Teatro alla Scala, sciopero dei laboratori il 26 maggio
La decisione segue lo stato di agitazione proclamato il primo maggio. Proseguono gli incontri tra i vertici del Teatro e i sindacati
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Sembra acuirsi la frattura tra lavoratori e vertici del teatro che nelle ultime settimane agita la Scala di Milano. Dopo lo stato di agitazione indetto da tutte le categorie lo scorso primo maggio, l’assemblea unitaria dei dipendenti che lavorano nei laboratori dell’Ansaldo si è conclusa con la decisione di uno sciopero il prossimo 26 maggio.
La protesta non avrà ripercussioni sul cartellone, ma è il segnale delle preoccupazioni e dello scontento tra i lavoratori, in particolare sul tema della pianta organica. A questa prima assemblea ne seguiranno altre, dei vari settori del teatro: lavoratori del palcoscenico (11 maggio) e orchestra (12 maggio).
Parallelamente alle assemblee continuano però anche le riunioni con i vertici aziendali sulle tante questioni (dalla programmazione del prossimo anno al bilancio) su cui si è sollevata la protesta, partita dal corpo di ballo, che criticava il numero eccessivo di spettacoli e le continue variazioni nel cartellone.
Poi si è allargata a tutti i lavoratori del Teatro alla Scala di Milano, che il primo maggio hanno proclamato lo stato di agitazione. Stato confermato anche dopo l’incontro avvenuto oggi tra le segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Fials con la Rsa e il sovrintendente del teatro, Dominique Meyer e definito positivo dai sindacati.
Meyer ha illustrato il bilancio (che si conferma positivo) alle rappresentanze dei lavoratori, e inoltre è stato chiuso l’accordo sul premio di produzione: i vertici della Scala avevano deciso di assegnarlo ai lavoratori, sebbene nel 2021 non siano stati raggiunti gli obiettivi previsti dall’accordo sindacale, tuttavia i revisori di conti hanno bloccato l’operazione e perciò è stato necessario discutere un nuovo accordo.
Risolte anche le questioni più urgenti riguardo al corpo di ballo, ovvero la richiesta di alcuni ballerini aggiunti per la rappresentazione di «Sylvia», spettacolo che debutterà l’11 maggio, dopo otto casi di Covid tra gli artisti. Inoltre ai ballerini, che durante tutta la pandemia hanno dovuto fare continui tamponi come prevedeva il protocollo di sicurezza, sono stati riconosciuti alcuni giorni di recupero come compensazione per i test.
Restano tuttavia aperte alcune questioni importanti, che saranno affrontate nei prossimi incontri. A cominciare dalla programmazione della prossima stagione, che non è stata presentata se non verbalmente ai lavoratori, oltre alla questione dei concorsi e delle nuove assunzioni. I sindacati chiedono di riportare le relazioni sindacali su un livello di continuità e costanza del confronto, come nella tradizione del teatro.
La partita principale è infatti ancora tutta da giocare e riguarda il rinnovo del contratto, scaduto lo scorso anno, che i sindacati avevano accettato di rinviare vista l’emergenza della pandemia, ma che ora considerano una priorità non più rimandabile.
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