IL DISEGNO DI RIAD

Taxi volanti, spettacoli e tecnologia: Neom, megalopoli del futuro nel deserto saudita

Battezzata Neom, è forse il piu' grande disegno di Riad, frutto inedito e controverso dI una alleanza tra i soldi e le ambizioni dei leader sauditi e gli uomini e le tecnologie Usa. Ci saranno taxi automatici e volanti, robot che puliscono case e strade, spettacoli di stile hollywoodiano sempre e ovunque

di Marco Valsania

La visione dell'Arabia Saudita per il 2030: riforme e prosperità

5' di lettura

New York - Non e' una cattedrale nel deserto. E' un'intera metropoli, anzi megalopoli. Diecimila miglia quadrate e 500 miliardi di dollari di investimenti previsti per veder crescere dal nulla, da sabbie e rocce, come un miracolo, in un angolo sperduto sulla costa settentrionale dell'Arabia Saudita, una citta'-stato del futuro, grande quanto il Massachusetts e capace di mobilitare le “migliori menti” del pianeta. Battezzata Neom, e' oggi forse il piu' grande disegno di Riad, frutto inedito e controverso d'una alleanza tra i soldi e le ambizioni dei leader sauditi e gli uomini e le tecnologie anzitutto degli Stati Uniti.

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Ci saranno taxi automatici e volanti come droni; robot che puliscono case e strade; spettacoli di stile hollywoodiano sempre e ovunque; amenita' da Costa Azzurra francese; nuvole seminate come un giardino celeste assicurerebbero piogge dove l'acqua e' una rarita'; un Jurassic Park popolato di dinosauri elettronici offrira' avventure; robot esperti in arti marziali attireranno chi cerca piu' forti emozioni; e una gigantesca Luna artificiale illuminera' le mille e una notte di Neom mentre sabbie fosforescenti grazieranno le sue spiagge.

Per buona misura, un'iniziativa di ingegneria genetica dovrebbe rendere i ricchi e fortunati residenti di Neom piu' forti, sani e intelligenti, cosi' da far concorrenza alle innovazioni piu' avveniristiche di Silicon Valley lontano dai timori democratici di risvegliare spettri di darwinismo sociale e super-uomini. Ci saranno poi ospedali d'avanguardia, parchi di aziende tech, fabbriche di veicoli ultra-sofisticati.

Gia', Neom. Un gioco di parole che unisce un po' di greco - la radice della parola “nuovo” - e un po' d'arabo - la parola che significa appunto futuro. Un piano per dar corpo ai Jetsons, la serie animata dei Pronipoti che fantasticava sui discendenti dell'umanita'. Forse sara' un gioco, ma non e' niente affatto uno scherzo. E' il sogno determinato e molto personale - o incubo, per i critici - del principe ereditario di Riad, Mohammed bin Salman. Che ha evocato la citta'-modello negli ultimi due anni quale “capitale” della sua nuova Arabia Saudita, d'una economia diversificata e hi-tech e non piu' troppo dipendente dai tesori del petrolio.

Questo sogno e' stato messo nero su bianco in un volume quasi enciclopedico di 2.300 pagine composto dai rapporti di giganti della consulenza che si sono prestati alla scommessa di Mbs. Nomi del calibro di McKinsey & Co, di Boston Consulting Group, di Oliver Wyman e dello studio legale Latham & Watkins, le cui parole “visionarie” sono state adesso visionate dal Wall Street Journal. I documenti, datati settembre 2018, sono diventati il primo sguardo da vicino ai dettagli di Neom.

In cifre, enunciano gli studi, dovrebbe diventare la “piu' grande citta' globale per Pil” con terreni comprati anche da Egitto e Gordania. Potrebbe contare su un ponte da 125 miliardi di dollari attraverso il Mar Rosso, idea per la quale Mbs ha gia' orchestrato di comprare dal Cairo due isole disabitate. E ha contattato Israele per avere la cooperazione delle sue aziende quando si tratta di tecnologia.

Non che manchino gli ostacoli, tanti che la stessa realizzazione della citta' e' in realta' oggi in dubbio. Latitano improvvisamente capitali sufficienti, visto che Riad di recente soffre di deficit di bilancio. E vista la reputazione ormai appannata del principe ereditario, che invita potenziali investitori internazionali a restare cauti: accudito in passato quale paladino di valori occidentali e di progresso in un Paese tuttora considerato tra i piu' oscurantisti al mondo, l'elenco degli amici convinti di Mbs si e' assottigliato nonostante lui resti nella lista che piu' conta, quella dell'amministrazione Trump. Ad altri ha provocato qualche sussulto l'efferato assassinio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, letteralmente fatto a pezzi da agenti segreti al soldo di Mbs.

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Quell'omicidio non e' stato un buon biglietto da visita neppure per Neom. Oltretutto nei documenti progettuali firmati dalle societa' mondiali di consulenza - Riad ha poco talento interno, la sua prima universita' risale agli anni Cinquanta - non si fa mistero di dure azioni necessarie a costruire questo futuro: tra loro il trasferimento forzato di tribu' che da generazioni abitano nell'area, oltre 20.000 persone. Segno di atteggiamenti potenzialmente brutali: inizialmente Boston Consulting aveva proposto fino al 2025 per il “trasloco” delle popolazioni, poi dietro richiesta dei committenti sauditi ha anticipato l'operazione al 2020. Non basta: e' previsto un apposito sistema di corti “indipendenti”, ma risponderanno comunque al sovrano e rispetteranno la Shariah, la legge islamica. Sorveglianza e sicurezza sarebbero elettroniche e capillari, grazie a una rete di telecamere, droni e tech di riconoscimento facciale. Riad ha gia' contattato Ibm a questo proposito, ma Big Blue ha escluso di essere interessata.

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Qualche opportuna modifica a norme altrimenti ultra-conservatrici e' contemplata: una proposta prevede di permettere alcolici e di consentire alle donne di restare a capo scoperto. Vale a dire regole sociali appositamente piu' flessibili che consentano di promuovere Neom alla stregua di uno stato nello stato. La governance amministrativa prescriverebbe inoltre servizi offerti sulla base di una trasparente concorrenza, non di nepotismo e corruzione.

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Il disegno della colossale citta'-stato contiene la promessa di “zero malesseri da stress lavorativo”, aiutata da un immaginato e generosamente incentivato precipitarsi di startup e gruppi Internet quali Amazon e Tesla. Il sistema dell'istruzione sara' il piu' avanzato al mondo, ricorrendo ad esempio a docenti sotto forma di ologrammi. Qui trova spazio anche la scommessa su quasi super-uomini: Neom vorrebbe ospitare il progetto Apollo con Softbank, che prevede un nuovo modello di vita “con mutazioni genetiche destinate a migliorare attributi fisici e quoziente intellettivo”.
“E' tutta dedicata a elementi orientati al futuro”, ha detto della citta' il chief executive di Neom, Nadhmi al Nasr, al Wall Street Journal. “Parliamo di tecnologie d'avanguardia, a volte ancora in fase di sviluppo o solo teoriche”. Tra le componenti piu' in alto mare spunta la Luna artificiale, dove le societa' di consulenza ipotizzano una partnership con la Nasa. Il desiderio di spiagge di sabbia fosforescente a sua volta non e' stato ad oggi tradotto in proposte pratiche.

I primi passi per la creazione della citta' sono pero' stati compiuti, mobilitando migliaia di lavoratori manuali stranieri - come spesso accade nelle ricche nazioni del Golfo Persico - costretti a vivere in condizioni estremamente disagiate. All'inizio dovrebbero essere completati un aeroporto e un resort. Di sicuro e' soltanto sorto un lussuoso palazzo governativo dove dovrebbe un giorno arrivare Neom. Il resto appare agli osservatori per ora come uno strano e eccessivo parco dei divertimenti di domani. Un ibrido concepito tra Hollywood e il Medio Oriente. Oppure, forse, un miraggio nel deserto.

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