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Tassa sugli extraprofitti: giusta «punizione» o mossa azzardata?

Con le decisioni dell’Eurotower, non è davvero un bel momento per i risparmiatori, ma neppure per il mondo del credito

di Giancarlo Mazzuca

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2' di lettura

Nell'ultima settimana, a leggere diversi giornali, sembra quasi che la stangata decisa in tutta fretta dal governo nei confronti delle banche, una stangata che prevede un prelievo sugli extra-profitti degli istituti di credito, sia stata la giusta punizione nei confronti di quel sistema che avrebbe tratto vantaggio, troppo vantaggio, dalla “escalation” dei tassi decisi dalla Bce con un aumento del costo del denaro di 425 punti base in poco più di un anno.
Ma siamo davvero certi che sia andata proprio così?

Quasi nessuno si è, infatti, ricordato che da diversi mesi proprio l'Abi, l'associazione delle banche italiane, aveva preso le distanze dall'Eurotower ed ha ripetutamente messo in guardia Francoforte sugli effetti-boomerang a lungo termine delle decisioni prese con l'inflazione che è continuata a salire (ma gli ultimi dati di luglio hanno registrato un calo). Una lunga battaglia che non avuto successo perché la presidente della Bce, Christine Lagarde, non ha cambiato rotta continuando ad insistere sui rialzi a ripetizione dei tassi. A conferma di tutto questo, anche al sottoscritto il “numero uno” di Assobancaria, Antonio Patuelli, intervistato nel gennaio scorso, aveva ribadito che, a partire dalla Germania, si cominciavano a vedere i segnali di una riduzione inflazionistica. Ergo: lui sperava tanto che la Banca centrale europea riflettesse ulteriormente prima di varare altri aumenti dei tassi. Cosa che “madame” si è ben guardata dal fare.

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Eppure la stessa Lagarde, ancora nel settembre dell'anno scorso, aveva dovuto ammettere che erano stati fatti errori sulle stime dell'inflazione anche perché era stato impossibile prevedere in modo completo quali sarebbero stati gli effetti di emergenze tanto diverse come il Covid-19, la guerra in Ucraina ed il ricatto dell'energia. Se è vero che il provvedimento di Palazzo Chigi non è stato ora accolto negativamente da molti esponenti dell'opposizione schierati in difesa delle classi più deboli, e se è anche vero che molti risparmiatori, con i loro depositi sempre a tasso zero, non hanno finora visto qualche effetto positivo per i continui rialzi decisi a Francoforte, non è neppure giusto dipingere il provvedimento appena varato dal governo Meloni come una grandissima punizione inferta a quel Moloch che si chiama sistema bancario. Riflettendoci, non è davvero un bel momento per i risparmiatori ma neppure per il mondo del credito. Sì, cornuti e mazziati in entrambi i casi. Speriamo che questa situazione non duri molto: non ne abbiamo proprio bisogno.

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