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Trimestre non entusiasmante, ma in linea con le indicazioni aziendali, per Telecom Italia. Il primo scorcio dell'anno si è chiuso con ricavi in calo del 4,6% a 4,47 miliardi (-2,9% a livello organico) e Ebitda a 1,8 miliardi, stabile contabilmente, ma in flessione del 2,1% a livello organico, cioè a parità di perimetro e di cambi. L'utile netto del periodo gennaio-marzo si è attestato a 165 milioni. Sarebbe stato pari a 193 milioni prima dell'adozione dei nuovi principi contabili rispetto ai 199 milioni del primo trimestre 2018.
L'adozione del nuovo principio contabile Ifrs 16, a partire da inizio 2019, ha comportato anche una nuova rappresentazione del debito. L'indebitamento finanziario netto rettificato al 31 marzo risulta infatti pari a 28,583 miliardi, per la contabilizzazione di 3,553 miliardi legati a contratti di leasing: l'Ifrs 16 impone di rilevare i canoni di locazione non più fra i costi per acquisti di beni e servizi, bensì nella situazione patrimoniale-finanziaria come passività rappresentata dal valore attuale dei canoni futuri. Il dato contabile iscritto in bilancio è pari a 29,293 miliardi. Con i vecchi criteri l'indebitamento netto rettificato sarebbe stato pari a 25,08 miliardi, 190 milioni in meno del 31 dicembre grazie a una migliore gestione del circolante.
Il consiglio, che ha approvato i conti all'unanimità, ha anche confermato il mandato all'ad Luigi Gubitosi di concludere la cessione di Persidera, per la quale è arrivata l'offerta vincolante di F2i. Quanto alle trattative con Vodafone, per la condivisione della rete mobile con il coinvolgimento delle torri di Inwit, la stima è di poter generare in prospettiva 100-150 milioni di sinergie all'anno.
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