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Telefonia mobile, conviene spendere più o meno di dieci euro al mese? La guida alla scelta della tariffa

Una nuova indagine dell'Osservatorio SOStariffe.it e Segugio.it vuole chiarire proprio questo punto: a cosa rinuncia coloro che cercano il massimo risparmio?

di Alessandro Longo

(Tiko - stock.adobe.com)

4' di lettura

Da una parte chi accetta di spendere almeno dieci euro al mese. Dall'altra chi cerca un risparmio a tutti i costi. Ormai il mercato della telefonia mobile italiana si divide nettamente in queste due categorie. Ci sono tantissime offerte a meno di dieci euro. Ma chi accetta di pagare il 50 per cento circa in più accede a un altro mondo di servizi avanzati.
Una nuova indagine dell'Osservatorio SOStariffe.it e Segugio.it vuole chiarire proprio questo punto: a cosa rinuncia coloro che cercano il massimo risparmio? Di converso, cosa possiamo avere se invece accettiamo di pagare pochi euro in più?

Aumentano i costi generali

L'indagine assume maggiore valore in questo clima di aumento generalizzato dei prezzi a consumo. A rincarare sono anche le tariffe mobili, in verità, secondo questa stessa nuova ricerca. Le tariffe di telefonia mobile disponibili a maggio 2023 hanno 2.860 minuti, 1.872 SMS e 129 GB con un costo periodico di 10,14 euro al mese. Rispetto alla rilevazione dello scorso gennaio dell'Osservatorio si registra un aumento dei giga inclusi (erano 114 GB a gennaio) oltre che un aumento del canone medio (che a gennaio era pari a 9,74 euro al mese).

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La differenza di GB

Suddividendo le offerte in due macro-gruppi, uno composto dalle offerte con canone da meno di 10 euro al mese e uno dalle offerte con canone pari o superiore a questa soglia, è possibile ottenere una fotografia ancora più dettagliata del mercato attuale. «La soglia dei 10 euro mensili continua a rappresentare una vera e propria barriera che, per molti consumatori: differenzia tariffe convenienti da tariffe troppo costose», notano gli autori dello studio. Le offerte da meno di 10 euro al mese, sono sì molto più economiche (7,61 euro in media contro 16,64 euro), ma hanno meno giga mensili. Non tanto di meno, però - 110 GB contro 134 GB - rispetto alle tariffe con canone “a doppia cifra”. Scegliere una tariffa da meno di 10 euro, quindi, consente di spendere, in media, 9,03 euro in meno ogni mese rinunciando a “soli” 24 GB. Le differenze in termini di minuti e SMS inclusi sono trascurabili in quanto, per entrambi i gruppi, c'è la possibilità di accedere a piani tariffari illimitati sia per le chiamate che per i messaggi. “Scegliere un'offerta da meno di 10 euro al mese, quindi, comporta un bundle dati leggermente ridotto ma ampiamente sufficiente a soddisfare le necessità della maggior parte degli utenti”, notano gli esperti. Allora se ci bastano circa 100 GB possiamo scegliere offerte a meno di dieci euro, cambiando magari operatore (se paghiamo di quella cifra)?

La vera differenza tra le tariffe

La risposta è sì per la maggior parte degli utenti, probabilmente; il che la dice lunga su quanto sono scese le tariffe italiane, a danno della sostenibilità dei conti degli operatori. Tuttavia per qualche utente la storia non finisce qui. Il problema degli eccessi di risparmio si nasconde altrove.Le offerte da meno di 10 euro al mese solo in pochi casi hanno servizi aggiuntivi, evoluti. Solo il 7% di queste offerte invece include il 5G. La rete mobile di nuova generazione, invece, è già inclusa nel 52% delle offerte con canone pari a 10 euro o superiore. Per accedere al 5G restando al di sotto dei 10 euro di spesa mensile, quindi, le opzioni sono ancora poche. Questo perché la maggior parte degli operatori virtuali (che coprono il 78% delle offerte in questa fascia di prezzo) non ha ancora il 5G. È il caso delle offerte più economiche in assoluto, quelle di Spusu, da 3,99 euro in su ad esempio.Al di sopra della soglia dell'indagine, invece, gli operatori virtuali hanno un peso minore (rappresentando il 52% delle offerte) e il 5G diventa molto più diffuso. Se non ci interessa il 5G, magari perché non siamo ancora coperti da quello “vero” (a velocità gigabit, ora presente in poche città) questo punto non ci interessa. Ma forse per l'utente tipo la rinuncia maggiore è un'altra. Le tariffe a meno di dieci euro solo nel 23% dei casi hanno uno smartphone a rate (a prezzi ridotti rispetto a quelli ufficiali di listino). Scegliendo una tariffa da almeno 10 euro, invece, questa percentuale sale al 56%. Tuttavia ormai è possibile avere smartphone a rate anche in molti negozi online, dove si possono trovare pure sconti importanti.

Vogliamo usare le comode eSIM?

Sono accessibili solo con il 32% delle offerte da meno di 10 euro contro il 56% delle offerte da almeno 10 euro di canone. Ultimo punto: i risparmi e i bonus aggiuntivi ottenibili con la convergenza fisso mobile, cioè scegliendo lo stesso operatore per entrambi i servizi. Sono poche le tariffe mobili da meno di 10 euro a consentire la convergenza: il 20%. Contro il 52% delle tariffe da più di 10 euro. Ne viene che chi vuole questi vantaggi e ha la possibilità (e la volontà) di prendere rete fisso e mobile da uno stesso operatore, deve accettare di pagare un po' di più per la parte mobile. Va considerato tuttavia che il costo totale (fisso più mobile convergente) può garantire comunque un risparmio. Grazie appunto agli sconti ottenibili con la convergenza.Poi ci sono vantaggi aggiuntivi nella scelta convergente. Il più recente è il Wi-Fi calling, àncora di salvezza per chi ha problemi di segnale a casa. Se ha internet fisso e mobile con lo stesso operatore, potrà telefonare a pieno segnale ovunque arriva il Wi-Fi.


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