Tassi in rialzo, ecco le 10 società mondiali con il debito più elevato
Il 17% dell'indebitamento netto delle aziende (su 8.100 miliardi di dollari complessivi) fa capo a dieci grandi gruppi. I rischi collegati all’aumento degli oneri finanziari sta portando a interventi “taglia debito” con cessione di asset non strategici
di Alessandro Graziani
I punti chiave
3' di lettura
Dopo dieci anni a livello zero o negativo, i tassi di interesse nei principali Paesi del mondo hanno ripreso a salire. Un trend destinato a durare, almeno finché l’inflazione non sarà tornata sotto controllo, e che farà aumentare i costi dei debiti sovrani e impatterà sulle famiglie (soprattutto attraverso i mutui immobiliari). Ma un impatto altrettanto rilevante vi sarà anche sulle imprese e in particolare su quelle che sono arrivate all’appuntamento del rialzo dei tassi con i livelli di debito più elevati.
La classifica
Chi sono a livello globale i grandi gruppi più indebitati? Nella graduatoria delle top 10 per indebitamento netto stilata da Janus-Henderson, le società più indebitate appartengono in gran parte ai settori delle tlc e dell’automotive. A livello geografico, i debiti più elevati sono concentrati nei grandi gruppi industriali degli Usa e della Germania, anche se la società più indebitata al mondo è, con 186 miliardi di dollari, la giapponese Toyota Motor seguita al secondo posto dalla tedesca Volkswagen (185 miliardi) e al terzo posto dalla statunitense At&T (182 miliardi). A completare la graduatoria della top ten dei debiti figurano altre tre società tedesche (Deutsche Telekom, Mercedes Benz e BMW), tre grandi gruppi Usa (Verizon, Comcast e Charter Communications) e la francese Électricité de France (Edf).
La sostenibilità
Come per i debiti pubblici e per quelli delle famiglie, anche per le grandi società industriali quello che conta è la sostenibilità del debito più che il suo valore assoluto. Valore che per le top 10 è aumentato sensibilmente nell'ultimo decennio (sia per acquisizioni che per investimenti in ricerca e sviluppo) e avendo raggiunto cumulativamente i 1.380 miliardi di debiti rappresenta ormai il 17% del totale dei debiti corporate globali (stimati in circa 8,1 miliardi di dollari).
I piani
Nei prossimi mesi è prevedibile che i grandi gruppi faranno scattare piani taglia-debito, già avviati in alcuni casi, per evitare che l’aumento degli oneri finanziari si aggiunga all’erosione dei margini causati sia dalla frenata dei ricavi in un contesto di rallentamento dell'economia che dall'aumento dei costi delle materie prime e della forza lavoro. «La percezione che si ha parlando con le grandi corporations è che nelle loro attese il rialzo dei tassi di interesse possa essere transitorio - spiega un banchiere di investimento europeo - e dunque i rimedi preferiti per ridurre il debito puntino soprattutto sulla cessione di asset non strategici, talvolta con un’opzione di riacquisto negli anni successivi».
In questo senso andrebbe letta, per esempio, la recente cessione da parte di Deutsche Telekom del 51% delle torri di trasmissione per 17,5 miliardi a due fondi di private equity. Il colosso delle tlc tedesco resterà azionista al 49% ma ha mantenuto un'opzione per risalire al 51% entro i prossimi cinque anni.
Il problema per tutte le società con alto debito è di evitare, in questa fase di rialzo dei tassi, il declassamento del rating da parte delle agenzie specializzate. Proprio a seguito di un downgrade di Moody's e di S&P del debito della Edf, lo Stato francese ha deciso di lanciare un'Opa per salire al 100% del capitale e procedere alla ristrutturazione del gruppo lontano dalla Borsa.
Pur essendo evidente la volontà di ridurre l’indebitamento netto, per ora nessuno dei 10 grandi gruppi globali ha annunciato riduzioni degli investimenti.
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