Tav sì, Tav no: ecco le sei mozioni a confronto
Il 7 agosto all’esame dell’aula del Senato sei mozioni sulla Torino-Lione. Il M5S presenta una mozione contro la realizzazione dell’opera che potrebbe spaccare il governo
di Nicoletta Cottone
4' di lettura
Tav sì, Tav no. Dopo il via libera al decreto sicurezza bis, cavallo di battaglia della Lega, lo scontro parlamentare si sposta sulle mozioni Tav, con il M5S che ha presentato una mozione anti-Tav. Di fatto contro il Governo di cui fa parte. Anche se la Tav si farà. «Alla luce dei nuovi finanziamenti comunitari non realizzare il Tav costerebbe molto di più che completarlo. E dico questo pensando all'interesse nazionale, che è l'unica ed esclusiva stella polare che guida questo Governo», ha detto il premier Giuseppe Conte spiegando i sì dell’esecutivo all’opera. Un sì comunicato anche all’Europa.
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Le fibrillazioni nel governo
Il M5S, forte dei suoi 106 senatori, voterà il 7 agosto in aula al Senato la sua mozione. Una posizione che ha già creato fibrillazioni nel Governo con il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha dichiarato: «Un voto del Parlamento contro la Torino-Lione sarebbe una sfiducia al premier, che ha riconosciuto che costa meno finirla che fermarla». Immediata la reazione del ministro pentastellato alle Infrastrutture Danilo Toninelli, che ha formalmente acceso il semaforo verde all’opera con la lettera invita alla Commissione europea: «Il governo non cadrà. Salvini minacci chi vuole», ha detto, ricordando che la mozione M5s «impegna il Parlamento e non il governo».
I numeri al Senato
Controllando i gruppi parlamentari emerge che il M5S ha 106 voti (hanno lasciato Gregorio De Falco, Paola Nugnes e Saverio De Bonis per passare al gruppo misto), Forza Italia 61, Lega 58, Partito democratico 52, Fratelli d’Italia 18, gruppo misto 17, Per le autonomie 8. Totale: 319. Si ricorda che nel gruppo misto sono iscritti anche i senatori a vita. Sei le mozioni al voto, ecco i contenuti.
Marcucci (Pd): si sblocchino le grandi opere
La velocità della ripresa economica e la competitività del Paese dipendono in termini non secondari anche dalla realizzazione di importanti investimenti pubblici e privati. É questa la premessa della mozione sostenuta dal senatore Andrea Marcucci e 40 parlamentari del Pd più uno del Psi. La mozione impegna il governo ad adottare tutte le iniziative necessarie per consentire la rapida realizzazione della nuova linea ferroviaria Tav Torino-Lione e ad adottare «ogni iniziativa utile a superare l’attuale blocco di svariate grandi opere e a riprendere finalmente un'adeguata politica di investimenti pubblici in grado di incidere nei prossimi anni sulla crescita dei posti di lavoro e sul tasso di sviluppo infrastrutturale del nostro Paese».
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Patuanelli (M5S): netto no all’opera
Ha raccolto 68 firme, tutte pentastellate, la mozione di Stefano Patuanelli (M5S). Chiede «la cessazione delle attività relative al progetto per la realizzazione e la gestione della sezione transfrontaliera del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione» e « una diversa allocazione delle risorse stanziate per il finanziamento della linea al fine di promuovere la loro riassegnazione all'entrata del bilancio dello Stato per essere successivamente destinate a opere pubbliche alternative, maggiormente utili e urgenti, sul territorio italiano». Per i pentastellati il progetto è «obsoleto» e presenta «gravi criticità dal punto di vista della sostenibilità economica, sociale e ambientale».
Bernini e Malan (Fi): opera strategica, avanti
La mozione targata Forza Italia, primi firmatari Anna Maria Bernini e Lucio Malan, e sostenuta da 58 parlamentari, «impegna il Governo a dare piena attuazione all'accordo ratificato dal Parlamento italiano (legge n. 1 del 2017), confermando la valenza strategica della realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione in termini economici e occupazionali». La mozione ripercorre la storia dell’opera, parla di un «governo lacerato dalle continue contrapposizioni interne», chiede «una nuova fase con un'adeguata politica di investimenti infrastrutturali in grado di proiettare il nostro Paese verso la crescita economica e occupazionale». Sottolinea che un sì alla mozione presentata dal M5S per bocciare l’opera « comporterebbe gravissime conseguenze non solo in termini politici, sancendo un isolamento economico e geopolitico senza precedenti».
De Petris (Leu): i fondi vadano ai treni dei pendolari
La senatrice Loredana De Petris (Leu), sostenuta da 7 parlamentari del gruppo misto e del M5s, chiede che il governo si impegni a non procedere alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, bloccando le procedure di appalto, revocando i membri italiani del consiglio di amministrazione promotore italo-francese dell’opera Telt e nominandone di nuovi. Chiede, inoltre, di trasferire le risorse sul trasporto ferroviario regionale, sulle tratte dei pendolari e sul trasporto pubblico locale. In subordine la mozione chiede di bloccare l’allineamento temporale del lavori di realizzazione della tratta transfrontaliera all’effettivo avvio dei lavori di realizzazione da parte francese della loro tratta nazionale.
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Ciriani (Fdi): opera strategica per l’economia nazionale
Il senatore Luca Ciriani di Fdi, sostenuto da 17 parlamentari di Fdi, chiede al governo di realizzare l’infrastruttura «senza ulteriore indugio o ritardo». E chiede di adottare ogni iniziativa necessaria a scongiurare che l’Italia «incorra in inevitabili effetti penalizzanti e dannosi, che deriverebbero sia dall’emergere di profili di responsabilità contrattuale per inadempimento o ulteriori ritardi esecutivi rispetto agli impegni assunti, sia dalla mancata realizzazione di un'opera infrastrutturale strategica per lo sviluppo economico nazionale».
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Emma Bonino (+Europa): avanti con la Tav
Grande capacità di sintesi nella mozione firmata dalla senatrice Emma Bonino (+Europa), sostenuta da 9 parlamentari di Psi, Leu, Per le autonomia. Pd e gruppo misto. In una pagina la senatrice hiede al governo di «proseguire nelle attività amministrative finalizzate alla realizzazione dell’opera e in particolare della sezione transfrontaliera e del tunnel di base del Moncenisio dando attuazione a quanto già previsto dalla normativa vigente e dagli accordi stipulati dall'Italia in sede internazionale».
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