Terna scommette sulle conoscenze tecniche del futuro
Pronto il progetto per la nascita di un centro di ricerca e sviluppo sulle competenze specialistiche. L’ad Donnarumma: «Asset strategico per il gruppo e l’intero Paese»
di Celestina Dominelli
I punti chiave
3' di lettura
L’obiettivo è chiaro: investire sullo sviluppo di competenze specializzate per affrontare la transizione energetica, facilitandone il processo e accelerandone la messa a terra. Da qui nasce il progetto fortemente voluto dall’ad di Terna, Stefano Donnarumma, di un polo di ricerca e sviluppo per ideare e realizzare innovazione e nuove tecnologie nel campo della trasmissione elettrica. Il centro di eccellenza si chiamerà Tyrrhenian Lab e sarà istituito in collaborazione con le università di Cagliari, Palermo e Salerno, attraverso una struttura distribuita nelle sedi delle tre rispettive città dove approderanno i cavi sottomarini del Tyrrhenian Link, l’opera da 3,7 miliardi che prevede la realizzazione di due linee elettriche invisibili (una tra Campania e Sicilia e l’altra tra Sicilia e Sardegna) per 950 chilometri di collegamento.
L’ad Donnarumma: asset strategico per Terna e per il Paese
Il Tyrrhenian Lab, che prevede un investimento complessivo di 100 milioni in cinque anni, «ci permetterà - spiega il numero uno di Terna, Stefano Donnarumma -, di perseguire tre obiettivi cruciali per accelerare il processo di transizione energetica che tutti i giorni affrontiamo: investire sui giovani, accrescere le nostre competenze specialistiche e valorizzare i territori. Sono fortemente convinto - prosegue il top manager - che il Tyrrhenian Lab sarà un asset strategico non solo per Terna, ma anche per il Paese e, in particolare, per le comunità con le quali abbiamo intrapreso un grande lavoro di ascolto, dialogo e collaborazione».
Il master universitario in rampa di lancio
Nel dettaglio, il piano elaborato da Terna prevede la formazione, tra l’autunno del 2022 e il 2025, di più di 150 figure di elevata professionalità alle quali sarà erogato un master universitario di 12 mesi incentrato sullo sviluppo di competenze tecnologiche e strategiche nel mondo del power system, funzionali alla trasformazione digitale e alla transizione energetica del sistema Paese. Il gruppo punta a creare una struttura organica in cui, a pieno regime, lavoreranno almeno 200 persone con un indotto di mille professionisti coinvolti.
Il raccordo con le università locali
I corsi organizzati in stretta collaborazione con gli atenei locali, prevedono una forte commistione tra studio in aula ed esperienza sul campo. Senza contare che, una volta ultimato il master, gli studenti potranno essere assunti nelle rispettive sedi territoriali Terna delle tre città. Con un importante investimento, dunque, nel Mezzogiorno che si conferma un tassello centrale nella strategia del gruppo.
Del Pizzo: il via libera nell’ambito del piano industriale
Quanto ai tempi, la macchina è praticamente pronta a partire. «Il progetto - sottolinea Francesco Del Pizzo, direttore Strategie di sviluppo rete e dispacciamento del gruppo - è stato approvato nell’ambito del piano industriale di Terna e abbiamo già gli accordi con le università che firmeremo a breve. L’avvio è fissato per novembre con la prima edizione del master che sarà completata nel 2023. E stiamo già assumendo delle figure specialistiche che rappresenteranno la spina dorsale tecnologica di questa struttura».
Il modello dei campus delle società Usa attive nell’hi-tech
Un centro di eccellenza, dunque, che, chiarisce ancora Del Pizzo, «farà parte in modo permanente dell’organizzazione di Terna e il cui sviluppo sul campo ricalcherà quello dei campus americani distribuiti su più siti. Stiamo guardando come modello da percorrere a società statunitensi attive nell’hi-tech che hanno già sviluppato questo tipo di progettualità sia per quanto riguarda l’implementazione delle competenze sia per ciò che attiene l’attività di stimolo di start up e altro indotto».
La scommessa sul Mezzogiorno
Insomma, la strada è tracciata e l’idea è quella di generare positive ricadute anche, e soprattutto, per i territori in cui l’azienda opera. «L’innovazione tecnologica nel mondo della trasmissione elettrica - aggiunge Del Pizzo - è ancora tutta da costruire e noi abbiamo, come primario operatore nazionale, la responsabilità di sviluppare determinate professionalità. E siamo contenti di farlo nel Mezzogiorno dove c’è un enorme potenziale sia in termini di messa in pista di nuove infrastrutture sia di crescita delle competenze».
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