Telefonino dannoso per la salute? Che cosa dicono le ultime ricerche
di Silvia Sperandio
3' di lettura
Il telefonino è dannoso per la nostra salute? Ne sono convinti i giudici di Ivrea che hanno riconosciuto un nesso causale tra l'uso scorretto dei cellulari e lo sviluppo del tumore al cervello, condannando l'Inail a risarcire il dipendente di una grossa azienda cui è stato diagnosticato un neurinoma, ossia un tumore benigno. L’uomo, nell’arco di 15 anni, avrebbe usato il cellulare per più di tre ore al giorno senza protezioni. I suoi avvocati hanno anche aperto un sito informativo che fornisce indicazioni e consigli sull'utilizzo corretto del telefonino.
Ma al di là di questa sentenza, esistono delle conferme scientifiche della cancerogenicità dei cellulari? Lo abbiamo chiesto a Gaetano Finocchiaro, direttore dell’Unità operativa di neuro-oncologia Molecolare dell’Istituto Neurologico Besta di Milano.Che pone l’accento su un aspetto importante.
«Non entro nel merito dell’operato dei giudici di Ivrea, ma a tutt’oggi non esiste un’evidenza epidemiologica della correlazione tra l’utilizzo dei telefonini e lo sviluppo di tumori cerebrali - spiega l’esperto -. Negli ultimi anni, a fronte di una crescente diffusione dei telefonini, non si sono registrati aumenti dell’incidenza di tumori al cervello».
Quali elementi abbiamo a disposizione a sostegno di questa tesi?
«Il dato forse più significativo è quello che arriva dal CBTRUS (Central Brain Tumor Registry of the United States) del 2015. La registrazione dei casi è effettuata tra il 2008 e il 2012 e si riferisce a 356.858 pazienti, su un totale di 274.633.642 americani». Nel 2008 si contavano 21.97 nuovi casi di tumore cerebrale ogni 100mila abitanti, mentre nel 2012 i nuovi casi erano 21.58, quindi sostanzialmente immutati. Se se ci fosse una relazione con l’utilizzo del cellulare avremmo dovuto aspettarci un aumento dei casi, invece non è stato così. I tumori del sistema nervoso centrale restano abbastanza rari e rappresentano circa l'1,3% del totale dei tumori.
Da alcune indagini scientifiche arrivano segnali di allarme.
Negli ultimi anni sono state sviluppate varie ricerche con conclusioni contrastanti. Tra queste l’indagine della Iarc, effettuata da una trentina di esperti riuniti a Lione nel 2011, punta ad accertare il rischio cancerogeno potenziale dovuto all'esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet Oncology: i campi elettromagnetici a radiofrequenza (radiazioni non ionizzanti emesse dai telefoni senza fili, ma anche dai segnali radio-televisivi, radar e forni a microonde, ndr) sono stati classificati nel gruppo 2B (“possibili” cancerogeni). Anche una delle ricerca guidata dall’oncologo svedese Lennart Hardell dell'Università di Örebro e pubblicata sull'International Journal of Oncology, documenta un rischio aumentato di sviluppare un glioma nei frequenti utilizzatori di cordless e cellulari.
Altre ricerche smentiscono queste osservazioni.
Nelle valutazioni complessive della Iarc hanno pesato molto sia le conclusioni di Hardell, uno dei principali sostenitori della pericolosità dei telefonini, sia i risultati dello studio internazionale Interphone, del 2010, il più grande studio sulla relazione tra l'uso dei telefoni cellulari e tumori della testa e del collo. L’indagine, condotta da un consorzio di ricercatori provenienti da 13 paesi, non ha rilevato aumenti di rischio per il glioma o il meningioma neppure dopo dieci o più anni. In questa direzione va anche una ricerca australiana pubblicata sulla rivista Cancer Epidemiology, in cui è stata valutata l'esposizione in un arco temporale di trent'anni rileva che l’uso dei telefoni cellulari non aumenta il rischio di ammalarsi di tumore al cervello.
Quali precauzioni adottare per ridurre eventuali rischi?
La Iarc suggerisce di ridurre l'esposizione, utilizzare gli auricolari e scrivere sms ogni volta che è possibile evitare una telefonata. Vale la pena di ricordare anche che secondo le ultime stime scientifiche, circa 2/3 dei tumori cerebrali originano per una mutazione casuale del genoma, mentre solo un terzo ha cause differenti, virali, ereditarie o ambientali. Un discorso diverso, invece, deve essere fatto per i ragazzi al sotto dei 18 anni: il cervello, fino a 12 anni è in costante rimaneggiamento e crescita, ed anche lo spessore della teca ossea è inferiore rispetto a quella degli adulti. I giovani sono dunque più sensibili a questo tipo di sollecitazioni e dovrebbero prestare più attenzione a un uso corretto del cellulare.
silvia.sperandio@ilsole24ore.com
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