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Terremoto in Turchia e Siria, 40mila morti. Erdogan fa arrestare più di 100 costruttori

Più di 40mila morti nelle due nazioni. Le operazioni di soccorso proseguono: salvato un bimbo di 7 mesi dopo 140 ore

articolo aggiornato alle 16.50 di lunedì 13 febbraio 2023

Turchia, arrivati ulteriori aiuti italiani

2' di lettura

La fase di soccorso dopo il terremoto sta «volgendo al termine», ha dichiarato oggi il capo degli aiuti delle Nazioni Unite Martin Griffiths durante una visita alla città di Aleppo, nel nord della Siria. Lo riporta la Cnn. «Quello che abbiamo visto nelle zone colpite dal terremoto è che la fase di salvataggio, cioè tirare fuori dalle macerie le persone vive e trovare quelle morte, si sta concludendo. E ora parte la fase umanitaria: fornire un riparo, assistenza psicosociale, cibo, un senso del futuro è il nostro obbligo», ha osservato Griffiths. «Stamattina ad Aleppo ho sentito storie che fanno rabbrividire», ha aggiunto.

Le vittime del terremoto che ha squassato Turchia e Siria sono quasi 40mila. I numeri e le stime aumentano drammaticamente di ora in ora. Allo stesso tempo a scandire il tempo dei soccorritori sono salvataggi che hanno dell’incredibile, ancora una settimana dopo la prima scossa. Come nel caso del neonato di 7 mesi sopravvissuto per 140 ore nella tomba in cui si è trasformata la sua casa ad Antakya. O il salvataggio della cinquantenne di Hatay questa sera. Dal canto suo, il presidente turco Tayyip Erdogan ha dato l’impressione di voler incolpare il fato, perché «queste catastrofi sono sempre accadute e fanno parte del piano del destino», ma dall’altro lato ha già individuato i responsabili di quelle migliaia di vittime ed edifici rasi al suolo.

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Le autorità turche hanno infatti arrestato più di 100 costruttori edili nelle dieci province colpite dal sisma con l’accusa di avere violato le normative edilizie del Paese. Il ministero della Giustizia di Ankara ha autorizzato i procuratori ad avviare cause contro tutti i «costruttori e i responsabili» dei crolli perché non hanno rispettato le norme introdotte dopo il sisma del 1999. Il vicepresidente Fuat Oktay ha affermato che finora sono stati identificati 131 sospetti ed emessi 113 ordini di detenzione. Erdogan, che nel mezzo della tragedia si sta preparando alle elezioni nazionali che potrebbero essere le più difficili dei suoi due decenni al potere, ha promesso di iniziare la ricostruzione entro poche settimane.

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