Team building: come renderlo efficace e non solo un gioco
Offrire alle persone un momento comune di lavoro e di scambio organizzato in forma leggera può avere un valore enorme. Qualche suggerimento per farlo in maniera efficace
di Giovanna Prina*
4' di lettura
Se dovessi dare un colore allo strumento “Team Building” gli assegnerei il beige, perché, com'è noto, il beige va bene in ogni stagione e si abbina con tutto.
La mia è una partenza un po' polemica per parlare di questa metodologia, ma credo che rappresenti quello che sta succedendo al team building da un po' di tempo a questa parte: in azienda viene proposto e utilizzato come strumento per rispondere a esigenze molto diverse tra loro, che vanno da migliorare la collaborazione e rafforzare legami tra i dipendenti a incrementare senso di appartenenza; da presentare nuove politiche o strategie a ridare energia a persone demotivate, da trasmettere nuovi valori a risolvere conflitti e mancanza di integrazione tra funzioni…
Davvero sono tantissimi i motivi per cui si chiamano consulenti esterni per organizzare questo magico momento di aggregazione. Io amo questa metodologia. Trovo che offrire alle persone un momento comune di lavoro e di scambio organizzato in forma leggera abbia un valore enorme. Dare la possibilità ai propri dipendenti di uscire dal contesto usuale, di mettersi a confronto su qualcosa di insolito e differente, di trovare spunti per potersi davvero mettere in gioco e costruire nuovi legami è meraviglioso e può realmente portare a risultati sorprendenti nelle relazioni e nel business. Ma non per questo il team building può essere usato come una panacea o seguire una logica standardizzata e routinaria.
Come organizzare un team building efficace
Organizzare un efficace team building è davvero difficile. Di fronte alla frase “facciamo un team building” la prima domande da porsi è perché? E non accontentarsi di un perché generico, ma scavare e analizzare un perché profondo e ricco di significato, che prenda in considerazione allo stesso tempo l'azienda e le persone coinvolte. Rispondere a questa domanda significa dare un senso all'attività da organizzare e mettere a fuoco cosa il Team building deve trasmettere alle persone che parteciperanno. Sembra banale, ma spesso capita di sentire aziende che raccontano i team building che hanno organizzato senza riuscire a trasferire il senso che hanno avuto o avrebbero dovuto avere… “Abbiamo passato tre ore insieme per fare il gelato; li abbiamo portati a fare rafting; hanno passato una giornata in una fattoria…” La concentrazione del racconto resta su cosa si è fatto e poco su perché lo si è fatto. E questo succede perché il team building di per sé è una metodologia talmente attraente e particolare, le cui varie e potenzialmente divertenti attività possono far dimenticare il motivo iniziale per cui era stato proposto. Come nel caso di un'azienda che ci racconta di aver costruito cacce al tesoro, corse nei sacchi, labirinti da paura, gare di tiro, salite in bicicletta e di essersi fatta prendere la mano dalle attività, dimenticando età, capacità, possibilità fisiche e motivazione delle persone da coinvolgere. Alla fine, non ha ottenuto il risultato sperato. Anzi, ha portato a casa un feedback negativo sull'esperienza, considerata poco utile da molti partecipanti che si sono sentiti portati a una fiera e non coinvolti in qualcosa di significativo per loro e il loro lavoro.
Alla ricerca del senso
La creazione di senso è il primo passo e significa avere chiaramente in mente cosa ciascuno deve portarsi a casa da questo momento. Il secondo è legato all'analisi e conoscenza della popolazione e al contesto. Ci sono dei problemi nelle relazioni o nel modo di operare tra le persone? Quale modalità di comunicazione e coinvolgimento generalmente l'azienda attiva con le sue persone? C'è coerenza tra il messaggio che si vuole trasferire nel team building e quello che succede tutti i giorni in azienda? C'è fiducia tra i dipendenti e l'azienda? L'azienda ha definito come gestirà il team che vuole costruire?Solo a questo punto si può lavorare su cosa fare e concentrare l'attenzione sulle attività, facendo attenzione a non dimenticare la coerenza tra il senso del team building e le caratteristiche del gruppo coinvolto.
Spesso capita che chi organizza il team building proietti le sue preferenze e le sue idee su cosa può essere bello e interessante, dimenticandosi che sta coinvolgendo persone che magari la pensano diversamente e arrivano da realtà differenti. Uno dei cardini del team building è trasmettere reale interesse verso il ruolo del gruppo e delle persone che ne fanno parte; se non fosse così, che senso avrebbe chiedere loro di diventare gruppo?
Allora un'attenzione fondamentale diventa cercare di capire cosa può piacere a loro, cosa possono trovare interessante e utile e come farle sentire importanti anche nella fase di preparazione. Senso, contesto, popolazione, ascolto sono i passaggi fondamentali da seguire per organizzare un buon team building e renderlo un’opportunità preziosa per migliorare i legami tra i dipendenti di un’azienda. Diversamente i benefici attesi potrebbero non essere raggiunti o, peggio, si rischia di portarsi a casa dipendenti annoiati o disturbati da attività di cui non hanno colto il senso.
* Partner bbsette – Consulenza, Formazione e Giochi Professionali
- Argomenti
- impresa
- Team Building
loading...