Tesla e Lg puntano sull’India per auto, batterie e accumulo
Cresce l'attrattività del Subcontinente, che punta al terzo posto per il Pil entro cinque anni. Nel decennio crescita vertiginosa per l’industria locale dei veicoli elettrici
di Alberto Annicchiarico
I punti chiave
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Non solo auto elettriche (e batterie), ma anche energia da accumulare per la fragile rete indiana. Tesla, nonostante le sirene turche tentino di attrarla alla corte del sultano Erdogan per una nuova fabbrica di automobili, guarda con interesse allo sviluppo di piani di espansione nel subcontinente. L’India, pur con tutte le sue contraddizioni, è ormai, da aprile, il primo Paese al mondo per popolazione dopo il sorpasso sulla Cina, ed è il quinto al mondo per Pil. Ma ha l’ambizione, dichiarata dal suo primo ministro Narendra Modi, di scalare posizioni fino al terzo posto entro cinque anni. Il Pil cresce del 7% l’anno e per la World Bank le prospettive sono rosee.
Business elettrico, arrivano i coreani
Quanto all’auto, l’India è già terza sia per produzione (dopo Cina e Giappone, 4,4 milioni nel 2022, dati Oica) che per mercato (4,25 milioni, davanti al Giappone). L’industria locale dei veicoli elettrici crescerà (periodo 2021-2030) a un tasso annuo (Cagr) del 94% con un valore che passerà da 200 milioni a 150 miliardi di dollari. L’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea) prevede 145 milioni di veicoli elettrici sulle strade indiane entro la fine del decennio. Oggi sono 3 milioni su un parco circolante totale di oltre 300 milioni. L’India, insomma, si candida ad essere la prossima prateria e per questo attrae i principali protagonisti della scena, compresi i leader mondiali nella produzione di batterie. È il caso della big coreana LG Energy Solution (terza per market share globale con il 14,5%), che secondo indiscrezioni sarebbe in trattativa con il gruppo siderurgico indiano JSW per la produzione in partnership. La prima gigafactory indiana, tuttavia, la realizzerà il gigante locale Tata, che in giugno ha firmato un accordo con lo stato del Gujarat per un impianto da 1,6 miliardi di dollari e una capacità di 20 GWh.
Il doppio obiettivo di Tesla
Tornando a Tesla, il leader mondiale delle auto a batteria aveva inizialmente pianificato di esportare i suoi veicoli elettrici nel paese asiatico, ma dopo che si è visto respingere la richiesta di eliminare i dazi, il ceo Elon Musk ha pensato di produrre direttamente in India la Model 2, la prossima entry-level da 25mila dollari. Nella trattativa (Musk ha avviato colloqui anche in Arabia Saudita) si è inserito il presidente turco durante la recente Assemblea generale delle Nazioni Unite. Anche se il ministro del Commercio indiano ha anticipato che Tesla investirà circa 1,5 miliardi già entro l’anno. Se costruirà auto in India con buona probabilità Tesla realizzerà anche batterie, come già rivelato a maggio da un alto funzionario.
Musk, però, vuole andare oltre l’auto, a conferma del nuovo posto dell’India sul palcoscenico globale. L’anno scorso 4 miliardi di dollari, poco meno del 5% dei ricavi del gruppo con base a Austin (Texas), sono stati appannaggio della divisione Energy generation and storage di Tesla, che produce sistemi fotovoltaici e di accumulo dell’energia pulita. Durante gli incontri a Nuova Delhi, Tesla ha proposto di rafforzare la capacità di stoccaggio del Paese con il Powerwall, una batteria domestica destinata a privati e piccole aziende, in grado di immagazzinare energia dai pannelli solari o dalla rete, per l’uso notturno o durante le interruzioni. Powerwall può rilevare i blackout e trasformarsi nella fonte energetica dell’abitazione.
In effetti la domanda in crescita ha causato numerosi blackout, in India. E nel 2022 il subcontinente ha affrontato una grave crisi energetica a causa di problemi nel trasporto del carbone. Una delle conseguenze è stata un’accresciuta frequenza di interruzioni notturne.
Ipotesi sussidi per la batteria domestica
In India, del resto, l’energy mix è ancora dominato dalle fonti fossili. Il Paese è terzo al mondo per emissioni di CO2 (dopo Cina e Usa) e non raggiungerà la neutralità carbonica prima del 2070. Secondo dati del ministero dell’Energia di Nuova Delhi, il carbone a marzo 2023 rappresentava ancora il 50,8% (211,8 GW) delle fonti disponibili per produrre un totale di 415,4 GW, contro il 41% (171,8 GW) di tutte le fonti rinnovabili. I piani di sviluppo del governo prevedono che nel 2029-30 il Paese possa contare su ben 777 GW, con le rinnovabili al 62% (485 GW) e il carbone al 32% (251,6 GW).
Tesla avrebbe cercato di ottenere una serie di incentivi per creare un sito produttivo, ma la risposta è stata negativa, secondo le fonti consultate da Reuters. In compenso il governo potrebbe pensare a dei sussidi destinati agli acquirenti del Powerwall, che negli Usa costa 5.500 dollari. La trattativa, quindi, resta sospesa, nonostante Nuova Delhi abbia espresso un sostanziale gradimento alla proposta di Musk.
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