Tasca: vino e ospitalità ad alto tasso sostenibile
di Fernanda Roggero
2' di lettura
Una tradizione centenaria, cinque tenute sparse per l'intera isola, un'incursione bio-chic nell'ospitalità, una coraggiosa “vineria letteraria” nel centro di Palermo dove si discute di intelligenza artificiale come di sport o di polis e soprattutto un'incrollabile fiducia nella sostenibilità come motrice di progresso.
Tasca d'Almerita, il celebre marchio di vino siciliano è tutto questo. E non potrebbe avere testimonial migliori, per raccontarlo, del sorriso sincero e carico di entusiasmo di Alberto Tasca e della sobria naturale signorilità della moglie Francesca.
Sono stati a Milano un paio di settimane fa per raccontare “a che punto siamo arrivati”.
L'ultima nata è la vineria Le Cattive all'interno di Palazzo Butera, riportato a nuova vita da Massimo e Francesca Valsecchi, raffinata coppia di collezionisti d'arte contemporanea. Il complesso settecentesco, sottoposto a titanica opera di recupero e di restauro, è tornato ad essere l'ideale “porta” aperta verso la città, un ponte tra il fronte del porto e lo storico quartiere della Kalsa. In programma un susseguirsi di residenze di artisti, a cominciare da Manifesta 12 nell'autunno scorso, scambi e collaborazioni con musei e atenei internazionali, workshop e laboratori: tutto all'insegna dell'interscambio e della contaminazione in una sorta di “grande bottega creativa” d'ispirazione rinascimentale. Tutti gli eventi culturali della vineria letteraria - tra cui gli “aperitivi per la mente” - sono curati da Cogito, associazione fondata due anni fa.
Tutte e cinque le tenute sono indipendenti, ci tiene a sottolineare Alberto Tasca. “Dobbiamo imparare dai territori che hanno tutti esigenze diverse”, spiega. L'esempio più eclatante è l'isola di Mozia, dove Tasca coltiva 12,5 ettari in stretta collaborazione con gli archeologi: “quando si vendemmia trasportiamo le cassette d'uva in barca, non più di 70 per volta, altrimenti l'imbarcazione affonda”.
Dal 2015 l'azienda - che in totale produce più di 4 milioni di bottiglie e possiede 600 ettari di vigne - ha anche una cantina sull'Etna e la tenuta si estende su quattro contrade differenti.
Sul vulcano come nei 500 ettari di Regaleali, nel cuore della Sicilia, il tema dominante è comunque la sostenibilità, abbracciata dai Tasca in tempi non sospetti e concretizzata nel progetto Sustain al quale oggi partecipano altre dodici aziende.
Il focus sulla difesa dell'ambiente ha preso il sopravvento anche a Capofaro, il resort del gruppo nell'isola di Salina, che fa parte della catena Relais&Chateaux. Aperto nel 2001, oggi sta coraggiosamente tentando di mettere al bando la plastica: il dentifricio di cortesia offerto nelle stanze viene posto in barattoli i di vetro, la cuffia per la doccia è in mater b, si stanno studiano cestelli per il vino in legno...
Anche la cucina è sempre più nel solco della naturalità. Lo chef Ludovico De Vivo sta facendo un grosso lavoro sulle farine, oggi totalmente autoprodotte e usa solo olio delle tenute di proprietà. L'8 giugno verrà organizzata una cena “dedicata alla difesa degli oceani”. Il faro, recentemente ristrutturato, oltre ad ospitare sei piccole suite darà spazio a un minuscolo e prezioso museo sulla Malvasia (il vitigno locale) ed è sponsor del Salina DOC Fest a settembre.
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