Consumatori e diritti

Telemarketing. Pubblicato in Gazzetta il decreto sul registro opposizioni

Entro fine luglio è previsto il decollo del nuovo strumento per inibire gli operatori aggressivi. È stato pubblicato il nuovo Dpr ma mancano però ancora alcuni importanti tasselli normativi

di Federica Pezzatti

 Si allarga alle utenze telefoniche mobili iI Registro delle opposizioni

3' di lettura

Forse ci siamo. Entro luglio potremo opporci alle telefonate di telemarketing anche sul cellulare. Il Registro pubblico delle opposizioni si allarga infatti anche alle utenze telefoniche mobili per frenare i call center aggressivi.
Dopo quattro anni dalla sua previsione, e a distanza di due mesi dalla sua approvazione al Consiglio dei ministri, il 29 marzo è stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Dpr sul nuovo Registro pubblico delle opposizione. Una tempistica biblica quasi inaccettabile, come spiega Simone Baldelli, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti e vicepresidente dei deputati di Forza Italia. «Nel mio ruolo di presidente della commissione chiederò all’ufficio di presidenza di ascoltare il Governo sui vari passaggi necessari e su eventuali criticità che potrebbero emergere ancora nel percorso necessario affinchè il nuovo Registro diventi realtà», spiega Baldelli.

L’iter per l’avvio

Sono infatti ancora necessari dei passaggi tecnici e normativi. Riguardo all’operatività del Registro, l’articolo 14 del decreto stabilisce che il Dpr 178 del 2010 – ossia il provvedimento che istituì il Registro per le numerazioni fisse – è abrogato a decorrere dalla data di operatività del nuovo registro. «Entro il 28 aprile il ministero dello Sviluppo Economico dovrà consultare, sia le associazioni dei consumatori sia gli operatori – come spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. Entro il 28 maggio il Mise dovrà emanare, sentiti Agcom e Garante Privacy, un altro decreto (regolamento tecnico) per fissare le specifiche e i requisiti tecnici per la fornitura delle numerazioni fisse non pubblicate negli elenchi da parte dei gestori telefonici al gestore del Registro delle opposizioni. Poi entro 120 giorni (ossia entro e non oltre il 27 luglio) il Mise dovrà predisporre le modalità tecniche ed operative di iscrizione al Registro da parte dei consumatori – continua Dona –. Vigileremo sul rispetto di queste scadenze».

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Cosa prevede il Dpr

Va ricordato che la misura, approvata già dal Consiglio dei ministri a gennaio, riforma la disciplina del telemarketing, permettendo ai consumatori e cittadini di esprimere il proprio dissenso a ricevere chiamate pubblicitarie. Il tutto avverrà mediante l’iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni tramite sito web, telefono ed email e per gli operatori di telemarketing, che disporranno delle funzionalità per la verifica delle liste di numerazioni mediante le modalità web e Pec. Dopo il perfezionamento dell’iter si potrà registrare il numero di cellulare per aderire al servizio, chiedendo contestualmene anche la revoca di tutti i consensi al trattamento già rilasciati in passato rendendo così il proprio numero di cellulare non più utilizzabile dagli operatori di telemarketing. Ora dunque la palla passa al Mise e alla Fondazione Ugo Bordoni, gestore del registro, che hanno trenta giorni per chiudere le consultazioni con i principali operatori e le associazioni dei consumatori.

Il nodo dei soggetti esteri

«Ci sono ancora altri passi da fare. E ce ne occuperemo – continua Baldelli –. Penso per esempio al contrasto al telemarketing illegale, quando le telefonate arrivano con numero occulto da soggetti esteri, un problema di difficile soluzione». Non a caso il Garante per la Privacy ha stipulato una convenzione con l’omologa Authority albanese in modo da tutelare anche su telefonate che arrivano dall’Albania.Plaude anche il Codacons. «Staremo a vedere come il nuovo regolamento influirà sul settore del telemarketing e monitoreremo con attenzione il comportamento di aziende e call center, vigilando sul loro operato – spiegano dal Codacons –. La nostra speranza è che le sanzioni verso gli operatori che non si atterranno alle regole possano rappresentare un valido deterrente».

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