Taxi, sciopero contro Uber&Co: protesta a Roma con fumogeni e petardi. La situazione nelle città
Nel mirino dei tassisti c’è la deregolamentazione del settore prevista dal ddl concorrenza e, nello specifico, «l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti»
I punti chiave
- Cgil, pronti al dialogo ma nessuna delega
- Adesione di questi tutte le sigle
- Deregulation nel mirino
- Bellanova, governo non intenzionato a stralcio articolo 10
- Sciopero taxi: Lega, riforma fuori dal programma di governo
- A Torino paralizzato il centro
- A Milano altissima adesione, «siamo esasperati»
- Unimpresa, a Napoli adesione quasi totale
- Vetture ferme a Firenze: «Adesione totale»
- Genova, adesione totale e pochi malumori in città
- In Trentino Alto Adige servizio operativo
- A Palermo adesione del 100%
- Venezia, in laguna tutto ok e a terra disagi minimi
- L’iter del ddl concorrenza
7' di lettura
È la prima delle due giornate di sciopero dei taxi in tutta Italia. Fallito il tentativo di mediazione in extremis al ministero dei Trasporti, le auto bianche saranno ferme oggi, martedì 5, e domani mercoledì 6 luglio per protestare contro il mancato stralcio dell’articolo 10 del ddl concorrenza.
A Roma si è svolta la manifestazione nazionale con i conducenti delle auto bianche che si sono dati appuntamento da tutta Italia a piazza della Repubblica per sfilare in corteo fino a Piazza Venezia. Una protesta che si è accesa accende con cori contro il premier Mario Draghi e il governo, petardi, fumogeni e bandiere con diversi slogan: «Draghi, non te lo chiede l’Europa, te lo chiede Uber» si leggeva sullo striscione alla testa del corteo. Secondo fonti della questura di Roma erano circa mille i tassisti presenti al corteo che si è svolto senza incidenti. Dopo il corteo della mattina e il tentativo di forzare i blocchi delle forze dell’ordine a palazzo Chigi, i tassisti si sono radunati a piazza Santi Apostoli. La piazza era presidiata dai blindati delle forze dell’ordine.
Cgil, pronti al dialogo ma nessuna delega
Dal palco di Piazza Venezia il responsabile nazionale di Unica Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe ha detto: «I tassisti si sono fermati perché vogliono che il Parlamento si assuma la responsabilità di discutere con i sindacati, i Comuni e le Regioni su come migliorare il servizio. I tassisti sono un servizio pubblico con una tariffa amministrata dai Comuni con un numero contingentamenti. Il tentativo che c’è dietro questa delega è dare in mano questo servizio alle multinazionali, fonte dello sfruttamento del lavoro altrui. Il governo ci pone la richiesta di una delega che rimandiamo al mittente». E ancora: «I tassisti difenderanno il loro lavoro non permetteremo di fare un regalo alle multinazionali. Siamo pronti a venire a un tavolo di concertazione per migliorare il servizio ma diciamo no alla legge delega».
Deregulation nel mirino
Nel mirino dei tassisti la deregolamentazione del settore e, nello specifico, a non andare giù è «l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti», come recita l’articolo 10 del Ddl. Ma anche, più in generale, «la promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati».
Bellanova, governo non intenzionato a stralcio articolo 10
Comunque «il governo non è intenzionato a fare lo stralcio dell’articolo 10 del Ddl concorrenza, ma è disponibile a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare», dice dal canto suo la viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Teresa Bellanova. «Al tavolo di ieri con i sindacati dei tassisti - ha spiegato - ho invitato le parti a rinviare lo sciopero di oggi per continuare a lavorare e definire meglio il testo dell’articolo 10 del Ddl concorrenza».
Sciopero taxi: Lega, riforma fuori dal programma di governo
«La posizione della Lega sul ddl Concorrenza è chiara e coerente da sempre: la riforma del trasporto pubblico non di linea non può essere fatta con una legge delega. Una riforma del settore è già stata avviata nel 2019 e siamo ancora in attesa che il governo emani i decreti attuativi. Peraltro non si comprende perché si sia inserito questo tema nel ddl Concorrenza visto che non ce lo chiede l’Ue e non è una riforma prevista dal Pnrr. Questa materia infine è fuori dalle riforme previste dal programma di governo e rischia di diventare un tema altamente divisivo». Così i deputati della Lega Elena Maccanti e Edoardo Rixi.
Adesione di quasi tutte le sigle
Ad aderire alla mobilitazione la quasi totalità delle sigle, a fronte di alcune che hanno deciso di soprassedere. Dopo la fumata nera dello scorso 27 giugno la viceministra Bellanova, su delega del governo aveva nuovamente convocato i sindacati, ma il nuovo confronto, spiegano i rappresentanti della categoria, non ha avuto esito positivo «perché l’articolo 10 del ddl concorrenza non verrà stralciato ma modificato nelle parti non sostanziali. Siamo sempre più convinti - sottolineano - che la riscrittura delle norme per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserita in un ddl concorrenza, ma attraverso un provvedimento di confronto tra categoria, governo e sindacati».
A Torino paralizzato il centro
A Torino un corteo di 200 tassisti da piazza Vittorio a piazza Castello ha paralizzato il centro. «Ora basta, devono ascoltarci», grida un portavoce. In testa alla lunga colonna di auto uno striscione con la scritto “Taxi Torino” e cartelli contro il premier Mario Draghi. «Il ddl concorrenza è un modo per affossare la categoria in favore delle multinazionali. Chiediamo lo stralcio dell’articolo 10 in quanto, dovesse passare, diventeremmo schiavi di algoritmi - spiegano i tassisti torinesi - Abbiamo licenze, e abbiamo fatto sacrifici per averle. Non vogliamo che tutto ciò venga distrutto per fare un favore alle multinazionali». Una delegazione dei tassisti è stata ricevuta in prefettura.
A Milano altissima adesione, «siamo esasperati»
Gli striscioni con le ragioni della protesta dei tassisti in stazione Centrale a Milano ormai è logorato ma lo spirito degli autisti delle autobianche, che anche la scorsa settimana hanno incrociato le braccia per cinque giorni pur non ufficialmente, non è piegato. Tutt’altro. E oggi infatti, primo dei due giorni di sciopero nazionale contro il dl Concorrenza, l’adesione allo sciopero è altissima. «Da noi l’adesione è al 100%», spiega Alessandro Casotto, presidente del radiotaxi 028585 a cui aderiscono 1700 tassisti. Un numero cospicuo considerando che a Milano le licenze sono poco più di 4.800 e nell’area conurbata (quella che comprende il bacino aeroporturale) 5.300. «Non ci sono macchine. Facciamo solo le corse del servizio sociale (che servono ad esempio a portare disabili o persone fragili in ospedale»). In realtà, c’è chi si lamenta della mancanza di auto bianche davanti all’Istituto dei Tumori. E qualcuno, soprattutto turisti, si lamentano all’uscita della stazione o dell’aeroporto di Linate e Malpensa. Oggi la manifestazione è a Roma, domani sarà anche nelle altre città. «Ai tassisti non piace scioperare ma siamo esasperati» sottolinea Casotto, invitando ad andare a vedere le tariffe dei privati (leggi Uber) che in questi «giorni sono triplicate se non di più mentre noi abbiamo una tariffa ed è sempre quella con tassametri piombati. Veramente non comprendiamo - ha aggiunto - le ragioni per smantellare un servizio che è fra i migliori d’Europa e spero che altre categorie in difficoltà ci seguano: anche loro dovrebbero scendere in piazza».
Unimpresa, a Napoli adesione quasi totale
Aa Napoli l’adesione allo sciopero è quasi totale. I disagi maggiori si stanno registrando nella zona di piazza Garibaldi e del molo Beverello. La risposta della categoria nel capoluogo campano, spiega Raffaele Serpico di Unimpresa, «è stata corale, così come sta avvenendo a Roma ed in altre città italiane».
Vetture ferme a Firenze: «Adesione totale»
Taxi fermi anche a Firenze. Si segnalano da parte degli stessi tassisti, diverse criticità, soprattutto in aree molto frequentate dai turisti come la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella e l’aeroporto di Peretola. «L’adesione è pressoché totale», ha dichiarato Simone Antei, presidente del Taxi 4242. Anche Leonardo Bisori, del sindacato Ugl taxi, ha parlato di «adesione di tutta categoria».
Genova, adesione totale e pochi malumori in città
Tra gli 869 tassisti genovesi si registra adesione pressoché totale allo sciopero nazionale. Poche le telefonate alla centrale operativa della Cooperativa Radio Taxi Genova, che garantisce i servizi essenziali di trasporto sociale per le categorie più fragili, anziani, disabili e malati. «Qualche disagio è inevitabile, ma la cittadinanza era informata sullo sciopero e, a parte qualche malumore, ci sta dimostrando comprensione» fanno sapere dalla Cooperativa. Oltre al presidio in corso nella centralissima Piazza De Ferrari, una rappresentanza dei tassisti è presente anche all’Aeroporto di Genova, per fornire informazioni utili ai viaggiatori e assicurare il servizio per le fasce deboli. Dallo scalo si raggiunge il centro città con il servizio volabus che impiega circa 30 minuti e fa tappa alle principali stazioni ferroviarie.
A Palermo adesione del 100%
«A Palermo è stata massima l’adesione allo sciopero nazionale proclamato a livello nazionale. Il 100% dei tassisti è rimasto fermo. Abbiamo solo garantito delle corse di emergenza per pubblica utilità. L’articolo 10 del Ddl Concorrenza è un attacco alla nostra categoria. I miei colleghi l’hanno compreso e domani organizzeremo un corteo per le vie di Palermo fino alla prefettura per garantire la sopravvivenza ai 400 tassisti palermitani». Sono le indicazioni fornite da Davide Rosato segretario provinciale dell’Uritaxi, la sigla più rappresentativa.
Venezia, in laguna tutto ok e a terra disagi minimi
A Venezia invece lo sciopero dei taxi non ha registrato pesanti ripercussioni. Viste le caratteristiche della città i mezzi acquei fanno categoria a sé stante e quindi non rientrano nella protesta sulle liberalizzazioni. Altra cosa è quanto accade per la terraferma dove le compagnie più grandi hanno aderito, mentre le coop minori hanno lavorato riducendo al minimo i disagi. In genere a soffrire sarebbero stati l’aeroporto e l’ospedale ma per entrambi, comunque, c’è il servizio pubblico che, con più linee, copre le tratte in modo capillare.
In Trentino Alto Adige servizio operativo
I tassisti del Trentino rimangono in stato di agitazione ma sono operativi. Lo fa sapere il portavoce della categoria, che raccoglie circa una quarantina di professionisti, Emanuele Raffini. Non si registrano disagi per i viaggiatori. «Il blocco dell’attività era stato annunciato, ma lo abbiamo poi ritirato per l’apertura del Commissariato del Governo di Trento, che ci ha ricevuti in mattinata ed ha raccolto le nostre motivazioni. Con la Provincia, invece, prosegue un rapporto di confronto positivo da tempo, e condivide le nostre preoccupazioni», ha spiegato Raffini. In Alto Adige tradizionalmente l’adesione dei tassisti agli scioperi indetti a livello nazionale è molto bassa.
Domani stop servizi e corteo a Cagliari
Oggi martedì 5 luglio in Sardegna il servizio viene garantito, ma domani i taxi non prenderanno a bordo i clienti per 24 ore. Il raduno regionale è previsto per le 8,30 all’aeroporto di Cagliari-Elmas per un primo sit-in, poi il corteo delle auto bianche si sposterà nella centrale via Roma, davanti al Consiglio regionale, dove i rappresentanti dei tassisti chiedono di incontrare il presidente dell’Assemblea sarda, Michele Pais. «Se non verrà cassato questo scellerato articolo 10 qui in Sardegna sono a rischio 610 famiglie (su 412 taxi in circolazione, ndr) che vivono di questo lavoro - spiega Giovanni Frongia che con Riccardo Mascia sono i delegati taxi Sardegna - il rischio è che la liberalizzazione orti al disastro, incidendo negativamente anche sulla qualità e sui costi del servizio. Chiediamo sin d’ora scusa per i grossi disagi che ci saranno non solo per i cittadini ma anche per i turisti che affollano l’Isola, ma stiamo cercando di difendere il nostro lavoro e il nostro futuro».
L’iter del ddl concorrenza
Intanto il ddl concorrenza prosegue, in seconda lettura dopo le modifiche apportate al Senato, il suo iter alla Camera, con il nodo più spinoso che riguarda proprio i taxi. Entra nel vivo infatti, in Commissione Attività produttive, l’esame dei circa 400 emendamenti presentati. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari l’obiettivo della maggioranza sarebbe chiudere le votazioni entro la fine della prossima settimana, con l’approdo del testo in Aula che potrebbe avvenire nella terza settimana di luglio.
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