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Tesla taglia ancora. Model Y costa come una Byd Atto3 (ma è un'illusione ottica)

Elon Musk ha tagliato ancora i prezzi in Cina e negli Usa mandando al tappeto numerosi titoli del settore. Intanto i brand cinesi affilano le armi in vista del Salone di Monaco

di Alberto Annicchiarico

Aggiornato il 16 agosto 2023, ore 11:00

4' di lettura

Una Tesla Model Y può costare in Cina quanto (in Europa) il suv Atto 3, prodotto dall’arcirivale cinese Byd: 38mila euro. Succede con l'ultimo giro di valzer di tagli al listino, che il brand americano ha avviato dall'inizio del 2023 sull'ipercompetitivo mercato del Dragone. Attenzione però: che le due vetture, certamente non sovrapponibili ma analoghe per molti aspetti nelle prestazioni, ad esempio l'autonomia (circa 300 chilometri, ma Tesla vince per velocità massima, accelerazione, efficienza energetica e rapidità di ricarica) abbiano lo stesso prezzo è soltanto un'illusione ottica.

In Cina Atto 3 costa 20mila euro e rientra nella fascia di prezzo per cui opta quasi il 50% del pubblico locale, secondo uno studio McKinsey. Non a caso Byd domina il mercato cinese delle auto elettriche (che comprende anche le ibride plug in) con volumi più che tripli rispetto a Tesla, in terza posizione, secondo la China Passenger Car Association (confronto sul 2022 e sul primo trimestre 2023). Quanto al mercato europeo, anzi italiano, Model Y parte da 47mila euro, quindi circa 10mila euro in più della rivale, che in luglio l’ha battuta per vendite in Svezia. È pur vero che Model Y è stata la più venduta nel primo semestre in Europa e la numero 1 nel mondo nel primo trimestre. Ma Byd mette paura con la sua crescita impressionante.

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La nuova offensiva di Musk

Tornando a Tesla, il marchio guidato dal ceo Elon Musk ha nuovamente limato i listini in Cina per le Model Y a lungo raggio e ad alte prestazioni proprio dal 14 agosto. La casa automobilistica di Austin ha abbassato i prezzi di partenza di entrambi i modelli di 14mila yuan (1.762 euro). Il prezzo di partenza della Model Y Long Range scende del 4,5% a 299.900 yuan (pari a 37.753 euro) e quello della Model Y Performance è ora di 349.900 yuan (44.048), in calo del 3,8%.

Nello stesso annuncio, Tesla ha anche affermato che offrirà incentivi assicurativi in Cina di 8mila yuan (mille euro) per gli acquirenti della Model 3, limitatamente alle versioni entry-level a trazione posteriore, fino al 30 settembre.

Tesla martedì ha poi lanciato negli Stati Uniti varianti più economiche delle sue auto più costose, la berlina Model S e il suv Model X, disponibili tra settembre e ottobre. I nuovi modelli S e X standard range hanno un prezzo rispettivamente di 78.490 e 88.490 dollari. Nel 2022 superavano i 100mila dollari.

Infine mercoledì 16 agosto è stato ridotto il prezzo delle scorte esistenti dlla berlina premium Model S e del suv Model X. Un taglio di ben 70mila yuan (8.800 euro) rispettivamente a 754.900 yuan (94.700 euro) e 836mila yuan (104.800 euro), secondo una dichiarazione della società pubblicata sul suo account ufficiale WeChat.

Oltre alle riduzioni di prezzo, rimangono in vigore altri incentivi, tra cui crediti di ricarica rapida gratuiti e prove del sistema di guida assistita Autopilot.

Le azioni della società texana negli ultimi 5 giorni hanno perso oltre il 7%, e hanno pesato su numerosi altri titoli di costruttori di auto elettriche, come le americane Rivian e Lucid e come la stessa Byd, oltre a Li Auto, Xpeng e Leapmotor.

Volumi contro margini

Musk ha confermato in luglio (dopo quanto illustrato durante l'Investor Day di marzo) che ulteriori riduzioni dei prezzi erano una possibilità, anche a costo di ridurre i margini.

Tesla ha tagliato i prezzi più volte, anche negli Stati Uniti e in altri mercati, dalla fine dello scorso anno, ha aumentato gli sconti e ha offerto altri incentivi pur di sostenere i volumi e ridurre le scorte (che però sono in aumento), cercando contromisure sia alla concorrenza che all’incertezza economica.

Le vendite delle elettriche di Austin prodotte nella gigafactory di Shanghai sono diminuite del 31% a luglio rispetto a giugno, secondo i dati della stessa Cpca all’inizio di agosto, segnando il primo calo mensile da dicembre.

I nuovi tagli potrebbero gettare altra benzina sul fuoco della guerra dei prezzi nel più grande mercato automobilistico del mondo, la Cina, soprattutto in una fase difficile per l’economia (in deflazione) e mettere sotto pressione le case rivali.

Mezza Cina al Salone di Monaco

Intanto, come Tesla, diverse case automobilistiche cinesi, tra cui la stessa Byd, Mg Motor, Xpeng, Leapmotor, Seres e Dongfeng, si uniranno alle padrone di casa Volkswagen, Mercedes-Benz Group e Bmw nella partecipazione all’IAA Mobility di Monaco, l'ex Salone dell'auto di Francoforte, il più grande d'Europa, che sarà aperto al pubblico dal 5 al 10 settembre. In realtà ai partecipanti orientali sarà dedicata una sezione denominata World New Energy Vehicle Congress. Ci saranno anche il gigante delle batterie CATL, Farasis Energy, Horizon Robotics.

Nessuno può nascondere che senza scelte precise da parte dell'Unione europea, come è stato ricordato di recente dai ceo di Renault Luca de Meo (che è anche presidente di Acea, l'associazione dei costruttori europei) e di Stellantis, Carlos Tavares, la concorrenza cinese sulle auto elettriche - mentre aumentano le difficoltà sul mercato interno alla prese con una congiuntura negativa e con le famiglie meno disposte all’acquisto - potrebbe farsi concreta molto presto. La minaccia per il futuro dell'industria continentale è dietro l’angolo. Soprattutto nella fascia entry-level.

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