Tesla, profitti e titolo a picco. «Ci siamo scavati la fossa con il Cybertruck»
Utile netto -44% a 1,85 miliardi. A pesare sono i forti tagli dei prezzi decisi da Elon Musk e la produzione del pick-up. Titolo in rosso
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Risultati peggiori delle attese per Tesla nel terzo trimestre e titolo che è affondato a Wall Street (-9%). L’utile netto ha accusato un calo del 44% a 1,85 miliardi di dollari. L’utile netto rettificato è sceso a 2,32 miliardi di dollari, 66 centesimi per azione e meno dei 73 centesimi stimati dagli analisti, secondo FactSet. I ricavi hanno raggiunto i 23,35 miliardi di dollari (+9%), contro attese per 24,19 miliardi di dollari. Il margine lordo ha rispettato le aspettative: 17,9% contro stime del 18,2% ma soprattutto - questo il dato che pesa - contro il 25,1% di dodici mesi prima. Hanno influito innanzitutto i forti tagli dei prezzi decisi dal ceo Elon Musk: basti pensare che i ricavi per unità sono scesi dell’11% rispetto a un anno fa. Tutto questo meno di 24 ore dopo la trimestrale da record della rivale cinese Byd.
Eppure gli investitori hanno spinto al rialzo per mesi nonostante il netto calo dei margini, che comunque restano più alti della diretta concorrenza. I multipli restano ugualmente stellari rispetto ai competitor: p/e a 68 contro il 27 di Byd e tra 10 e 20 volte le big tedesche.
Il titolo, nonostante il crollo di giovedì che ha bruciato 70 miliardi di dollari e ha spinto la capitalizzazione sotto i 700 miliardi, è più che raddoppiato da gennaio: da 100 a 220 dollari, aggiungendo più di 400 miliardi di dollari al valore di mercato. Perché? La scommessa degli investitori finora si è fondata sul fatto che Tesla sia una tech company. Più Nvidia che Volkswagen. Idea rafforzata dall’annuncio di Musk sugli sviluppi del supercomputer Dojo e sugli orizzonti della guida autonoma. Tesla punterebbe a diventare una società Saas, software as a service. Ovvero fornirebbe il suo software di guida intelligente anche alle altre case, dominando il mercato. Può ancora essere credibile questa analisi? O Tesla tornerà ad essere un carmaker come tutti gli altri?
Al momento, in effetti, la rapida erosione dei margini alimenta dubbi sulla strategia di incremento dei volumi attraverso una continua guerra dei prezzi. La grande domanda è se si tratta solo di una battuta d’arresto, o di segnali di un cambiamento più profondo tra i consumatori, «poiché l’aumento dei tassi di interesse e un contesto economico più debole (di cui ha parlato anche Musk, ndr) scoraggiano dall’effettuare acquisti di grandi dimensioni», ha affermato Jesse Cohen, analista di Investing.com.
Altri analisti ritengono che potrebbe essere necessario ridurre ulteriormente i prezzi per raggiungere l’obiettivo di produzione annuale, che Tesla ha mantenuto fermo a 1,8 milioni di consegne. Ma tra giugno e settembre il margine lordo è sceso al minimo di oltre quattro anni. La società ha fatto sapere che avrebbe puntato sui tagli ai costi di produzione (durante l’Investor Day di marzo si era parlato di dimezzamento) per aumentare i profitti. Non sembra che questa difficile operazione stia riuscendo, per il momento, complice il quadro macro. Proprio la riduzione dei costi è stata dipinta dal tycoon come «scavare un tunnel con un cucchiaio».
Il ceo ha sempre sostenuto, nel frattempo, che Tesla dovrà continuare ad abbassare i prezzi (e lo sta facendo) per la repentina salita dei tassi di interesse. Il recente calo del costo delle materie prime delle batterie, come il litio, potrebbe aiutare a compensare parte del calo della redditività, ma gli analisti sono scettici.
Oltre all’effetto guerra dei prezzi, c’è anche la prima frenata sulle consegne da un anno, comunicata due settimane fa. Tesla ha mancato le stime di Wall Street nel trimestre a causa di stop prolungati dell’attività a Shanghai e nello stabilimento di Austin. L’aggiornamento degli impianti è costato circa 20mila unità prodotte in meno. La società basata ad Austin (Texas) ha annunciato consegne totali per 435mila rispetto alla stima di 455mila.
Tuttavia, è la tesi dei rialzisti ad ogni costo, il quarto trimestre dovrebbe riservare momenti migliori e, soprattutto, le entrate nel 2024 potrebbero aumentare addirittura di oltre il 25%, insieme a un incremento del 37% degli utili, riflettendo l’aspettativa che l’azienda manterrà la sua leadership nel settore. Di sicuro saranno pienamente in pista sia il restyling della Model 3 sia il molto atteso pick-up futuristico annunciato tre anni fa, il Cybertruck. Sarà la prima volta per Tesla nel segmento dei truck: dovrà competere con l’F-150 Lightning di Ford, il Chevrolet Silverado di GM e l’R1T di Rivian. Proprio Ford e Gm, negli ultimi giorni, hanno peraltro deciso di frenare la produzione dei pick-up elettrici per il calo della domanda innescato dal binomio costo del denaro-inflazione. Musk ha annunciato che le consegne inizieranno il 30 novembre.
Il ceo in prima persona ha però ammesso che non sarà affatto semplice, ha inteso «raffreddare le aspettative» ed ha aggiunto che Tesla potrebbe trovarsi ad affrontare «sfide enormi» per aumentare la produzione e rendere positivo il flusso di cassa.
«Ci siamo scavati la fossa con il Cybertruck», ha esclamato a sorpresa Musk durante la call sugli utili, addebitando il calo dei margini, in parte, proprio alla produzione del pick-up. L’obiettivo è produrre più di 125mila truck all’anno, con un potenziale a 250mila nel 2025. Più di 1 milione di persone hanno prenotato il Cybertruck. Si prevede che la prima casa automobilistica per capitalizzazione annuncerà i prezzi durante un evento presso la sua gigafactory in Texas il 30 novembre.
Tesla, come detto, ha confermato l’obiettivo di tagliare il traguardo degli 1,8 milioni di veicoli prodotti nel 2023. L’auspicio, non è chiaro quanto realistico, è che i consumatori adottino i veicoli elettrici a un ritmo più rapido, nonostante tutto. Ma attenzione: uno studio di S&P Global Mobility ha evidenziato come - ad eccezione dei proprietari di Tesla e Mercedes-Benz, per la verità - quasi la metà (47,9%) delle famiglie che possiedono un’auto elettrica tornerà ad acquistare un veicolo con motore combustione interna. Terremoto in arrivo?
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