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Terzo Polo, Calenda: «Non faremo il partito perché Renzi non lo vuole». Iv: clamoroso autogoal

L’ufficio stampa di Italia viva interviene per smentire le frasi che il quotidiano “La Stampa” attribuisce a Matteo Renzi «riferendole a imprecisati suoi amici»

Terzo polo: è rottura tra Renzi e Calenda

5' di lettura

Lo scontro tra Carlo Calenda e Matteo Renzi è ormai abbondantemente oltre il livello di guardia. Ed è caos nel Terzo Polo. A commento di un articolo pubblicato su La Stampa, dal titolo “Terzo Polo al capolinea, volano gli stracci. Renzi: Calenda è pazzo, ha sbagliato pillole”, il leader di Azione è andato all’attacco del leader di Italia viva, con il quale avrebbe dovuto costruire un partito unico. «Matteo Renzi queste volgarità nascondono un nervosismo esagerato - ha scritto Calenda sui suoi profilo Instagram e twitter, pubblicando la foto dell’articolo -. Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo #staisereno non ha funzionato. Fine». Addio al partito unico, dunque.

La replica di Italia viva: Renzi mai ha dato del pazzo a Calenda

A stretto giro, l’ufficio stampa di Italia viva ha pubblicato una nota, nella quale «smentisce le frasi che il quotidiano “La Stampa” attribuisce a Matteo Renzi riferendole a imprecisati suoi amici. Le dichiarazioni rilasciate dal senatore Renzi sono quelle contenute nella Enews». «Carlo, nessuno ha mai pronunciato quelle frasi. Qui c'è il testo pronto: vuoi firmare o preferisci di no? Nessuna fregatura, guarda il documento», si legge poi in un tweet di Iv, accompagnato dalla pubblicazione del documento elaborato in vista della nascita del Terzo polo.

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IV: chiudere a partito unico è clamoroso autogol di Calenda

E ancora: «Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda. Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni di Azione». Così in una nota l’ufficio stampa di Italia Viva

Renzi: «Basta polemiche e rimettiamoci al lavoro insieme»

«In queste ore ci sono polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo - ha scritto Matteo Renzi su twitter -. Ne sono molto dispiaciuto anche perché non vedo un motivo politico per la rottura. Eviterei di inseguire le polemiche e i retroscena. Andrei al sodo. Ieri Azione ha presentato un documento, a noi va bene con piccole modifiche assolutamente accettabili. Le abbiamo pubblicate: i vecchi partiti si sciolgono con l'elezione del segretario nazionale del partito unico. Se Calenda ci sta, noi firmiamo. Se Calenda ha cambiato idea, lo rispettiamo e ne prendiamo atto». «Quanto alla Leopolda: chi conosce quell'esperienza -ha continuato l’ex premier- sa che è un momento bello di confronto politico tra generazioni e storie diverse. È un momento in cui tante persone si avvicinano alla politica. Dire che non può essere più fatta la Leopolda non ha senso. La facciamo con migliaia di volontari dal 2010, non vedo perché dovremmo smettere di farla oggi in un momento in cui la politica va difesa dai populismi e dai sovranismi. Il mio - ha concluso Renzi- è un appello finale: basta polemiche, rimettiamoci al lavoro tutti insieme. Noi ci siamo, consapevoli della responsabilità verso tanta gente che ci chiede di tornare a sognare, non di volare rasoterra».

Calenda, noi pronti allo scioglimento, IV solo nel 2024

«Ieri IV ha confermato di voler deliberare lo scioglimento (con effetto 2024) solo dopo aver saputo il vincitore del congresso e di voler continuare a fare politica attraverso IV almeno per tutto il ’24. Idem sul prendere impegni economici concreti vs nuovo partito. Noi invece eravamo pronti a prendere subito impegno su scioglimento e a girare tutte le risorse per fare la campagna delle europee. Abbiamo preso impegno con gli elettori di fare un partito unico, non una scatola vuota aggiuntiva. Nella proposta presentata vi erano (come in quella prima) tutti gli elementi di democrazia e contendibilità. Del resto a differenza di IV Azione ha fatto tutti i congressi comunali, provinciali, regionali, nazionali. Infine abbiamo preteso che vi fosse una clausola che riprendesse quella etica del parlamento europeo sui conflitti di interesse. Questo è quanto. Il resto sono armi di distrazione di massa». È quanto ha scritto Calenda in una serie di tweet.

Il leader di Azione: non faremo il partito perchè Renzi non lo vuole

«Il partito non lo riusciremo a fare, perché (Renzi, ndr) non lo vuole fare». Lo riferisce in una nota di Striscia la Notizia, il cui inviato Enrico Lucci ha intercettato stamattina Calenda e gli ha chiesto aggiornamenti sull’accordo con Matteo Renzi per il partito unico con Italia Viva. «Perché non vuole farlo?», lo incalza Lucci. «Perché vuole tenersi soldi e partito di Italia Viva e non si può far nascere, da due partiti, tre partiti: diventa ridicolo», risponde Calenda. Che aggiunge: «Non so se oggi ci sarà una nuova riunione, ma lui non viene alle riunioni. Non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton».

Azione: stop a partito unico è una scelta di Italia viva

E ancora: lo stop deriva dalla scelta di Italia Viva di non votare un documento ieri che avevano dichiarato essere già letto e condiviso. Dietro tutto questo c’è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori. Dopo mesi di tira e molla ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Italia Viva a Carlo Calenda». Lo riporta una nota Azione

Rosato: c’è spazio per una ricomposizione

Intanto si muovono i pontieri, per cercare di riavviare un dialogo tra le parti. Obiettivo: colmare le distanza politica tra i due leader. «Anche se i toni sono esasperati, penso che ci sia spazio per arrivare a una ricomposizione nella riunione di questo pomeriggio», ha detto Ettore Rosato, deputato di Azione-Italia, a Omnibus. «C’è un progetto politico molto importante che riguarda la costruzione di uno spazio. Per fare questo bisogna trovare il modo ricomporre le diverse posizioni in campo. La politica è l’arte di cucire, non di strappare. Un partito serio sa mettere insieme i pezzi, attraverso la democrazia interna e il dialogo. Tutto questo sta in un rapporto di fiducia che va costruito su un progetto politico che ha un senso in questo paese. Penso che sugli aspetti non secondari che rimangono aperti si possa arrivare a una ricomposizione, ora serve uno sforzo da parte di tutti», ha concluso.

Richetti: «Renzi non può presiedere Italia viva e dirigere giornale»

«Matteo Renzi è l’unica figura riconosciuta come presidente del partito Italia viva, può l’apicale di un partito fare l’apicale di un giornale? Secondo me no. Questo non è attaccare Renzi, lui può fare il direttore de “Il Riformista”, tanto non si presenta a un incontro”. Lo ha affermato Matteo Richetti, capogruppo del Terzo polo alla Camera, ospite di Agorà su Raitre.

Terzo Polo, Bonetti, Calenda si chiarirà con Renzi

«Carlo Calenda ha posto temi di natura politica nel rapporto tra Iv e Azione. Ha rilevato che i toni di questi giorni sono stati conflittuali, non sono quelli che servono quando si costruisce una casa comune. L’importante è mettersi intorno a un tavolo e trovare un modo per ricomporre tutto attorno a un fine comune. Mi pare che ci sia. È responsabilità della classe dirigente portarlo avanti. Dobbiamo sostituire questi toni col dialogo necessario per dare al Paese un progetto liberal-democratico». Così Elena Bonetti, vicepresidente della Federazione Azione-Italia Viva, in una intervista a “La Stampa”. Alle accuse rivolte a Renzi di volersi tenere libero risponde: «Parlano i fatti. Renzi ha sempre mostrato volontà di costruire il nuovo soggetto politico, e lo stesso ha fatto Calenda».

Renzi e Calenda in Aula Senato allo stesso banco

Dopo l’attacco di Calenda e la replica di Renzi, i due sono entrambi in aula, al Senato, dove si sta votando il decreto Pnrr. I due leader del Terzo polo sono seduti nella stessa fila, separati da tre senatrici tra cui Mariastella Gelmini, vicesegretaria di Azione. Presenti in aula anche quando è stato approvato un ordine del giorno al Pnrr - proposto da Calenda e sostenuto da Renzi - che invita, nel capitolo RepowerEu a valutare specifici finanziamenti per incentivi fiscali per le cosiddette misure Industria 4.0. Almeno in apparenza, non trapelano le tensioni vissute nei giorni scorsi tra Azione e Italia viva sull’ipotesi di un partito unico.


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