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Termovalorizzatore di Roma, in ritardo il bando: si rischia di non rispettare il cronoprogramma

Tra qualche settimana dovrebbe vedere la luce il bando, che era stato in realtà annunciato per agosto

di Andrea Marini

Palermo (Acea): con termovalorizzatore Roma farà salto in avanti

2' di lettura

Per il termovalorizzatore di Roma è corsa contro il tempo per rispettare le tappe che dovrebbero dotare la città, entro il 2026, di un impianto fondamentale per risolvere il problema dei rifiuti una volta per tutte. Acea – la multiutility partecipata dal Campidoglio al 51%, a capo dell’associazione temporanea di imprese (che coinvolge anche Hitachi Zosen Inova, Vianini Lavori e Suez) che aveva presentato la propria manifestazione di interesse il 1° marzo – il 23 ottobre ha annunciato il progetto per il termovalorizzatore. Tra qualche settimana dovrebbe vedere la luce il bando, che era stato in realtà annunciato per agosto.

Il bando

Il progetto di Acea, ha annunciato il Comune, sarà trasformato in un capitolato tecnico per fare il bando e, secondo le stime fatte in Campidoglio qualche giorno fa, serviranno circa due-tre settimane. Poi sono previsti tre mesi, più altri mesi per la presentazione del progetto definitivo e la partecipazione al bando di gara. Un iter che in realtà è in ritardo rispetto alla precedente tabella di marcia, che prevedeva il bando per agosto. Non c’è una spiegazione ufficiale per questo ritardo. Ma in qualche modo è facilmente intuibile, visto che lo stesso sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha detto il 5 ottobre che la cifra dell’investimento sarà «significativamente superiore ai 700 milioni» circolati nei giorni precedenti.

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I costi

Proprio il nodo della lievitazione dei costi potrebbe essere stato alla radice dei ritardi della definizione del progetto di Acea. Costi che sono saliti per tutto il comparto delle costruzioni, a cui si aggiungono gli aumenti dei tassi di interesse. Maggiori spese che, come ha fatto intuire lo stesso sindaco, rischiavano di scaricarsi sulla tariffa rifiuti, in contrasto con quanto sempre detto dal Campidoglio: che cioè il nuovo impianto avrebbe portato a una riduzione della tariffa rifiuti grazie ai minori costi di smaltimento: «Abbiamo anche, come doveroso, avviato un’interlocuzione con l’azienda per migliorare la proposta anche dal punto di vista economico, per avere una tariffa più bassa possibile», ha spiegato il primo cittadino.

Il cronoprogramma

Il cronoprogrmma prevedeva il bando di gara definitivo per costruire e gestire l’impianto tra luglio e agosto scorsi. Ma la scadenza, appunto, è ormai passata. Il contratto con i vincitori era previsto fra gennaio e febbraio 2024; i lavori di costruzione avrebbero dovuto cominciare nell’estate 2024. Infine il grande impianto da 600mila tonnellate l’anno, due linee parallele da 300mila tonnellate l’anno, tra il settembre e l’ottobre 2026 dovrebbe cominciare a incenerire quell’immondizia che da anni tormenta Roma. Appare ormai quindi sempre più difficile che almeno la prima linea del termovalorizzatore possa vedere la luce durante il 2025, anno del Giubileo.

Il ricorso al Consiglio di Stato

Senza contare che il 30 novembre si svolgerà in Consiglio di Stato l’udienza pubblica per la discussione dei ricorsi contro l’impianto, ricorsi bocciati già dal Tar. Tar che ha parlato, tra l’altro, della «esistenza di una situazione emergenziale» derivante «dal maggiore afflusso di individui» con il Giubileo, che giustifica «il requisito della necessità e urgenza».

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