Terremoto di Amatrice, a L'Aquila 10 arresti per appalti truccati
di Ivan Cimmarusti
2' di lettura
"Risate beffarde" per il sisma di agosto 2016 che ha devastato il Centro Italia. Perché il terremoto «avrebbe potuto portare nuovi introiti». Il particolare è contenuto negli atti della Procura dell'Aquila, che ha ottenuto l'arresto ai domiciliari di dieci persone, tra imprenditori e funzionari pubblici abruzzesi e del MiBact dell'Abruzzo. L'indagine, avviata nel 2016 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di L'Aquila è stata coordinata dal procuratore capo Michele Renzo e dal sostituto Antonietta Picardi.
Il sistema
Gli inquirenti hanno fatto luce su un ramificato "sistema" pianificato da alcuni funzionari pubblici - inseriti nel Segretariato Regionale del MiBact dell'Abruzzo - che, ricoprendo varie funzioni e ruoli nel contesto dell'assegnazione e controllo sulle opere di restauro successive al sisma del 2009, avrebbero gestito gli appalti della ricostruzione post sisma in maniera clientelare. Le società coinvolte sono la Lancia srl, Soalco srl, L'Internazionale società cooperativa, Atec srl, Fracassa Rinaldo srl, Edil Co srl, Ingg. Penzi spa e Atec srl.
I funzionari infedeli
Gli investigatori ritengono che «nella totalità degli appalti monitorati, i funzionari interessati hanno svolto alternativamente i ruoli di Rup (Responsabile unico del procedimento), Direttore lavori o segretario regionale, inserendo all'interno dei predetti cantieri, in accordo con le ditte esecutrici, ulteriori figure ‘amiche' che le ditte avrebbero dovuto retribuire per ottenere, a loro volta, finanziamenti pubblici che venivano accresciuti con varianti in corso d'opera, dopo aver vinto una gara al massimo ribasso».
Le risate per il terremoto di Amatrice
Negli atti si legge che «nel corso dell'attività investigativa il Centro Italia è stato vittima di ben due eventi sismici (del 24 agosto e del 30 ottobre 2016) che inevitabilmente hanno occupato questo ufficio. In tale contesto, gli imprenditori monitorati da questo Ufficio hanno cercato nuovi incarichi, grazie ai rapporti diretti con i pubblici funzionari». Stando ai documenti «proprio dopo il tremendo sisma che ha colpito l'Alto Lazio nell'agosto e ottobre 2016, ma anche parte dell'Abruzzo, Leonardo Santoro, geometra della società cooperativa L'Internazionale, ha spiegato al presidente del Cda della ditta da cui dipendete, Vito Giuseppe Giustino, che presso il MiBact era stata creata un'unità di crisi per valutare i danni ai beni architettonici: ‘Vito, ora che succede nel frattempo che loro devono sistemare queste cose, succede il sisma ad Amatrice…che coinvolge il cratere si estende sino all'Abruzzo, che ci sono dei comuni in provincia di Teramo, verrà attivata una unità di crisi alla segreteria regionale'. Giustino, sentite le parole del Santoro, ha riso in maniera beffarda della nuova situazione venutasi a creare, in quanto per l'impresa il nuovo sisma non avrebbe potuto che portare nuovi introiti».
Aggirare l'Anac
Si ipotizza che i funzionari pubblici abbiano pianificato una strategia per evitare i controlli di Anac. Nei documenti investigativi si legge che «i funzionari, per evitare le prescritte comunicazioni all'Anac, hanno concordato con le ditte perizie di variante al di sotto del 20% dell'ammontare dei lavori, spacchettando in questo modo l'importo del recupero del ribasso senza comunicazione alcuna».
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