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Tempo scaduto per Baritech, partono le lettere di licenziamento

Al via le lettere di licenziamento per 113 operai dell’azienda Baritech, nella zona industriale tra Bari e Modugno. L’azienda ha rifiutato di prorogare di 30 giorni la cassa integrazione

di Vincenzo Rutigliano

(Imagoeconomica)

2' di lettura

Anche l’ultimo tentativo non è servito per evitare il licenziamento dei 113 lavoratori di Baritech, l’azienda chiusa da dicembre 2021 con l’ultima commessa di Dpi di tessuto non tessuto. Per i 113 lavoratori in cassa integrazione da aprile scorso, è solo questione di tempo, quello necessario alle lettere di licenziamento per arrivare a destinazione in partenza da Brescia, sede della Baritech Operations srl.

Il gruppo bresciano proprietario dell’azienda, occupata dai lavoratori, ha infatti chiuso ogni spiraglio di trattativa. Non ha voluto chiedere la proroga della Cig scaduta il 31 gennaio – nonostante le tante pressioni ricevute – anche solo per uno dei 3 mesi già autorizzati dal ministero del Lavoro, proroga che avrebbe dato più tempo per presentare ed esaminare opzioni alternative all’unica offerta vincolante arrivata in questi mesi per rilevare lo stabilimento e dare un futuro ai lavoratori. Quella del gruppo Arborio, che però non vi ha dato seguito senza tuttavia formalizzare il ritiro, il che dovrebbe comportare il pagamento della penale.

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La Baritech Operations ha detto no anche ad una manifestazione di interesse giunta all’ultimo minuto sul tavolo della task force regionale per l’occupazione, presentata da uno studio milanese specializzato in M&A. La decisione di non chiedere la proroga della Cig – motivata ufficialmente dalla mancanza di risorse finanziarie per anticipare la quota mensile del Tfr ed i contributi previdenziali, pur se previsti in misura ridotta – ha confermato il disimpegno del gruppo bresciano e reso chiari quelli che i lavoratori, i sindacati e task force regionale per l’occupazione hanno sempre sospettato. E cioè procedere alla vendita del solo compendio immobiliare senza i lavoratori.

Tanto che il responsabile della task force, Leo Caroli, ha detto chiaro nei giorni scorsi che in questa vertenza hanno pesato «il tema del credito di imposta che i macchinari hanno in dote, pari a 1,5 milioni, riveniente da industria 4.0 e il timore che Baritech, liberata dal fardello costituito dai lavoratori, dopo un solo giorno venderebbe il compendio immobiliare al primo imprenditore locale per compiervi una speculazione immobiliare».

Tra i lavoratori e i sindacati – che ora guardano al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per l’apertura urgente di un tavolo romano e che oggi pomeriggio decideranno le ulteriori azioni da intraprendere – circola la locandina di un’agenzia immobiliare, datata maggio 2022, di richiesta di valutazione del capannone industriale di via delle Ortensie. La Baritech Operations srl è il richiedente; l’immobile è descritto in piena proprietà e in stato locativo libero.

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