Terremoto di magnitudo 4.8 tra Firenze e la Romagna: scuole chiuse, evacuata Rsa. Torna regolare l'Av
L’evento sismico è stato sentito in tutta l’area dell’Appennino tosco-emiliano, in Romagna, nella provincia di Firenze e in tutta la parte settentrionale della Toscana
I punti chiave
- Curcio, non risultano danni importanti né feriti
- Giani, arrivate 300 chiamate al 112, ritardi e cancellazioni su rete ferroviaria
- A Modigliana scuole chiuse
- Sindaco Fiorenzuola, gente in strada dopo la scossa
- Scuole aperte a Forlì, Ravenna, Faenza
- In atto sciame sismico nella zona
- Due forti terremoti in passato
4' di lettura
Un terremoto di magnitudo 4.8 ha colpito questa mattina alle 5.10 la zona del Mugello, in provincia di Firenze. Epicentro a 3 chilometri a sud-ovest del comune di Marradi. Poi alcune repliche, la più forte 2.9. Gente in strada per lo spavento, ma non risultano danni a persone e cose. La scossa è stata avvertita distintamente in varie zone della vicina Romagna, in particolare nelle zone interne delle province di Forli-Cesena. Giani, sciame in corso, oltre 55 scosse. Verifiche di edifici da parte dei vigili del fuoco sono in corso a Marradi, Borgo San Lorenzo e Palazzuolo sul Senio. Maggiori criticità nel Forlivese: squadre dei vigili del fuoco risultano a lavoro per sopralluoghi tecnici a Tredozio, dove la sede del comune è stata dichiarata inagibile, Modigliana e Rocca San Casciano, scuole chiuse a Marradi e sull’Appennino forlivese ma aperte a Forlì, dove nel pomeriggio è atteso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’inaugurazione dell’anno scolastico. Nella tarda mattinata è tornata regolare la circolazione dell'alta velocità Firenze-Bologna dopo ritardi e cancellazioni. Due Rsa sono state evacuate.
Curcio, non risultano danni importanti né feriti
«Non ci risultano danni importanti né feriti, molta paura con la gente in strada. Continueremo le verifiche durante la mattinata», ha detto a Sky Tg24 Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione Civile, dopo a scossa di terremoto che si è avvertita questa mattina nella provincia di Firenze.
Giani, arrivate 300 chiamate al 112, ritardi e cancellazioni su rete ferroviaria
«Sto seguendo la situazione in Mugello. Circa 300 le chiamate arrivate alla nostra centrale 112 di richiesta informazioni e paura, senza particolari criticità. Attivata la Protezione Civile per assistenza alla popolazione», ha scritto su Facebook il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. «Ritardi e cancellazioni sulla rete ferroviaria per verifiche di stabilità. Interrotta la linea Pontassieve - Borgo S. Lorenzo da Pontassieve. - ha scritto Giani - Interrotta la Firenze - Faenza fino a Vaglia. Deviata l’alta velocità sulla vecchia linea direttissima (linea da Prato)».
A Modigliana scuole chiuse in via precauzionale
A Modigliana, comune del Forlivese martoriato dalle frane durante le alluvioni di maggio, il terremoto sull’Appennino tosco emiliano è stato sentito con forza e le persone si sono riversate all’alba per le strade del borgo. Anche il sindaco Jader Dardi è stato svegliato dalla scossa: «Sono uscito - ha spiegato Dardi all’Ansa - e mi sono mosso per il centro, invitando le persone a stare lontano dagli edifici. Nel percorso che abbiamo fatto, dall’esterno non vedo situazioni di pericolo. Stiamo eseguendo verifiche e abbiamo adottato un’ordinanza di chiusura delle scuole, in attesa dei controlli. Ci mancava anche il terremoto, speriamo sia finita qui».
Sindaco Fiorenzuola, gente in strada dopo la scossa
«La gente è scesa in strada, dopo la scossa che è stata avvertita molto forte anche se siamo ’lontanucci’ dall’epicentro. C’è stata tanta paura», ha detto a LaPresse Giampaolo Buti, sindaco di Fiorenzuola, in provincia di Firenze, una località poco distante da Marradi, epicentro del terremoto che ha scosso all’alba l’intera area. «Le scuole sono tutte chiuse in via precauzionale, per un accorso con i sindaci dei Comuni circostanti. Ma al momento non risultano danni agli edifici. Sono in ogni caso in corso le verifiche».
Scuole aperte a Forlì, Ravenna, Faenza
Scuole regolarmente aperte nel territorio del Comune di Forlì, dove nel pomeriggio è atteso il presidente della Repubblica Mattarella per l’inaugurazione dell’anno scolastico in una zona colpita dall’alluvione, e così anche a Ravenna e Faenza, dopo il terremoto all’alba a Marradi (Firenze) a pochi chilometri dal confine con l’Emilia-Romagna. «Al momento non si segnalano danni a persone e a cose. A livello precauzionale e cautelativo sono in corso verifiche negli istituti scolastici che comunque rimarranno aperti», spiega il Comune di Ravenna. Scuole elementari e medie chiuse invece a Riolo Terme (Ravenna), dove però rimangono aperti tutti gli altri servizi scolastici quali nidi, materna e micronido, con tutte le precauzioni del caso. Qui l’amministrazione invita comunque a prestare massima allerta per la probabilità di scosse di assestamento.
In atto sciame sismico nella zona
Nella zona interessata sono già stati localizzati altri eventi sismici. Nella stessa area, alle 4.38, circa 30 minuti prima dell’evento, la rete sismica ha registrato un terremoto di magnitudo 3.3, mentre successivamente sono stati localizzati altri 25 eventi (alle ore 6:15) di magnitudo compresa tra 2.8 e 1.1. La zona interessata da questa sequenza sismica è caratterizzata da alta pericolosità sismica, come testimoniato dalla Mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale e dai forti terremoti avvenuti in passato.
Due forti terremoti in passato
L’Ingv segnala che sono due i forti terremoti del passato più vicini all’area della sequenza sismica di queste ore, entrambi con epicentro nella zona del Mugello, a circa 25 km a nord di Firenze. L’evento del 13 giugno 1542 di magnitudo stimata 6.0 e l'evento sismico del 29 giugno 1919 di magnitudo 6.4. «In particolare - segnala Ingv - il terremoto del 1919 è uno dei più importanti terremoti italiani del XX secolo, e anche uno dei più forti a oggi conosciuti con epicentro nell'Appennino settentrionale; la zona colpita fu quella del Mugello, con ingenti danni sia nella provincia di Firenze che nel versante romagnolo dell'Appennino».
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