Tav, in Francia appello di 60 personalità a Macron: «Va ultimata, serve a economia e ambiente»
di Filomena Greco
3' di lettura
Un appello al presidente francese Emmanuel Macron per difendere la Torino-Lione di fronte ai dubbi della politica italiana. E per accelerare sul fronte della progettazione e del finanziamento per le infrastrutture di accesso in territorio francese, in vista dell’entrata in funzione del tunnel di base, fissata al 2030 secondo il cronoprogramma dei lavori. A firmare il testo sono in 61, tra loro 46 parlamentari, gli altri sono presidenti di autorità locali o sindaci. L’appello è contenuto in una lettera recapitatat all’Eliseo su iniziativa del Comité pour la Transalpine Lyon-Turin presieduta da Jacques Gounon.
Nel testo, in particolare, i sottoscrittori chiedono a Macron che «nel contesto di incertezza politica in cui versa l’Italia», egli possa farsi garante del progetto. Nello specifico, chiedono «una realizzazione coordinata dell’intero programma» del collegamento ferroviario Lione-Torino, comprensiva degli accessi su territorio nazionale tra Lione-Saint-Exupéry, nei pressi di Lione, e Saint-Jean-de-Maurienne – dove sarà realizzata la stazione internazionale “gemella” di quella di Susa, senza attendere la fine dei lavori della galleria di base.
L’iniziativa si inserisce nel contesto della discussione in corso in Francia sulla futura legge in materia di mobilità, che dovrebbe essere presentata al Parlamento in estate. E in un certo senso prende le distanze dalle conclusioni della relazione Duron elaborata qualche mese fa e che, nelle sue conclusioni, propone di rinviare il completamento delle infrastrutture di accesso alla Torino-Lione a dopo il 2038 e di puntare alla modernizzare della linea Dijon-Modane. Una serie di interventi il cui costo totale è stato stimato in oltre 10 miliardi di euro.
«La questione della sostenibilità finanziaria è ora al centro dei dibattiti sullo sviluppo delle strade d’accesso francesi al collegamento Lione-Torino – scrivono i sottoscrittori –. La stragrande maggioranza degli attori locali concorda sulla possibilità di dimezzare il costo di questi accessi», mantenendo nel progetto ad esempio soltanto le infrastrutture essenziali al funzionamento del tunnel transfrontaliero, al momento della sua messa in servizio. «Tale approccio _ aggiungono – consentirebbe inoltre di ampliare l’ammissibilità dell’accesso francese ai finanziamenti europei».
Per i sottoscrittori dell’appello, il sostegno a 360 gradi alla Torino-Lione, compresa la parte nazionale del collegamento, favorirebbe «la competitività economica della Francia e dei suoi territori», grazie al collegamento con «i grandi assi contemporanei e con i flussi di merci e di passeggeri». Tra le motivazioni poi c’è anche la questione ambientale, visto che «senza una moderna ed efficiente strada d’accesso francese – scrivono – non sarà possibile effettuare un massiccio trasferimento modale del trasporto merci attraverso le Alpi dalla strada alla rotaia».
In Italia la progettazione – in fase preliminare – della tratta nazionale della Torino Lione, da Susa al capoluogo piemontese, ha previsto, come spiega Paolo Foietta, commissario straordinario del Governo per la Torino-Lione, «una riduzione dell’impatto economico delle opere, da oltre 4 miliardi a 1,7 miliardi, adattando le soluzioni all’infrastruttura esistente», nell’ottica comunque di garantire una piena funzionalità in vista del 2030 e dell’entrata in funzione del tunnel di base.
Un percorso simile potrebbe imboccare la Francia, qualora il prossimo piano quinquennale dei trasporti prevedesse comunque di procedere alla progettazione della tratta nazionale della Torino-Lione in parallelo con l’iter del tunnel di base, che rappresenta la tratta internazionale. Un tema non secondario, quest’ultimo, anche nell’ottica della suddivisione dei costi della Torino-Lione prevista dai trattati internazionali, con la Francia che finanzia il tunnel di base al 25% e l’Italia al 35%, nonostante dei 57 chilometri di lunghezza della galleria, soltanto 12 siano in territorio italiano. La maggiore quota in capo all’Italia è stata determinata proprio in relazione alla diversa consistenza delle future tratte nazionali della Torino-Lione: circa 150 chilometri in Francia, dunque con un potenziale maggiore aggravio di costi in fase di realizzazione, contro i circa 60 su territorio italiano.
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