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Tesla vende hardware supercharger a BP: svolta per il business delle due aziende

Dal prossimo anno le colonnine ultraveloci con la tecnologia Tesla saranno disponibili anche con i colori del brand dei carburanti. Ma questo è solo l’inizio di un nuovo capitolo della casa di Elon Musk

di Massimo Mambretti

2' di lettura

Tesla e BP siglano un accordo importante da oltre 100 milioni di dollari (circa 95 milioni di euro) con cui il brand di Elon Musk concede al colosso petrolifero inglese l’hardware dei suoi potenti supercharger. Di fatto, l’operazione apre un nuovo percorso del business di entrambi i marchi perché nel caso di Tesla non poggia più solo su auto, batterie di accumulo e pannelli solari, mentre in quello di BP è la prima pietra della nuova road map della sua presenza sulle strade, per il momento solo quelle americane.   

Tesla, aprendo il sistema di ricarica avvia un nuovo business

L’accordo per certi versi è inaspettato data la cura con cui Tesla ha protetto sinora la sua tecnologia di ricarica. Tuttavia, cedendola a terzi non solo rafforza il proprio giro d’affari ma, per di più, consente anche chi non ha una vettura del suo brand di rifornirsi rapidamente. Proprio per questi motivi è facile pensare che la vendita dei supercharger da parte di Tesla proseguirà con altre industrie petrolifere e con fornitori di energia in altre parti del mondo. L’operazione può anche essere considerata anche figlia dell’intenzione di recuperare terreno dopo il calo di profitti registrato nel terzo trimestre di quest’anno e che secondo Musk in parte è dovuta all’avio della produzione del pick-up Cybertruck e che porterà Tesla ad affrontare sfide enormi per aumentare il flusso di cassa.    

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Tesla, Bp prevede centomila supercharger negli Usa

Per quanto riguarda il primo atto della vendita dei supercahrger, la Bp integrerà le colonnine supercharger all’interno della rete Pulse, ovvero la divisione che si occupa delle infrastrutture di ricarica delle vetture elettriche che negli Stati Uniti sta iniziando a diffondersi anche nelle stazioni di servizio di altri marchi petroliferi. L’attuale rete Bp Pulse americana comprende circa 30mila stalli per auto elettriche, ma il piano industriale ne prevede centomila entro il 2030 con un investimento di un miliardo di dollari, di cui cinquecento milioni nei prossimi tre anni. Le colonnine che saranno installate avranno una potenza di 250 kW con connettore Magic Dock adatto sia allo standard americano Nacs sia a quello Ccs, ovvero quello utilizzato anche da noi che consente sia la ricarica rapida in corrente continua sia quella in corrente alternata. Inoltre, la tecnologia Tesla permetterà di utilizzare anche la funzione Plug & Charge con cui si connette la vettura alla colonnina e si effettua il pagamento del pieno di elettroni senza utilizzare app e card.

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