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Tecno diventa partner di Elite nella sfida della sostenibilità

La società napoletana di servizi ha cambiato pelle trasformandosi da consulente in tema di energia in tutor in campo Esg di Pmi italiane e straniere operando con partner di calibro internazionale

3' di lettura

Cambiare pelle per crescere. Si sintetizza così la storia recente di Tecno, azienda napoletana di servizi che ha subìto negli ultimi due anni una profonda metamorfosi: da società di servizi energetici (con un taglio soprattutto fiscale) a consulente sulla sostenibilità e la digitalizzazione a 360 gradi.

Oggi, più che di un’azienda, Giovanni Lombardi, che è stato fondatore ed è presidente di Tecno, ama parlare della creazione, a Napoli, di un polo della sostenibilità. Progetto ambizioso, sì, che già riscuote importanti riconoscimenti. È di ieri l’annuncio da parte di Elite di Borsa italiana di un nuovo accordo con Tecno che diventa suo advisor per la sostenibilità. In altre parole, la società di Borsa italiana sceglie Tecno per affidarle le imprese coinvolte nei propri programmi, affinchè possano miglioramento le proprie performance, in tema, appunto, di sostenibilità. Fino alla emissione di una certificazione.

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Oggi Tecno ha 170 dipendenti, tra le sedi di Napoli, Milano, Bergamo, Bolzano, Bologna, Arezzo e una sede estera a Londra. Suoi clienti sono prevalentemente piccole e medie imprese, con un fatturato da 30 a 200 milioni, che vogliano intraprendere un cammino per migliorare il proprio operato che sia in campo ambientale, sociale, economico. A questo scopo, la società di servizi della Riviera di Chiaia a Napoli si è dotata di una piattaforma informatica, “Assessment ESG” che permette di conoscere il livello di partenza sulla base del quale programmare lo sviluppo. Insomma, uno strumento digitale che interroga l'organizzazione sugli aspetti che interessano la sfera sociale, ambientale e di governance. Tutte le domande sono accompagnate da una breve spiegazione per aiutare la comprensione del tema; le risposte fornite vengono poi analizzate al fine di restituire all'organizzazione un report dettagliato, che comprende gli eventuali rischi ESG e i gap esistenti e la definizione di alcuni interventi migliorativi.

Uno strumento che combina insomma, transizione digitale e ambientale che, a un anno dal lancio, ha ottenuto la validazione e certificazione del GRI (Global Reporting Initiative). «Un’attestazione conseguita dopo un processo attento e meticoloso che rende il nostro tool uno dei primi strumenti in Italia certificato GRI», precisa Claudio Colucci, ad di Tecno.

«L’Europa chiede alle aziende di contribuire positivamente al raggiungimento della carbon neutrality al 2050 – sottolinea ancora Colucci – insieme agli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall'ONU con l'Agenda 2030. Il nostro Gruppo sceglie di fare la sua parte, come realtà imprenditoriale e come promotore di modelli d'impresa sostenibili, caratterizzando la propria proposta con soluzioni efficaci e certificate, affinché i percorsi intrapresi dai propri clienti siano riconosciuti da stakeholder e shareholder quali azioni reali e virtuose». E continua: «Un piano triennale di questo tipo genera miglioramento delle performance, oltre a essere apprezzato e valutato da clienti, banche. Insomma, fa reputazione».

È la strada seguita dalla stessa Tecno al proprio interno e che le è valsa una crescita economica oltre che reputazionale testimoniata da numeri e partnership di indubbio valore. I numeri: il fatturato è passato dai 21 milioni in totale del 2021, ai 23 del 2022. E per il 2023 la stima ad oggi è di chiudere con 28 milioni. I partner: la società ha avviato il primo Osservatorio sulle Pmi in ambito sostenibile in partnership con Kpmg e UCL di Londra (una delle dieci università più importanti al mondo). Suoi partner sono anche Borsa Italiana e altre importanti istituzioni.

Nel 2022 Tecno ha acquisito il 25% di Sircol, società benefit con il sistema di gestione della sostenibilità. Nell’anno in corso ha previsto altre acquisizioni.

Conta 500 clienti italiani impegnati in percorsi di sostenibilità e digitalizzazione, su un bacino compolessivo di 3500. Sono per lo più società italiane, per il 60% con sedi nel Centro Nord. «Il Sud sconta un ritardo – precisa Salvatore Amitrano, cfo del gruppo – ma nell’ultimo anno verifichiamo discreto interesse da parte di imprese campane». Intanto Tecno guarda con interesse all’estero: punta proprio a ciò la nuova sede nel Regno Unito.

Come molte altre aziende italiane, anche Tecno trova difficoltà nel reperire personale qualificato in tutto il Paese. Per ovviare ha stretto accordi con le maggiori università e master e anche in questo caso ha adottato strumenti di sostenibilità sociale innovativi. «Al giovane che entra in azienda – dice Amitrano – proponiamo subito un piano di carriera. Offriamo programmi di formazione e disegnamo i possibili sviluppi della sua posizione nell’arco dei successivi due anni. I giovani hanno apprezzato, tanto che aumenta il tasso di permanenza in azienda».

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