2.5) nonché di filtro elettrostatico per le polveri di ferro. Per il commissario Corbelli, «l'intervento di ventilazione meccanica delle scuole interviene su una delle criticità più forti dell'area garantendo a studenti e docenti una scuola più sicura e più salubre». «Si tratta - afferma- di un intervento strettamente correlato con gli altri previsti nell'area e rappresenta un'ulteriore azione per l'ambientalizzazione e riqualificazione. L'intervento - dice ancora il commissario di Governo - si correla con la riqualificazione e l'adeguamento termico-impiantistico delle scuole Deledda, Vico, De Carolis, Gabelli e Giusti che è stato già completato; con la caratterizzazione e l'analisi di rischio delle aree esterne alle scuole Deledda, De Carolis ed ex D'Aquino, completata, e con la riqualificazione delle aree esterne delle scuole del quartiere Tamburi per la quale è stata completata la progettazione ed è in avvio l'affidamento». Intervento, quest'ultimo, il cui iter è partito a novembre: 891mila euro. L'intervento sugli edifici scolastici è stato il primo progetto messo in pista dal commissario alla bonifica la cui competenza è tutta l'area extra Ilva: Tamburi, cimitero di Taranto, anch'esso vicino al siderurgico, Mar Piccolo, Comune di Statte, discarica rifiuti radioattivi Ex Cemerad.
Certo, la ventilazione meccanica delle scuole non è affatto il massimo per bambini e ragazzi (moltissime, in questi anni, le proteste per l'impossibilità di frequentare le lezioni a causa del vento e delle polveri). E la sera del 25 febbraio migliaia di persone sono scese in strada a Taranto, per una fiaccolata silenziosa, per ricordare i bambini vittima dell'inquinamento e rivendicare una vera svolta ambientale. Quello della ventilazione meccanica é pur sempre un intervento tampone in una realtà urbana dove i problemi dell'inquinamento e dell'impatto della fabbrica restano tutti. Ma un cambiamento non dovrebbe essere lontano. Per il primo dei due parchi materie prime del siderurgico, quello minerali, e da dove il vento solleva le polveri (le materie prime sono stoccate all'aperto), si sta costruendo la copertura. Sarà ultimata a fine anno. Intanto è già visibile tutta la struttura fatta di grandi arcate in acciaio sulla quale è cominciato il posizionamento dei pannelli di copertura. Dopo il parco minerali, toccherà a quello del fossile con la conclusione dei lavori prevista l'anno prossimo. Costo dei due interventi, affidati all'impresa friulana Cimolai, circa 300 milioni.
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