Diario di bordo dell’economia

Tasso di occupazione, bolzano sfiora il 71%

di Centro studi tagliacarne

2' di lettura

Il quadro relativo al mercato del lavoro appare particolarmente positivo per il Nord Est, soprattutto se si considera la sola componente femminile delle forze di lavoro. La leadership dell’area si conferma nonostante nel corso del 2021 alcuni processi di produzione di informazione statistica (e in particolar modo l’indagine sulle forze di lavoro) abbiano subito significative revisioni da un punto di vista delle definizioni adottate (per renderle coerenti al nuovo regolamento europeo sulle statistiche su persone e famiglie derivanti da indagini campionarie) e per via della necessità di tener conto della nuova cadenza annuale
(e non più decennale) del censimento demografico.

Con riferimento alla popolazione 15-64 anni, il tasso di occupazione medio per il 2021 si attesta al 66,5%, con un divario superiore agli 8 punti percentuali rispetto alla media nazionale (58,2%). Si va dal 65,7% del Veneto al 67,4% del Friuli-Venezia Giulia fino ad arrivare al 69% del Trentino-Alto Adige, in assoluto la prima regione in Italia per tasso di occupazione (seguita dall’Emilia Romagna e, al terzo posto, proprio dal Friuli-Venezia Giulia). La maggior parte degli occupati dell’area ha un contratto di lavoro dipendente (79,8% contro il 78,2% nazionale) e viene assorbito dal settore commercio e altri servizi (64,5% contro il 69,3% nazionale). In tutte le province del Nord Est si registra un tasso di occupazione più elevato rispetto al dato medio nazionale, con Bolzano (70,7%) in vetta alla classifica sia dell’area che nazionale, seguita da Trieste (69,7%) e dalle province di Treviso e Belluno (entrambe 68,2%). Mentre non superano la già elevata soglia del 65% le sole province di Venezia (64,3%), Rovigo (63,1%) e Padova (62,9%).

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Molto positivo l’andamento del tasso di occupazione femminile, che si attesta al 58,9%, 9,5 punti percentuali in più rispetto al dato medio nazionale (49,4%). Il Trentino-Alto Adige (62,6%) registra un tasso più elevato rispetto al Friuli-Venezia Giulia (60,2%) e Veneto (57,7%). A livello provinciale, spiccano in positivo le province di Trieste (65,0%), Bolzano (63,7%) e Belluno (63,0%), fermo restando che in nessuna provincia del Nord Est si segnalano valori inferiori al dato medio nazionale (basti pensare che la provincia con la performance peggiore è Rovigo con un tasso pari al 54,2%).

Le previsioni per il 2022 sembrerebbero confermare la tenuta del mercato del lavoro dell’area. Dalle informazioni del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, emerge la tendenza da parte delle imprese del Nord Est ad assumere nel periodo marzo-maggio 2022 in misura maggiore rispetto alla media nazionale. Per la ripartizione, infatti, si prevedono 39,6 nuovi lavoratori nel comparto extra-agricolo ogni 1.000 residenti in età 15-64 anni, a fronte di un valore di 30,1 per il complesso del Paese. Il Trentino-Alto Adige è la regione che manifesta una maggiore propensione ad effettuare nuove assunzioni (48,9) rispetto al Veneto (38,6) e al Friuli-Venezia Giulia (35).

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