Nuovo forte terremoto, altri 10 morti tra Turchia e Siria
Lunedì altra forte scossa di magnitudo 6.3 nella provincia meridionale turca di Hatay al confine siriano, che ha causato almeno 10 morti e circa 300 feriti. Diverse persone sarebbero intrappolate ancora sotto le macerie, secondo i soccorritori
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È salito ad almeno sei morti e 294 feriti in Turchia il bilancio delle due nuove forti scosse di terremoto avvenute nella provincia sudorientale di Hatay, al confine con la Siria. Lo rende noto la tv di stato Trt, facendo sapere che continuano le ricerche per tentare di salvare persone rimaste intrappolate sotto le macerie di alcuni edifici crollati. Diciotto dei feriti sono in condizioni gravi, ha fatto sapere il ministro della Sanità turco Fahrettin Koca.
Le nuove scosse sismiche sono state di magnitudo 6,4 e 5,8, e sono avvenute a sole due settimane dal devastante terremoto del 6 febbraio.
Il nuovo sciame tellurico ha colpito anche la Siria, dove cinque persone sono state uccise e oltre 130 rimaste ferite nel nord-ovest del Paese. Lo scrive infatti su Twitter il gruppo dei soccorritori siriani dei Caschi Bianchi. L’agenzia ufficiale siriana Sana riferisce dal canto suo al momento solo di 47 persone rimaste ferite ad Aleppo. A seguito del nuovo terremoto, le équipe di Medici senza frontiere hanno già curato diversi feriti negli ospedali e nelle cliniche supportate nel nord di Idlib, in Siria. «Continueremo, anche in collaborazione con altre organizzazioni, a fornire assistenza medica e a distribuire beni di prima necessità all'enorme numero di persone colpite finché ci sarà bisogno», fa sapere l'organizzazione medico-umanitaria.
Il nuovo sisma ha provocato blackout e scene di panico nella provincia di Hatay. Il sindaco Lütfü Savas ha avvisato che lo sciame sismico è ancora attivo ed esortato la popolazione a stare lontano da edifici che potrebbero crollare. Ci sono state per il momento 20 scosse di assestamento, ha detto il vice presidente turco, Fuat Oktay che inoltre ha reso noto che è stato revocato l’allarme tsunami.
Turchia-Siria: crisi ben oltre i tre mesi stato di emergenza
Oltre quindici giorno dopo il sisma del 6 febbraio fra Turchia e Siria, almeno altre 3.170 scosse hanno fatto tremare anche parte della Siria e più di un milione di persone è rimasto senza casa, con almeno 260mila abitazioni in oltre 50mila edifici in via di demolizione nei 10 governatorati turchi più colpiti.
I morti ufficiali sono ormai più di 46mila nei due Paesi, destinati ad aumentare perché migliaia di vittime sono ancora sotto le macerie. «La crisi nelle zone colpite dal sisma andrà ben oltre i tre mesi di stato d'emergenza previsti: è fondamentale prevedere aiuti materiali e psicologici a lungo termine» lancia l'allarme Lorena D'Ayala Valva, vicedirettrice generale e responsabile per le emergenze di Fondazione Cesvi, attiva in maniera particolare nelle province turche di Kahramanmaraş e Adiyaman, tra quelle maggiormente devastate ma meno raggiunte dagli aiuti internazionali.
«Nelle dieci province turche più colpite dal terremoto – aggiunge – vivevano 13,5 milioni di persone: oltre 2,2 milioni sono sfollate altrove, ma per chi resta è urgente la necessità di aiuti e riparo in questo gelido inverno. Ai traumi psicologici della tragedia si aggiunge il rischio di gravi malattie, da quelle respiratorie al colera. Raggiungeremo, nei prossimi 6 mesi, 25mila persone su vari fronti, dalla distribuzione di beni salvavita all'assistenza psicologica per adulti e bambini».
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