Telecomunicazioni, la svolta strategica di colossi e outsider
I big del settore sono da sempre abilitatori di relazioni e pionieri della sostenibilità sociale: ora investono anche sull'ambiente
di Andrea Biondi
4' di lettura
«È di fondamentale importanza che le aziende delle telecomunicazioni (tlc) si stiano conformando ai criteri Esg, con una particolare attenzione all’ambiente. Per la natura della gestione delle reti di telecomunicazioni, gli operatori storici emetteranno più carbonio rispetto ai rivenditori di asset-light». Questo scriveva in un report dello scorso anno la banca tedesca Berenberg, riferendosi alle tlc: settore energivoro, caratterizzato da grandi server – che consumano tanto – e da organizzazioni complesse. Insomma un banco di prova in tema di Esg.
Tim, Fastweb, Tiscali ed Ei Towers (la società delle torri di trasmissione controllata da F2i al 60% e al rimanente 40% da Mediaset) sono le 4 società dell’ambito (Ei Towers ha ceduto, ma a fine dicembre, la parte Tlc a Phoenix Tower International) inserite nella a lista dei 150 Leader della sostenibilità del Sole 24 Ore e della società di ricerche Statista. Una lista che non vede all’interno le altre grandi telco in Italia (Vodafone, Wind Tre e Iliad, tutte impegnate sulla sostenibilità) perché escluse dal bando, in quanto filiali di multinazionali estere.
Riguardo a Tim, con il Piano strategico 2021-2023 “Beyond Connectivity”, presentato alla comunità finanziaria il 24 febbraio scorso, la società presieduta dal presidente Salvatore Rossi e guidata da Luigi Gubitosi ha ulteriormente rafforzato i target Esg focalizzandosi su quattro filoni: inclusione digitale, strategia di contrasto del cambiamento climatico, introduzione di pratiche di economia circolare e sistema della governance.
Già all’inizio del 2021 era arrivato un primo riscontro sul percorso di sostenibilità intrapreso. L’11 gennaio, infatti, Tim ha annunciato il collocamento di un Sustainability Bond da un miliardo con scadenza a otto anni, destinato principalmente a finanziare attività di miglioramento dell’efficienza energetica del gruppo e, per una parte, anche progetti green e social. E il 2 marzo il gruppo Tlc ha allargato la potenziale platea di investitori istituzionali entrando a far parte del Nasdaq Sustainable Bond Network: la piattaforma sulla finanza sostenibile del Nasdaq che riunisce investitori, emittenti, banche di investimento e organizzazioni specialistiche.
Il titolo Tim è presente negli indici di sostenibilità delle principali agenzie di rating internazionali, tra cui il Dow Jones Sustainability index e Sustainalitycs. Ma al di là dell’ambito finanziario, i principali progetti di Tim a tema sostenibilità riguardano il contrasto del cambiamento climatico (nel suo piano industriale Tim si è impegnata ad azzerare l’emissione dei gas a effetto serra entro il 2030) e l’inclusione digitale (da fine 2019 Tim è impegnata, insieme con altri 40 partner del settore pubblico, privato e non profit, con “Operazione Risorgimento Digitale” per azzerare il digital divide sul versante delle competenze).
Per quanto riguarda Fastweb, a fine marzo la compagnia guidata da Alberto Calcagno ha pubblicato il suo Report di sostenibilità. Alcuni dei numeri: oltre 29.800 posti di lavoro generati sul territorio nazionale, 3 miliardi di contribuzione al Pil, 86% di acquisti e investimenti in Italia.
Anche Fastweb è in campo con tante iniziative per diffondere le competenze digitali attraverso la Fastweb Digital Academy, che ha introdotto corsi online interamente gratuiti e rivolti ai giovani in cerca di occupazione, agli insegnanti che affrontano la didattica a distanza, ai lavoratori che necessitano di maggiori competenze per affrontare la rivoluzione digitale in corso. In un anno la scuola ha rilasciato oltre 4.600 certificati. L’obiettivo è di aumentare la proposta formativa e di raggiungere le 50mila persone formate entro il 2025. Con riferimento all’ambiente, Fastweb punta a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di 30.500 tonnellate di anidride carbonica entro il 2030.
Cinque sono i punti cardine della strategia di sostenibilità di Tiscali: la gestione degli impatti ambientali (certificazione ISO 14001); l’innovazione tecnologica (in linea con la missione di offrire a tutti uguale e libero accesso alla vita digitale); l’attenzione ai clienti (libertà e trasparenza delle offerte); l’attenzione ai dipendenti (smart working, sostegno alla genitorialità, esodi incentivati volontari) e la governance (etica, integrità, sostenibilità economica, Cda prevalentemente femminile). Nel bilancio di sostenibilità 2019 (ultimo pubblicato) si legge che «in Tiscali, il 53,5% dei dipendenti sono donne (pari a 287), in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al 2018, nonostante il generale decremento delle persone del gruppo» e anche che «il gruppo si impegna a salvaguardare le esigenze di work-life balance».
Quanto a Ei Towers, fa parte del portafoglio del fondo infrastrutturale F2i che dal 2019 aderisce agli Un-Pri Principles for responsible investment. L’attenzione alla sostenibilità è mantenuto nelle singole controllate. Per quanto riguarda l’ambiente, nel 2019-2020 l’azienda si è impegnata soprattutto nella riduzione dei rifiuti, che sono scesi del 10%, con un calo del 60% per i rifiuti pericolosi. Nell’ambito sociale, è stata istituita una commissione welfare per migliorare il benessere dei dipendenti attraverso una pluralità di iniziative tese alla tutela della salute e sicurezza e alla promozione del work-life balance. In particolare, per l’emergenza Covid la società ha previsto un servizio che garantisce assistenza sanitaria e psicologica da remoto e ha stipulato polizze assicurative a favore dei dipendenti colpiti dalla pandemia. Il 99% dei dipendenti è assunto a tempo indeterminato, con un buon bilanciamento di genere (56% dello staff amministrativo composto da donne).
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