Tesla, il nuovo ritocco ai listini e i rischi che corre. Aumenti fino a 6mila dollari
È la risposta del costruttore americano ai persistenti problemi della catena di approvvigionamento globale e all’aumento dei costi delle materie prime
di Alberto Annicchiarico
2' di lettura
Quarto rialzo dei prezzi dell’anno in meno di sei mesi per Tesla, con il mercato che registra la mossa infliggendo un pesante scivolone alle azioni del costruttore di auto elettriche (il valore da inizio d’anno si è praticamente dimezzato da 1.200 a 640 dollari). La casa guidata dal ceo Elon Musk ha aumentato, questa volta del 5%, i prezzi di tutti i suoi modelli di auto negli Stati Uniti in risposta ai persistenti problemi della catena di approvvigionamento globale e alla spirale dei costi delle materie prime.
Il prezzo della versione a lungo raggio del suv Model Y è stato portato a 65.990 dollari da 62.990, è stato comunicato sul sito, dopo che erano stati già registrati ritardi fino a un mese nelle consegne. La Model 3 long range ha visto un aumento di 2.500 dollari a 57.990. E la Tesla più costosa (ma tra le meno vendute), la Model X dual motor all-wheel long range, è arrivata fino a 120.990, 6mila dollari in più. L’aumento è giustificato dall’impennata dei costi di tutte le materie prime, dall’alluminio al litio, utilizzati nelle automobili e nelle batterie. Intanto tutte le case continuano a lottare per reperire microchip e altre forniture a causa di una carenza che affligge ormai in tutto il settore.
Secondo Credit Suisse la preoccupazione di Tesla in questo momento è l’offerta ma a lungo andare i rincari potrebbero «distruggere la domanda». Un problema che dovrebbero porsi anche le case europee premium, che hanno puntato finora sui prezzi per compensare il calo dei volumi. Un segnale è arrivato oggi dall’Europa, dove nei primi cinque mesi del 2022 le auto immatricolate hanno fatto registrare un calo del 12,9% sul periodo corrispondente del 2021 e del 34,7% sullo stesso periodo del 2019. Costi e difficoltà nell’approvvigionamento sono le cause primarie del tracollo.
Tornando negli Stati Uniti anche la rivale di Tesla (nettamente più piccola) Rivian, che produce suv e pick-up elettrici, ha aumentato di oltre 10mila dollari il prezzo per i nuovi ordini del suo modello base.
Musk ha dichiarato all’inizio di questa settimana che Tesla ha attraversato una fase molto dura, affrontando un blocco di mesi, causa Covid, a Shanghai, il sito di una delle sue fabbriche più importanti, e numerosi stop della catena di approvvigionamento. «Questo è stato un trimestre molto difficile, principalmente a causa delle supply chain e delle sfide per la produzione in Cina», ha scritto Musk in un’e-mail ai dipendenti durante il fine settimana. «Quindi dobbiamo impegnarci duramente per ripartire!».
Il ceo di Tesla aveva già messo in guardia sul rischio di una recessione nelle ultime settimane. All’inizio di questo mese aveva affermato di avere una «pessima sensazione» sull’economia e che Tesla aveva bisogno di tagliare il 10% dei posti di lavoro.
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