Telecom in retromarcia dopo la rinuncia alla gara Infratel
di Eleonora Micheli
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Telecom Italia debole a Piazza Affari, all’indomani dell’annuncio dell’addio al secondo bando di concorso da 1,2 miliardi che prevede la realizzazione delle reti in fibra nelle così dette aree bianche di 10 Regioni, più la Provincia di Trento.
La compagnia di tlc ha infatti annunciato di non aver presentato alcuna offerta per il secondo bando di gara Infratel per la realizzazione e gestione di una infrastruttura ultrabroadband nelle aree bianche di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Provincia Autonoma di Trento.
Si tratta di aree nelle quali è necessario un sostegno pubblico, visto che nessun operatore è spontaneamente interessato a investire nei prossimi tre anni. A questo punto Enel Open Fiber dovrebbe avere gioco facile, anche perché nel frattempo si è sfilata dalla gara anche Fastweb.
Telecom ha comunque confermato che andrà avanti con il proprio piano di investimenti da 5 miliardi di euro per la rete ultrabroadband, previsto nel piano 2017-2019. A fine piano, la compagnia punta a raggiungere oltre il 99% della popolazione con il 4G e il 95% della popolazione con la fibra ottica. Tra due anni saranno 50 le città connnesse da Telecom fino a 1Gbit. La società ha sottolineato che l’esito della gara non avrà alcun impatto gestionale, strategico e di posizionamento di mercato.
Secondo gli analisti di Icpbi «la decisione comunicata ieri conferma l’indirizzo già emerso in occasione della presentazione del piano industriale 2017-19, in cui il management aveva annunciato di aver aggiornato i piani di copertura delle reti a banda ultralarga con l’inserimento di alcune aree bianche delle Regioni oggetto dei bandi Infratel». Gli analisti hanno confermato un giudizio favorevole sulle azioni (Buy), indicando un target di prezzo a 1,07 euro. Positiva anche Banca Akros che ha individuato un prezzo obiettivo a 1,15 euro. «Non vediamo un impatto negativo della decisione di ieri sui numeri finanziari del gruppo. Del resto - hanno rilevato gli esperti - la società, nel suo business plan, non aveva messo in conto di ottenere alcun contributo pubblico». Equita ha reiterato la raccomandazione di acquisto sulle azioni di Telecom, stimando un prezzo obiettivo a 1,27 euro. «Riteniamo che la scelta di non partecipare alla gara Infratel sia motivata dalla libertà di selezionare le aree più opportune da un punto di vista economico, con la certezza di restare proprietari della rete sviluppata, mentre nei bandi Infratel, a fronte degli incentivi governativi, è prevista la possibile restituzione della rete a fine concessione», hanno commentato gli esperti della società di intermediazione. Equita ricorda tra l'altro che Enel Open Fiber era già stata molto aggressiva nella prima gara da 1,4 miliardi di incentivi, in modo da aggiudicarsi a tutti i costi i bandi. Insomma, ha spiegato Equita, di fatto la società guidata da Flavio Cattaneo «rinuncia a possibili incentivi statali, ridimensionati anche dall’aggressività dei concorrenti, in cambio di autonomia di scelta di quanto e dove investire e certezza del controllo dell`infrastruttura».
I gestori, però, continuano a temere gli effetti della concorrenza nel settore delle tlc che si va profilando all’orizzonte, con Enel Open Fiber che si va organizzando sulle tlc e la francese Iliad che sta preparando il debutto in Italia. Ecco perché nonostante il piano industriale di Telecom sia stato apprezzato dalla comunità finanziaria, e nonostante la società abbia incassato numerose raccomandazioni di ‘Buy’ da parte delle principali società di intermediazione e banche d'affari, le azioni hanno lasciato sul parterre circa il 10% del valore dal top toccato proprio nella giornata del 6 febbraio, giorno della presentazione del business plan.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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