CommentoPromuove idee e trae conclusioni basate sull'interpretazione di fatti e dati da parte dell'autore.Scopri di piùDalle Poste alle banche risolte

Tempi difficili per la tutela del risparmio

di Gianfranco Ursino

(Pierpaolo Scavuzzo / AGF)

3' di lettura

Il mese di luglio appena trascorso per i risparmiatori è stato foriero di brutte notizie rimaste un po’ sotto traccia. A rimanere con l’amaro in bocca, dopo esser giunti al punto di ottenere gli auspicati maggiori risarcimenti, potrebbero essere i vecchi sottoscrittori di buoni fruttiferi postali, come anche i piccoli soci che detenevano azioni di Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e delle quattro banche risolte nel 2015 (Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti e Cassa di risparmio di Ferrara).

Un’ampia e variegata platea di soggetti, accomunati dall’aver dato troppa fiducia negli scorsi decenni alle banche e all’istituzione Poste Italiane, quest’ultima da sempre considerata più come stabile fonte di finanziamento retail della spesa pubblica che come pilastro strategico per la gestione dei risparmi degli italiani. Ma andiamo
con ordine.

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Il 28 giugno scorso le associazioni dei risparmiatori avevano manifestato la loro soddisfazione per l’approvazione al Senato dell’emendamento al decreto Omnibus che ha innalzato dal 30 al 40% gli indennizzi del Fir per gli azionisti delle banche (e loro controllate) risolte o poste in liquidazione coatta amministrativa.

Successivamente, il 10 luglio, sul sito Consap è stato pubblicato il modulo per comunicare l’eventuale nuovo Iban che negli anni può essere cambiato non solo in seguito a una chiusura e riapertura del conto con altro istituto, ma anche in seguito a operazioni di fusione e cessione di sportelli tra banche. Una comunicazione dell’Iban che doveva essere inviata anche dai beneficiari non ancora censiti nei database Consap perché subentrati per effetto di successioni o altro accordo giudiziale.

Parliamo al passato perché nonostante i buoni propositi del provvedimento, in piena estate è stato individuato un ristretto arco temporale (dal 13 al 31 luglio) per poter inviare la comunicazione. C’è da chiedersi come mai sono stati concessi meno di 20 giorni. Forse sarebbe il caso di dare una proroga o la remissione in termini.

Sul fronte del risparmio postale, invece, il 26 luglio è stata depositata la sentenza n.22619 della prima sezione civile della Cassazione che ha gelato le speranze dei possessori dei Buoni trentennali serie «Q/P» di vedersi riconosciuti per l’ultimo decennio i rendimenti più alti previsti per la serie «P». Sul Buono, l’importo riconosciuto dal 21esimo al 31 dicembre del trentesimo anno non era stato variato con il timbro. Era rimasto impresso il valore riconosciuto dalla precedente serie «P».

Una sentenza che, con qualche smagliatura, salva il bilancio di Poste che può così ridurre gli accantonamenti previsti a bilancio nel Fondo rischi vertenze con terzi. Per la Suprema Corte, sebbene sia lasciata scoperta la previsione dei rendimenti relativa all’ultimo decennio, il possessore del titolo non può pretendere, per tale decennio, gli interessi (più favorevoli) previsti per la vecchia serie, «ove si consideri che la tabella adotta una modalità di rappresentazione degli interessi promessi che risulta eccentrica rispetto a quella di cui alla precedente tabella, così da rendere evidente l’assenza di continuità tra le diverse previsioni». Poi, però, nelle conclusioni della sentenza si arriva a fare appello a un «procedimento di eterointegrazione» del contratto. E questa è solo una fattispecie di controversia che in questi ultimi decenni ha interessato i Buoni Postali.

A questo punto sarebbe forse più opportuno intervenire legislativamente per chiarire, una volta per tutte, che Poste Italiane Spa non opera nel campo del diritto privato (anche in considerazione del suo profilo azionario) e può essere esentata dall’obbligo informativo gravante, di regola, sugli intermediari per consentire ai clienti scelte di investimento consapevoli.

Riproduzione riservata ©
  • Gianfranco UrsinoResponsabile Plus24

    Luogo: Milano

    Argomenti: Fondi comuni, Etf, Assicurazioni, Conti correnti, Conti deposito, Mutui, Polizze fideiussorie, Anatocismo, Usura, Risparmio postale, Libretti Coop, Banche, Borsa, Consob, Banca d’Italia, Abf, Acf, Oam, Ocf, Consulenza finanziaria, Fondi pensione, Casse di previdenza, Fintech

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